Cristina Orsello (Inverso Rinasca, LISTA CIVICA - INSIEME PER INVERSO 56,7%), Patrizia Giachero (Prarostino, INSIEME PER IL FUTURO 50,31%), Lilia Garnier (Villar Pellice, LISTA CIVICA - QUADRATO IN UN CERCHIO 69,66%) e Patrizia Geymonat (Bobbio Pellice, LISTA CIVICA - INSIEME PER BOBBIO 63,34%). Questi i nomi delle 4 sindache al primo mandato. Nonostante il calo dei votanti e nonostante le correnti di destra e sinistra non siano sempre sovrapponibili ai risultati delle elezioni europee, qualcosa sembra muoversi, almeno verso una migliore rappresentanza delle donne.
Tenuto conto che nel maggio 2008 la situazione in Piemonte era di 145 sindache contro 1059 sindaci, chissà che questo risultato non possa cambiare un po’ le cifre. In attesa di contarci per non “dare i numeri”, la riflessione da fare è: cosa ha mosso cittadini e cittadine a dare fiducia alle donne, che rappresentano non solo metà dell’elettorato e della popolazione, ma anche un serbatoio di risorse e competenze troppo spesso sottovalutate?
Un altro elemento da valutare è: come mai Assessore e Consigliere riescono faticosamente ad arrivare, in tutta Italia, rispettivamente al 17,8% e 18,2%, mentre le prime cittadine restano a un drammatico e risicato 9,8%? Che cosa è necessario avere, che marcia in più, per varcare la soglia di questa poltrona?
E si potrebbe trovare un nesso tra la lungimirante inclusività valdese (pensiamo ad esempio al sacerdozio femminile che in queste zone è molto diffuso e percepibile; pensiamo ai valdesi della “chiesa senza papa” che hanno rieletto una donna a Moderatora della Tavola, Maria Bonafede) e una partecipazione attiva, libera e pur laica, che sa mantenere aperti il dibattito e il confronto tra diverse forze politiche, confessioni, religioni, cercando di non eludere le donne?
Il dibattito è aperto, in attesa che i ballottaggi e le statistiche ci dicano se le donne in politica sono ancora in marcia oppure no.
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