Martedi, 23/10/2018 - Seguendo e leggendo, con leggerezza e allegria, le coinvolgenti avventure agonistiche della squadra “rosa azzurra” di volley ai campionati del mondo mi sono appassionata e ho imparato parecchio circa uno sport di cui sapevo poco o nulla, e ho conosciuto una squadra che è stata capace di suscitare emozioni oltre lo sport.
Seguendo le ragazze si parla di sport , certo, di crescita, di coraggio, di entusiasmo di giovani che competono per crescere e ovviamente vincere la loro gara. Soffermandosi, una per una, sulle delle componenti della squadra si incrociano poi nord e sud di nascita e di residenza, figlie di genitori venuti da terre lontane, ma queste ragazze sono oggi tutte meravigliose italiane, coordinate da un fantastico allenatore bravo e umile nell’approccio: Davide Mazzanti.
E ancora leggendo e spigolando fra le notizie riportate dai giornali su ogni ragazza ho appreso che Miriam Sylla, schiacciatrice 23enne nata a Palermo da genitori ivoriani, è definita da tutti simpatica, divertente e vulcanica. E' lei che ha definito la squadra “le coloratine”, un termine che mi sembra delizioso soprattuto su un insieme di giovani forti, eccezionali, ironiche e vincenti. Perché vincente, senza ne se e senza ma, va valutata la loro medaglia d’argento che, come ha detto la Capitana Cristina Chirichella nata a Napoili e in forza al Novara, ha l’oro dentro.
Soprattutto ognuna è forte ed eccezionale, ma insieme sono vincenti perché hanno imparato singolarmente il valore di essere un team che vince con l'idea di una per tutte e tutte per una, in pratica è il valore della diversità che diviene squadra e orchestra e che affascina per la musica che diffonde.
E così “le coloratine”, la nostra squadra rosa azzurra ovviamente, e non poteva essere altrimenti, dato il percorso di successo che ha compiuto, ha sognato con le carte in regola di poter scalare il gradino dell’oro; anche perché quando si è brave e forti come loro si deve sognare. Ora quell’orizzonte d’oro è solo rimandato ed è ragione d’impegno, lavoro e crescita seria e faticosa ma piena di grinta e voglia di farcela per il 2020, di nuovo in Giappone dove, a Yokohama, in questo ottobre hanno raggiunto e vinto un argento meritatissimo, dopo aver battuto la fortissima squadra della Cina.
L’illusione per un attimo di farcela ad acchiappare l’oro, con la Serbia già campione del mondo, l’hanno avuta comprensibilmente. E questo a partita finita ha significato per tutte esplodere in un pianto liberatore che, però, non può indebolire gli obiettivi per il futuro ma semmai rafforzarli. Vale la pena ricordarel una per una, queste meravigliose atlete: Paola Egonu, con i suoi eccezionali 324 punti, Ofelia, la miglior palleggiatrice, Anna, decisiva nella vittoria con la Cina, Monica, premiata come miglior libero, e ancora: Lucia, Miriam, Carlotta, Elena, Sylvia e Beatrice. Ognuna con la sua preziosa dote insostituibile per il gruppo cpontribuisce a rafforzare il gruppo .
Ma tornando a quell’argento vivo, divenuto titolo e sottolineatura di tante considerazioni positive dedicate alla medaglia delle ragazze che in nessun modo va sminuita dal “ mancato oro” dei loro sogni, mi diverte andare per un attimo a fondo del significato che ha, e che forse non è a tutti noto. L’argento vivo infatti è una definizione che è nata per esaltare in realtà il mercurio che vanta il colore dell’argento, appunto, ma con una caratteristica unica di mobilità e fluidità che sembra a renderlo vivo e vitale, animato da una forza propria come, appunto, le ragazze della squadra italiana di volley.
E così, come quel mercurio parla d’argento, la medaglia d’argento punta alla scalata all’oro.
Ed è allora questa la squadra vincente e frizzante, vibrante di vita ed energia che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato al telefono dopo la vittoria e che ha invitato al Quirinale.
Mi sembra utile rintracciare un punto significativo nelle parole pronunciate dal loro allenatore: il successo sportivo, umano, di simpatia, va gestito con misura perché le nostre ragazze “non si montino la testa”. Ma, sottolineato che la simpatia che le circonda la meritano tutta, (anche perché, come si usa dire, quando ci vuole ci vuole) perché il successo dà gioia quando è sudato e meritato come il loro, ho l’impressione, osservandole nella loro conclamata forza di gruppo, che siano in grado di gestirlo questo successo senza distrarsi dal prossimo traguardo.
E questo esaltando anche per le loro caratteristiche di una nuova presenza di giovani Italiane “coloratine”, appunto , che rappresentano meglio, o almeno alla pari di qualsiasi saggio di successo, il valore dell’integrazione e dell’incrocio di culture che generano nuova ricchezza in un paese come l’Italia, che già dal tempo dei romani ogni diversità l’ha considerata e rilanciata come ricchezza. E forse la storia talvolta torna utile !
Ma tornando alla squadra rosa azzurra, come non ringraziarla del successo e della positività che ci ha regalato con una vittoria in cui tante e tanti si sono riconosciuti, insieme a una nuova e condivisa passione per la pallavolo a cui tante altre giovani possono guardare.
Paola Ortensi
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