Giorno della Memoria. Porraymos, il genocidio dimenticato dei rom - di Marcella Delle Donne
Ad Auschwitz-Birkenau erano 2.898 gli zingari internati, separati dagli altri prigionieri. Nelle camere a gas dei lager nazisti sono finiti 500.000 rom accertati
Lunedi, 21/01/2019 - 2 agosto 1944. Allora, come ora, gli zingari sono considerati una “razza”, una razza inferiore, degenere, pericolosa per la “società civile”. La differenza tra l’allora e ora sta nel progetto razionale di sterminio del regime nazista, mentre oggi si esprime nelle strategie dell’esclusione, della discriminazione, della ghettizzazione; gli zingari devono stare fuori, lontani e separati dalla “società civile”.
Auschwitz-Birkenau: lo zigeunerlager. Una zona separata, circondata da fili spinati ad alta tensione, ospitava gli internati zingari in
numero di 2.898 persone: donne, uomini, bambini.
Le baracche dello zigeunerlager erano adiacenti, ma divise, dalle baracche della zona dove vivevano ammassati gli ebrei.
Ciò che colpiva tra le due zone era la differente atmosfera che le caratterizzava. Gli ebrei si distinguevano perché era stato loro rasato il capo ed erano costretti ad indossare tute a strisce bianche e nere che incupivano l’ambiente e il senso di impotente desolazione delle, degli internati/e, consapevoli dell’imminente annientamento che aspettava loro. Gli abitanti dello zigeunerlager raccolti in famiglie, erano lasciati con i loro costumi variopinti, con le loro cose, con i loro capelli.
Agli ebrei della zona limitrofa allo zigeunerlager arrivavano, il vociare delle donne, il suono degli strumenti, la musica i canti, insieme allo schiamazzo dei bambini, in gran numero . molti dei quali nati nello zigeunerlager. Dal comportamento dei rom non traspariva la consapevolezza del destino che li attendeva, forse perché assuefatti al rifiuto, alla discriminazione alla ghettizzazione.
Nel progetto di sterminio nazista i rom, in particolare, venivano usati per gli esperimenti sul corpo umano dal famigerato dottor Mingele, specie sui bambini e le bambine, nati gemelli.
Io sono stata a Birkenau, nella zona dove sorgeva lo zigeunerlager.
Nell’emozione suscitata dai luoghi, immersa nella tragedia, all’improvviso mi è sembrato di essere lì, tra il vociare degli zingari e lo schiamazzo dei bambini. Vedevo i bambini rincorrersi nello spazio circondato dai fili spinati ad alta tensione. Tra i bambini che si rincorrevano m’apparve una bimba di 6/7 anni. L’emozione accende l’immaginazione dove prende forma una visione, una storia. Eccola, tradotta in versi: Auschwitz; la zingarella e l’usignolo
Incipiente primavera
mite brezza spira
tiepido il sole
la natura risveglia.
Fogliame
spogli rami nel duro inverno
di tenero verde riveste.
Tra le fronde un nido
Apre alla vita un usignolo.
Allietano i gorgheggi la natura.
Le ali dispiega il nuovo nato
vola, volteggia
nel cielo s'avventura.
Esausto, inesperto ancora, cade
nell'angolo d'un Campo
d'alte spinate reti circondato
Cupa e scarna all'interno
d'adulti, di piccini pieno
la gente rom costretta.
Quattro anni una bimba
sparuta zingarella i gorgheggi ascolta
tra le spinate reti l'usignolo scorge.
Furtiva, dal mesto gregge s'allontana
l'usignolo raccoglie.
Del tozzo di pane quotidiano
briciole nutron l'usignolo
poi di là dalle spinate reti
la bimba il nuovo nato lancia.
Un giorno e l'altro ancora
torna l'usignolo nell'angolo del campo
le briciole becca della zingarella
dalle piccole mani.
Un'ombra cupa
dura una voce
alle spalle s'eleva della bimba.
D'armi un'uniforme
la zingarella via sospinge
col calcio del fucile.
L'usignolo volteggia intorno
co'i suoi trilli la bimba accompagna
lungo il Campo condotta
fin sulla soglia d'una buia stanza.
Denudata
in un grande capanno trasferita
alla gente rom insieme
donne e uomini nudi.
Acre effluvio penetra le membra.
La bimba il dolore non sente
del suo stato non s'accorge
i trilli dell'usignolo, i gorgheggi
l'anima sua riempiono di suoni.
Volteggiar intorno a sé il nuovo nato
vede nella sua mente.
A terra s'accascia
il canto dell'usignolo la culla
come una ninna nanna.
Chiude gli occhi la zingarella
e…s'addormenta.
Per sempre.
(M. Delle Donne, Cuore di Zingara, 2014)
2 Agosto 1944, è notte fonda a Birkenau. Il silenzio notturno viene rotto dagli ordini gridati dai miliziani nazisti che circondano lo zigeunerlagher, dal ringhiare dei cani addestrati all’attacco, mentre le luci accecanti delle fotoelettriche abbacinano i rom sorpresi nel sonno.
E’ la fine!... Per i 2898 rom non c’è scampo. Le camere a gas li/le attendono. E’ il divoramento, quello che i rom chiamano Porraymos.
Un precedente tentativo di rastrellamento, fatto di giorno, c’era già stato, ma i rom avevano reagito, per sfuggire alla cattura le donne con i bambini si erano arrampicate sui tetti delle baracche. Questa volta l’ordine è perentorio, propizia la notte, i rom inermi, sorpresi nel sonno.
Quella notte del 2 agosto, un ebreo sopravvissuto allo sterminio, Pietro Terracini, che viveva nelle baracche adiacenti allo zigeunerlager, è il testimone dell’annientamento dei 2.898 rom di Birkenau: “ Io non ho visto, perché c’era l’ordine di rimanere in baracca di notte, ma posso raccontare quello che ho sentito. Si sentivano le urla dei condannati, le grida di persone che si chiamavano l’un l’altra, il pianto dei bambini, gli spari delle armi usate, forse perchè qualche rom tentava di ribellarsi. Due ore è durato questo inferno. Poi non si sentì più niente, silenzio irreale.
La mattina successiva, (L’alzata era stabilita alle 4 e 30) siamo usciti, abbiamo guardato al di là del filo spinato, lo zigeunorlager
era vuoto. Voltando lo sguardo alle canne dei crematori, si vedevano le ciminiere che fumavano alla massima potenza. Ho capito che tutti i
rom dello zigeunerlager erano stati assassinati."
Nelle camere a gas dei lager nazisti sono finiti 500.000 rom accertati.
Centinaia di migliaia sono i rom sterminati nei luoghi sosta delle carovane e nelle zone di transito. Carla Osella, presidente dell’associazione AIZO, ha girato in largo e in lungo per l’Europa, per 4 anni, in cerca dei siti del massacro dei rom, rintracciando i luoghi dello sterminio dei rom non solo in Germania, ma in molti paesi dell’Europa orientale: Austria, Polonia, Romania, Ucraina, Croazia e altri ancora.(Carla Osella, Rom e Sinti, il genocidio dimenticato, Todi 2013).
Alla fine della guerra, i tedeschi hanno preso coscienza degli orrori perpetrati nei lager. Hanno riabilitato gli ebrei, dedicando loro
musei all’Olocausto. Gli zingari hanno dovuto aspettare il nuovo millennio per essere riabilitati. Nell’ottobre del 2012, presenti numerosi rom e sinti, Berlino ha inaugurato il luogo della memoria del Porraymos.
Marcella Delle Donne, 20 gennaio 2019
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