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25 marzo 2020: ottanta anni di Mina

25 marzo 2020: ottanta anni di Mina

Talento naturale, potenza vocale, coraggio e vitalità: i tratti di una cantante che è parte del nostro patrimonio artistico

Lunedi, 23/03/2020 - Mina è parte del nostro patrimonio artistico. Su questo non ci sono dubbi. Ma su chi sia Mina, al di là del fenomeno straordinario della sua voce, è sempre stata caccia aperta.
Non era che una studentessa al quarto anno di ragioneria quando, nel settembre del ’58, partecipa alla festa locale per il maiale più grasso a Rivarolo del Re, un paesino agricolo vicino Cremona, accompagnata da un complessino di quattro amici, gli Happy boys. Quattro giorni di canti e balli in piazza. L’ultima sera tocca a lei che è là di nascosto dei genitori. Ma i Mazzini, avvertiti all’ultimo momento da un’amica di Mina, si precipitano a Rivarola del Re giusto in tempo per sentirla cantare e arrendersi al suo talento.
Infatti Mina, che non ha mai studiato musica anche se cantare è sempre stata la sua passione, già in quella prima esibizione trionfa, sconvolgendo fin da subito i canoni melodici della canzone italiana con il suo canto scatenato da urlatrice.
E’ una bella ragazza, alta e formosa, piena di grinta. Un talento naturale, accompagnato dalla fortuna di essere “apparso” al momento giusto, quello che di lì a poco sarebbe esploso con i Beatles, i Rolling Stones, e più in generale gli “urlatori”, sull’onda di una rivoluzione musicale senza precedenti.
Lei, con un’estensione e una potenza vocale impressionante, un orecchio naturale straordinario, da quel momento non si ferma più e incede, anzi letteralmente vola verso il successo con facilità e leggerezza, consapevole delle sue capacità. Del resto, quando c’è in ballo un talento cosi non puoi far altro, come sa ogni vero artista, che portarlo avanti, semplicemente esprimerlo.
Forse, però, allora Mina non era consapevole delle conseguenze del successo.
Comunque, finiti presto i giorni, anzi le sere, delle esibizioni sui palchi di Cremona e provincia, comincia la grande avventura.
I suoi dischi vendono migliaia e migliaia di copie, lei spopola nei Juke Book, è l’idolo dei giovanissimi. Concerti strepitosi, il festival di Sanremo, sebbene con due sole partecipazioni una nel ‘59 e l’altra nel ‘61 con Le Mille bolle, e infine la televisione dove canta rigorosamente sempre senza playback. Il Musichiere, Lascia o raddoppia?, Il Teatrino di Walter Chiari, Buone Vacanze, Canzonissima. Fatto sta che in meno di tre anni, agli inizi degli anni ’60, da urlatrice si è trasformata in un’interprete sapiente, capace di ammaliare tutti, trasversale alle generazioni. Seguono le tourneé in America e in Germania, dove vende più di un milione di dischi riuscendo, senza conoscere una parola di tedesco, a cantare con una pronuncia perfetta. Poi le varie, strepitose edizioni di Studio Uno con Antonello Falqui dove riesce a coinvolgere anche Totò in un duetto memorabile.
E poi tutto il resto che la vede diventare la signora indiscussa della canzone italiana, fino al successo mondiale, nel suo un mix inconfondibile di sensualità, tonalità jazz e suggestioni afro, che tutti conosciamo.
Poi a vent’anni esatti dall’esordio il ritiro dalle scene e in buen retiro a Lugano, da dove con regolarità ha continuato a farci sentire la sua voce attraverso composizioni belle, a volte complesse, a volte più immediate, ma sempre di grande valore.
Nessuno sa perché Mina abbia abbandonato le scene e l’Italia. Tante le ipotesi, da quelle probabilmente più vicine al vero che da tempo ormai non si divertiva più, pressata com’era da un pubblico adorante ma anche persecutorio, inseguita dalla stampa che non solo l’aveva esecrata ai tempi della sua relazione “scandalosa” con Pani ma aveva continuato a starle addosso senza mai mollare l’osso, affaticata dal palcoscenico che dominava ma dove pure si affacciava da sempre con paura, e forse come dice qualcuno può essere che c’entri anche il fisco italiano. Insomma nel settembre del ‘78, complice una bronchite virale, alla penultima puntata del recital che stava facendo da giugno, semplicemente lascia. Per sempre.
Ed ecco bell’è pronto il mistero Mina. Ma c’è una Mina svelata che invece non vediamo abbastanza. Ed è la ragazza franca, entusiasta e gioiosa degli esordi che va avanti come un treno, incurante del successo, che si diverte a cantare e non si fa condizionare da nessuno.
E’ la donna coraggiosa e intrepida, dolce nei suoi affetti, perfetta e precisa nel lavoro ma anche pigra da morire, la donna che con un po' di anticipo sui tempi, ma lei è stata in anticipo su tutto, vive la sua vita come le pare, con semplicità e indipendenza. Volitiva e vitale. Basti pensare che nell’ottobre 1987 convocò niente di meno una conferenza stampa per annunciare tranquillamente che aspettava un figlio da Corrado Pani, un uomo sposato in un’Italia ancora perbenista. E’ la donna libera che ha sempre scelto i sui amori, le amicizie vere, i figli, le canzoni, il ritiro.
Forse l’unico regalo che possiamo farle adesso per i suoi ottant’anni, è smettere di importunarla, di darle la caccia con la nostra curiosità e semplicemente goderci il dono del suo talento immenso, intonando in suo onore un grande GRAZIE corale!

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