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22 maggio Santa Rita da Cascia

22 maggio Santa Rita da Cascia

nel corso dei secoli santa Rita è servita a tenere molte donne silenziose, sottomesse e asservite a mariti prepotenti, ma al di là del “cattivo uso” che se ne è fatto,santa Rita resta esempio splendido di amore

Domenica, 12/05/2019 - 22 maggio: SANTA RITA DA CASCIA
In un recente e breve scritto di Enzo Bianchi su colei che la tradizione popolare conosce
come la “santa degli impossibili”, santa Rita da Cascia, giustamente il priore di Bose
ammette che “nel corso dei secoli santa Rita è servita a tenere molte donne silenziose,
sottomesse e asservite a mariti prepotenti, ma al di là del “cattivo uso” che se ne è
fatto,santa Rita resta esempio splendido dell’amore paziente che sa vincere la violenza
ed edificare la pace”. Protettrice delle donne maltrattate, ma anche consolatrice delle
madri che piangono i figli morti, con le rose, la spina, le api, i fichi, tutti elementi  
ricorrenti nella sua iconografia, Rita sembra simboleggiare un mondo femminile
ancestrale legato alla terra, alla natura e alle sue forze, ma soprattutto alla capacità
delle donne di  essere mediatrici di pace.
Sposata a un uomo violento, Paolo di Ferdinando di Mancino, che la maltrattava, Rita
continuò ad amarlo e con pazienza convertì il cuore del marito, da cui ebbe due
gemelli. Un giorno però, a causa delle lotte feroci tra Guelfi e Ghibellini, Paolo fu
barbaramente ucciso: affranta dal dolore, Rita  nascose la camicia sporca disangue del
marito assassinato affinchè i suoi figli non si vendicassero. Infatti nell’ambito delle
faide del tempo, si usava esporre in casa gli abiti insanguinati della persona uccisa
perché fossero d’istigazione alla vendetta.
Nel giro di un anno anche i due figli gemelli di Rita, Gian Giacomo e Paolo Maria, si
ammalarono e morirono ancora adolescenti. Vedova e senza figli, Rita chiese di
entrare nel monastero delle monache agostiniane di Santa Maria Maddalena in Cascia.
Ma probabilmente dentro il monastero vi erano monache congiunte degli assassini del
marito e perciò dapprima non venne accettata: di fronte alle sue insistenze, le venne
chiesto, come condizione per entrarvi, di riappacificare la sua famiglia con quelle degli
assassini del marito. Lei cercò e avvicinò gli assassini del marito in un perdono
reciproco.
Donna mediatrice di pace, da affiancare in questo a San Francesco! Non a caso un
affresco contenuto nella chiesa di San Francesco a Cascia ricordava proprio una
cerimonia pacificatrice compiuta dalla Santa. Pare che suo padre fosse ciò che noi oggi
chiamiamo “giudice di pace”, per cui la santa imparò la capacità di rappacificazione fin
da bambina, nella sua casa, spesso visitata da gente che chiedeva proprio giustizia e
pace. Un particolare curioso:sebbene nella prima metà del Quattrocento le donne che
volavano erano considerate streghe, narra la tradizione come in piena notte Rita sia
stata portata in volo dai suoi tre Santi protettori (Sant'Agostino, San Giovanni Battista
e San Nicola da Tolentino) dallo scoglio di Roccaporena (luogo dove la Santa andava
spesso a pregare) fino dentro le mura del monastero, dinanzi alle suore sbigottite dal
miracolo che, quindi, finalmente la accolsero.La storia di Rita è una storia dura, in cui sembra prevalere solo la sofferenza: negli
ultimi 15 anni della sua vita una piaga dolorosa in fronte prese a tormentarla. Tuttavia,
scrive Enzo Bianchi, “per questa donna di fede la ferita in fronte, sopportata
continuando ad accettare di amare e di essere amata, divenne assimilazione al
Crocifisso. Cos’era quella piaga? Il marchio di una malattia non definita o il segno della
passione di Cristo dalla quale Rita con umiltà attingeva forza e carità? Era come una
rosa rossa purpurea in mezzo alla fronte, segno e frutto dell’amore vissuto”.

Anna Rotundo

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