Giornata Mondiale della POESIA: tra MERINI e GUERRA,di M.Cristina Nascosi Sandri
Un ricordo ed un omaggio a due grandi, Alda Merini e Tonino Guerra, nell'ambito di una Giornata Mondiale per la Cultura, quello dedicato alla POESIA, il 21 marzo, un linguaggio universale come la MUSICA
L’aria l’e cla roba lizira
che sta dalonda la tu testa
e la dventa piò céra quand che t’roid
L’aria è quella cosa leggera,
che sta intorno alla tua testa
e diventa più chiara quando ridi.
(Tonino GUERRA)
“Io non so come prende forma
una poesia.
Io prendo il fango
della mia vita
e mi sento
un grande scultore”.
(Alda MERINI)
Stasera, 20 marzo, alle 22.58, ci sarà l'equinozio di primavera di questo anomalo e troppo caldo 2019: la convenzione cronologica, quella del 21 marzo non è più 'attiva' dal 2007, la data ufficialmente riconosciuta da sempre del fenomeno meteorologico che manterrà tale eccezione fino al 2102.
Ma il 21 marzo rimane 'classicamente' per ricordare a tutto il mondo che è la Giornata dedicata alla Poesia e coincide pure con la data di nascita di Alda Merini (1931) e della scomparsa di Tonino Guerra (2012), due grandi poeti - Tonino grande anche nel suo eclettismo, artista a tutto tondo, tra pittura, cinema e scrittura letteraria ( anche in lingua dialettale) e visiva (sodale 'per sempre' del ferrarese Michelangelo Antonioni).
"La poesia è il profumo della vita" - usava dire.
Ma si vuole qui ricordare, un omaggio tutto al femminile, la Giornata Mondiale della Poesia, proprio con una lirica di Alda, quasi una mèta-poesia, se si riflette sul titolo: La mia poesia.
Semplice il testo, profondo il contenuto, una 'semplice' meditazione sul vivere - come solo lei poteva esprimere.
Alda MERINI
La mia poesia
La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninna nànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
Lascia un Commento