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1946/2016

1946/2016

Celebrazione del Diritto di Voto per le Donne Italiane

Martedi, 03/05/2016 - 1946/2016: 70 Anni

In questo ultimi mesi, l’Italia ha ricordato i 70 anni, in cui le donne italiane votarono alle amministrative. Grande fu l'affluenza e, soprattutto, grande furono gli esiti che hanno susseguiti quello straordinario momento. A partire dell'anno 1946, le donne italiane riuscirono a fare un percorso in ascesa e il Paese, grazie a questo percorso, subii un mutamento socio-economico-culturale e politico, di fondamentale importanza.

Le donne, oltre a fare le mamme, sono diventate grandi professioniste, aiutate dall'innalzamento del livello di istruzione, la popolazione femminile in Italia ha visto il progredire della loro carriera. Il decremento del tasso di analfabetismo, assieme, alla collocazione delle Donne in ogni ambito lavorativo e professionale, ha fatto di questo Paese un Paese ricco su tutti i fronti.

Il Governo Renzi e l’attuale Parlamento, sono esempi della salita delle donne italiane rispetto alla carriera del target in questione. L'alto numero di donne Ministro e parlamentari è la dimostrazione che la donna italiana, ha fatto un percorso positivo e in crescita. In settanta anni, la Donna italiana è passato da una elettrice passiva ad una elettrice attiva e passiva e, addirittura, governante del Paese. L'affermazione della Donna in Italia non è, dunque, una novità, anzi lei è parte integrante dello sviluppo del Paese, in ogni ambito.



Il rammarico in questi passaggi, è quello di vedere una parte della popolazione femminile esclusa da questo processo. La donna migrante rimane, tuttora, nella invisibilità e questo ha fatto sì che venisse a mancare la partecipazione attiva di una percentuale non indifferente. Cinque milioni di unità è il dato che rappresenta la presenza dei migranti in Italia e di queste circa la metà, sono donne e molte sono in Italia da oltre trent'anni. Al mio vedere, il rischio è che si passi dalla invisibilità della migrante in luoghi decisionali e di rappresentanza, ma che molte vedranno i loro rientri nella Patria natia, come risultato di un lungo percorso che le ha viste negato il loro diritto di votare nei luoghi dove hanno vissuto per trenta, quaranta e più anni.

Temo che poche persone sappiano che a popolazione femminile immigrata riesca a dare un contributo silenzioso al sistema Paese attraverso le loro azioni effettuate che va dalle attività lavorative che svolgono ma anche, all'interno delle associazioni di appartenenze, etc. Lavori fatti, in modo gratuito nella maggior parte dei casi, con risultati straordinari, come per esempio: evitare che la popolazione immigrata cada a margine della Società italiana attraverso i loro interventi.

In tutto questo, devo dire che a me sembra di vedere una Società italiana pronta ad accompagnare il mutamento e al contempo noto più reticienza da parte delle istituzioni, o almeno, sembra che sia così. Anche se devo dire che la presenza dei migranti abbia, già, imposto il cambiamento. Ciò mi induce a pensare che sia arrivato il momento, in cui il diritto di voto passivo ed attivo a favore delle e dei migranti, venga legiferata. Finché, questo diritto viene negato, il rischio di espulsione di questa fetta della popolazione (5.000.000 di unità), rimane e corre il rischio di perdurare nel tempo.

Tuttavia, ciò può essere letta come una forma di ingiustizia da parte di molte molti migranti. Anzi, il rischio di considerarlo un discriminante C’è, visto il numero della presenza e degli anni trascorsi in questo Paese. L'Italia viene considerata, per molti migranti, la loro Patria adottiva e come tutti i figli adottivi, i diritti dovrebbero essere garantiti. Altrimenti, che figlio è?

Potrei concludere questo mio modesto pensiero, dicendo: molte Donne migranti vivono in Italia da decenni, eppure, non votano, e quelle che votano oggi, e cioè dopo aver acquisita la cittadinanza italiana hanno atteso anni per averla e, quindi, per poter esprimere la propria preferenza. Trovo che votare nella città, in cui vive la migrante, non deve attendere l’acquisizione della cittadinanza italiana. L’elezione amministrativa si avvicina e anche Giugno 2016 vedrà esclusa un numero di donne lontane dalle urne. Non, perché vogliono, bensì, perché la costringono. Votare il proprio Sindaco, dovrebbe essere un diritto garantito a Tutti i coloro che risiedono in un determinato territorio, piuttosto che in quell'altro.

Auspico che i legislatori facciano un passo avanti su questo assunto, affinché la/il migrante possa votare in un periodo più breve di quello che ha aspettato finora. Che questo sia il diritto attivo e passivo, anche per la popolazione migrante! Ciò permetterà a molte e molti, di rendersi più attivi. Urge la partecipazione attiva, così come la collocazione di questa fetta di popolazione di luoghi di rappresentanza e, quindi, si richiede una revisione della norma attuali sia sulla immigrazione sia sulla cittadinanza. Il risultato sarà utile alle nuove generazioni.

Infine, auguro che i vari accordi riportino dei risultati che pongano fine agli episodi tristi che, spesso, accompagnino chi decida di emigrare. Io sono convinta che l’innalzamento dei Muri non porta nessuna crescita, benché meno, sviluppi sociale, economico, politico, etc. Anzi, dico: Nulla di più errato!



Con Osservanza.

Maria José Mendes Evora

“Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana” – Dottore in Scienze Sociali (PhD), PUST 2006

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