Riportare al centro del dibattito politico la tutela della salute della donna e la prevenzione, come elementi fondanti della legge 194, che regolamenta l’interruzione volontaria della gravidanza. È lo scopo del dibattito che si svolgerà sabato 23, dalle ore 9 alle 12,30 a palazzo Lascaris, sala Viglione, organizzato dal consigliere Andrea Stara del Gruppo Insieme per Bresso.
Una risposta al convegno promosso, nella stessa mattinata dalla Federazione dei movimenti per la vita.
A parlare de “La politica dei Consultori tra tutela della salute e prevenzione” saranno presenti, oltre al consigliere Stara, la presidente Mercedes Bresso, la dottoressa Giulia Mortara, ginecologa in servizio presso i consultori dell’Asl 2, Laura Moretto, dell’Ufficio Pastorale Migranti.
L’appuntamento è per le ore 9 per un caffè di benvenuto in sala bandiere.
“Dall’82 ad oggi il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Piemonte si è dimezzato e primi dati del 2009 pongono la nostra Regione tra le più virtuose in Italia in materia di prevenzione. I consultori piemontesi lavorano bene, e lo fanno applicando la legge 194, che garantisce il diritto alla procreazione cosciente, il rispetto della volontà della donna, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. – dichiara Stara, e attacca la giunta Cota e il provvedimento che introduce nei consultori le associazioni legate al Movimento per la vita - La giunta regionale nella settimana scorsa ha varato un protocollo di intesa che introduce nei consultori figure provenienti dal volontariato, il cosiddetto privato sociale che operi nel campo della tutela della famiglia. Associare alle strutture sanitarie quello che viene definito il “volontariato accreditato” può ingenerare confusione tra le figure professionali e minare il necessario rispetto e la riservatezza dovuti alla donna che approda al servizio”.
“Sabato mattina il governatore Cota, con l’assessore Ferrero presiederanno un convegno dal titolo “Legge 194: noi non ci rassegnamo”. Noi, invece, pensiamo che non ci si possa rassegnare a chi fa propaganda sul corpo e la salute delle donne”, conclude Stara.
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