Martedi, 27/02/2018 - PAOLA, PENSIERI E PAROLE IN LIBERTÀ / GRAZIE ALLE 'NOSTRE' DONNE OLIMPICHE
Raramente la parola neve, accompagnata da freddo e ghiaccio, è stata così frequentemente pronunciata come in queste settimane. Negli ultimi giorni a causa della perturbazione metereologica che oltre ai disagi della vita quotidiana ha regalato anche immagini indimenticabili. Senza sottovalutare in alcun modo le 4 medaglie maschili, mi sembra importante dire che noi donne “ci siamo accorte” degli esaltanti successi che hanno simbolicamente sottolineato un valore femminile, valore che l’Italia vanta e che si è rafforzato anche nella scelta delle due portabandiera: all’apertura con Arianna Fontana e alla chiusura con quella grande atleta che è Carolina Kostner. Carolina, che anche se questa volta non è riuscita ad “acchiappare” una nuova medaglia, ci ha regalato enormi soddisfazioni, con le sue tante vittorie nel tempo, l’orgoglio di essere un'atleta formidabile ed una persona di valore.
E così leggendo e seguendo le vicende delle Olimpiadi, coinvolta dal prorompente protagonismo femminile anche umano oltre che atletico - e da non sottovalutare dal prezioso segnale politico di un riavvicinamento delle due Coree - mi sono trovata a riflettere come, al di là del “caso” delle persone eccezionali che ce la fanno per una serie di casualità positive in cui evolvono il loro talento, un progetto che punti a sfondare in una disciplina sportiva abbia bisogno di investimenti e valorizzazioni,della creazione di “ vivai” di tanti giovani che trovino luoghi attrezzati per sperimentarsi.
Le nostre 3 regine sono lombarde e 2 di loro vengono da Bergamo. L’amore e la cura di queste terre per la montagna, le attività sportive, economiche e di attrezzature presenti nel loro territorio potrebbero essere complici della crescita delle nostre campionesse? Non penso sia una domanda peregrina. E non voglio neanche dare per scontato che l’Italia di montagne importanti ne ha tante su quasi tutto il suo territorio, come ha chilometri e chilometri di mare se pensiamo al nuoto.
Ma tornando ad Arianna, Michela, Sofia, leggendo di loro in questi giorni, della loro quotidianità, dei racconti e le notizie che le riguardano mi è parso di capire che la loro forza stia nella ” normalità” di chi sceglie un obiettivo e a quello dedica e piega tutto per raggiungerlo o comunque provarci, attraverso difficoltà, inciampi, incidenti e riprendersi sempre come ci racconta il mito della fenice.
Mi sono resa conto che l’interesse che mi ha coinvolto per accompagnare un campione, una campionessa, si intuisce che ci vogliono anni ed enormi sacrifici della o del protagonista ma di tutti coloro che partecipano al progetto e alla sfida.
Mi piacerebbe capire di più, se questo comporti peculiarità al femminile e se questo è (cosa che io credo) come vengono affrontate. In modo anche provocatorio ma reale basterebbe nominare la parola maternità per aprire un capitolo difficile ma di notevole interesse.
E allora per ripartire da dove ho iniziato a esternare i miei pensieri; vorrei ribadire il mio grazie a queste giovani che ci hanno fatto sognare portando l’Italia a una vittoria di grande valore nel medagliere, tutta femminile. Contemporaneamente mi hanno stimolato a capire, leggere e saperne di più sui problemi e gli investimenti necessari per sostenere tanti sport che senza scelte politiche istituzionali adeguate non hanno un futuro certo.
Mi chiedo, senza pensare in nessun modo di essere originale, se un po’ d’interesse e di soldi e di spazio, non andasse sottratto al calcio, distribuendolo anche a discipline sportive di grande valore umano anche in termini di esempi, di passioni perseguite, curate e raggiunte.
Paola Ortensi
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