Lunedi, 12/02/2018 - PAOLA, PENSIERI E PAROLE IN LIBERTÀ / Pamela e Jessica
Grazie all’ospitalità di Noidonne mi è possibile frequentemente soffermarmi e condividere pensieri che seppur (lo dico con massima umiltà) mi pare che dovrebbero come in questo caso trovare più spazioe più approfondimentinell’informazione.
Vorrei iniziare da Pamela, la quale, uccisa come abbiamo imparato e massacrata in modo orribile, è in breve tempo divenuta un fantasma, annientata dal dibattito scatenatosi dopo gli spari da tiro al piccione di Luca Traini sugli emigrati, colpiti - nella sua orrenda dimensione - proprio per vendicare Pamela; anientata da tutte le conseguenze che questo gesto ha comportato.
E così piano piano Pamela non c’è più. Ci sono le indagini, i profili orribili dei suoi presunti assassini nigeriani e aguzzini legati al mondo della droga. Sparisce lei, col suo dramma di giovane schiacciata dal mal di vivere e con la sua angoscia che la porta a voler uscire dalla droga ma poi a fuggire e a ricercarla nuovamente per trovare pace e risposta al suo malessere per andare avanti.
E mentre la sua vita scompare si allarga il dibattito, gli articoli sul fascismo, l’orrore del razzismo, la politica che si scontra sul come reagire, la città di Macerata attonita e sgomenta alla ricerca - attraverso il suo sindaco - della giusta via per reagire e ritrovare la sua quotidianità. Eppure è Pamela e la sua vita distrutta l’origine di tutto. Lei, il cui problema si affianca a quello di tante altre e altri giovani a cui l’affetto, la cura, l’attenzione della famiglia non basta e per cui è davvero difficile trovare una risposta ma indispensabile è cercarla.
E così mentre il dibattito, sicuramente importante, si allarga, la manifestazione contro il fascismo si svolge e cresce il confronto sulla reazione folle del fascista e razzista Traini alla morte di Pamela, accade che la vita di Pamela, di una giovane dei nostri tempi vittima di problemi drammaticamente vissuti, non sembra trovare approfondimenti o commenti e un vero interesse da parte di chi scrive e alimenta l’informazione, quel giornalismo che dovrebbe scavare nella realtà che ci chiama e richiama con una violenza intollerabile.
E un'altra giovane dal mal di vivere esagerato, frutto di una vita davvero senza pace e senza un attimo di felicità, anche lei viene uccisa senza pietà, nella casa di un uomo dove pensava di aver trovato - in uno scambio tra lavoro domestico e ospitalità -, pace anche solo per un po’. Jessica ha solo un anno più di Pamela, è anche lei bionda e minuta e, a differenza di Pamela, non ha avuto una famiglia che ha cercato di sostenerla e guidarla ; ha vissuto di casa famiglia in casa famiglia, di affido in affido, e ha avuto una bambina forse a 14,15 anni. Bambina che le è stata tolta.
Pamela e Jessica, due famiglie così diverse: l’una attenta e presente, l’altra inesistente da sempre,. Ma entrambe le ragazze alla ricerca di un equilibrio, di un futuro, di un orizzonte a rischio.
Due giovani le cui vite, violentemente spente, dovrebbero essere al centro dell’attenzione non solo per le conseguenze svelate - che si chiamino mafia nigerina o maniaco sessuale - ma perché simili a tante altre loro coetanee e coetanei. Ed è per questo che almeno a fianco dei grandi temi che in particolare ha evidenziato il dramma di Pamela, dall’orrore degli spari di Luca Trani, ai richiami a razzismo e fascismo ..potessimo leggere o ascoltare riflessioni e pensieri sul male oscuro che, seppur da vite tanto diverse, ha condotto Pamela e Jessica a morti inaccettabili. E mette a rischio il futuro di troppe, troppi giovani.
Paola Ortensi
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