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13 febbraio - Né puttane né madonne, solamente donne - di Vicky Franzinetti

13 febbraio - Né puttane né madonne, solamente donne - di Vicky Franzinetti

...Perché ci sono meno donne elette adesso che 30 anni fa? Abbiamo tradito le nostre aspettative e quindi le nostre figlie. Perché le donne sono tornate ad essere un’aggiunta? Perchè gli uomini sono tornati ad essere una totalità?

Giovedi, 10/02/2011 -
Concordo con quanto scritto da Anna Bravo, Ida Dominijanni, Lea Melandri, Maria Nadotti, Franca Chiaro Monte, Letizia Paolozzi, Luisa Muraro ed altre, e aggiungo il mio, ponendo due domande ovvero cosa intendevamo con né puttane né madonne ma solamente donne, e quale sia la seconda parte della citazione dei Pirké Avot (trattato o etica dei padri, 1: 14) da cui è tratta la domanda: se non ora quando (che Primo Levi ha usato come titolo di un suo libro*).



Volgo Pirké Avot al femminile (1:14) e chiedo: se non sono per me stessa, chi sarà per me? E quando io sono per me stessa, che cosa sono? E se non ora, quando?



[…]



Con lo slogan né puttane né madonne, solamente donne trent’anni fa riconoscevamo nell’essere donne, femmine, un’unica condizione seppur sfaccettata per età, lavoro (allora si diceva classe), condizione (allora non si diceva etnia) o religione: mi pare si considerasse la disponibilità del proprio corpo come essenziale, e questo poi veniva tradotto in contraccezione, aborto, parto, scelta sessuale, sesso, e parità al lavoro oltre al riconoscimento di lavoro domestico non retribuito. Adesso parrebbe che non sia più cosi.

Un tempo, qualche secolo fa, le donne pubbliche, i matti, il ‘diverso’ (che allora non andava di moda) furono usati come oggetti esterni alla morale corrente, che anzi servivano a confermare la morale della maggioranza, o della borghesia egemone. Per esempio una donna sessuata poteva essere classificata come isterica (e passare il resto della vita in clinica) cosi come ‘matta’, o una ladra, o una prostituta. Un messaggio era chiaro: loro sono le donne pubbliche e noi siamo quelle private, quelle sposate, quelle che hanno i figli e magari qualcuna studia o lavora fuori casa. Oggi in Italia abbiamo uno dei tassi di attività femminile sul mercato del lavoro tra i più bassi se non il più basso dell’UE ma questo pare interrogarci meno e non lo mettiamo in relazione a quel che succede. Abbiamo difeso abbastanza le donne come Ruby?

La signora Ruby, le cui scelte non condivido, mi interroga in modo diverso: se non sono per me stessa, chi sarà per me?



Ci sono abbastanza percorsi nella sinistra democratica per portare rapidamente una giovane donna (magari di seconda generazione) all’Europarlamento, al consiglio regionale lombardo o al ministero? Il Signor Berlusconi ha reso privata la cosa pubblica (donando seggi e corrompendo deputati che, maggiorenni, pare abbiano avuto meno remore delle ragazze), e pubblica quella privata.

In epoche successive, il diverso, le donne matte e un po’ puttane, le puttane un po’ donne, furono usate non come oggetto esterno ma come oggetto interno, ovvero come specchio di qualcosa, di un inconscio che è dentro tutte e tutti noi. In questo caso la signora Ruby, le cui scelte non condivido, mi interroga sull’uguale e non sul diverso. Che pari opportunità siamo riuscite a garantire? Che mondo è questo? Lo imputiamo alle famiglie? Qual è la sua responsabilità personale di minore (allora) di seconda generazione a bassa istruzione? Le saremo grate, noi donne perbene, se fa cadere un primo ministro che odiamo tutte?

Suole adesso nella sinistra non usare il diverso né per confermare né per trovare l’oscuro dentro di noi tutti e tutte, ma per cercare l’essenziale che forse abbiamo perso, quello che spesso ho riassunto in ‘uguaglianza per noi e diversità per loro’. Inoltre, come molti imperi al declino, ci resta il senso di colpa (versione di sinistra della nostalgia della grandeur) senza avere più il potere, e nella colpa ritroviamo una potenza che ormai ha ceduto il passo ad altre parti del mondo.



Se non sono per me stessa chi sarà per me?

In altre parole mentre la sinistra sostiene per qua (occidente) la diversità e non si fa troppi problemi se là (altro, comunque non occidente) è omogeneo ed escludente di diversità (forse la diversità è fatta di monadi omogenee?), viceversa la destra vede qua (occidente) come un posto in origine puro e quindi omogeneo (o per lo meno assimilato) e là come altro e non omogeneo. Mi paiono due pezzi delle stesso disegno e tanto mi manca un pensiero critico, idee che non siano facili, il pensiero che descrive come si vive, chi si è, che dà forma a sogni. Mi hanno detto che si chiama la produzione di senso.



Et alors?



Vediamo in che modo mi interrogano Berlusconi e i maschi.

E quando io sono per me stessa, cosa sono?



Berlusconi mi pare una degenerazione del potere, assunto in sé, una specie di re solino, senza tutto il potere ma con tante plastiche. Una specie di Re Lampada solare, un vecchio che ha preso male la vecchiaia. L’età lo ha colto di sprovvista. È corrotto e corrompe. Molti maschi si identificano in lui ed altri, contrari al suo governo, smettono di essere maschi? Forse incorpora i sogni, l’immaginario di molti maschi. Restano solo oppositori e smettono di vedersi come parzialità maschili? Non tanto tempo fa ad un bel convegno sulla laicità sedevano otto uomini, maschi intendo: non c’erano donne, non era stata offerta la presenza, ma soprattutto nessuno di loro si sentiva a disagio o incompleto per questa mancanza (clamoroso soprattutto nel caso della laicità che come si sa in grossa parte riguarda la riproduzione e la vita). Loro (maschi) si sentivano completi in sé e quindi la presenza e non l’assenza di donne sarebbe stato un problema. Lo stesso dicasi per i matrimoni tornati in auge dopo la mezza età, con presenza di amanti (maschi e femmine) se c’è qualche problema, o con moglie (e raramente mariti) di 30 anni più giovani e magari in modo un po’ neo-rousseauiano arrivano da qualche paese più ‘vero’, un o una neo-buona selvaggia. Un rapporto dispari va sempre bene soprattutto se si è dalla parte del potere, no? È sparito il sesso dalle coppie per bene e guai a parlarne. Come si diceva: la prima volta una tragedia la seconda una commedia, per cui almeno i nostri genitori ci credevano nel matrimonio, adesso si fa lo stesso ‘per la pensione’ o così, tanto per esser conformisti. Cos’è che diceva Freud e che cos’è che dicevano tante donne sul corpo? Non mi ricordo, è rimasto solo quello in TV? Anche qui…



Un po’ puttane, un po’ madonne, un po’ selvagge, o solo donne?

E solo uomini?



Quel che mi manca più d’ogni cosa è il pensare, il capire invece di schierarsi, sebbene celebrerei a più non posso la caduta del governo, ma dissi lo stesso per Andreotti e adesso ho paura a dirlo per Berlusconi, ma lo penso. Perché abbiamo perso? Perché ci sono meno donne elette qui che in qualunque altro paese UE e di quelle elette metà sono della destra? Perché ci sono meno donne elette adesso che 30 anni fa? Abbiamo tradito le nostre aspettative e quindi le nostre figlie. Perché le donne sono tornate ad essere un’aggiunta? Perchè gli uomini sono tornati ad essere una totalità?

on sono in Italia il 13, se ci fossi stata, sarei andata, ma solo perché faccio qualunque cosa penso possa servire a far cadere il governo. Non per la mia storia di donna. Non per la signora Ruby anche perché ho avuto la fortuna e la rabbia di non dover far bunga bunga a nessuno.



Pirké Avot (modificato, 1:14) : Se non sono per me stessa, chi sarà per me? E quando io sono per me stessa, che cosa sono? E se non ora, quando?




 *Scritti tra il 200 AC e 200 AD. In particolare questa frase è attribuita alla scuola di Hillel

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