Login Registrati
13 febbraio - Con la nostra esperienza di vita e di lotta

13 febbraio - Con la nostra esperienza di vita e di lotta

Collettivo “StregheperSempre” – Donne per l’autodeterminazione

Venerdi, 11/02/2011 - Ci saremo perché ci riconosciamo nella nozione di dignità sociale enunciata nell’articolo 3 della nostra Costituzione: nella garanzia di condizioni di vita tali da consentire a ogni persona di partecipare alla vita sociale e alla sfera pubblica senza essere ristretta in ruoli e funzioni che limitano di fatto la libertà, l'uguaglianza, il pieno sviluppo delle personalità. Per questo contestiamo le politiche del governo Berlusconi che hanno accentuato la crisi capitalistica e le criticità storiche dell'occupazione femminile, determinando un peggioramento delle condizioni materiali di vita di milioni di donne, native e migranti, lavoratrici, studentesse e precarie, che rende più difficile, se non impossibile, l'autodeterminazione delle stesse. Le politiche sociali di questo governo sono un chiaro manifesto contro la libertà delle donne: i tagli ai servizi sociali, alla scuola, alla sanità e agli enti locali caricano sulle famiglie e, in particolare, sulle donne il lavoro non retribuito di riproduzione di bambini, anziani e persone non autosufficienti. A tutto ciò si aggiunge un crescente ricorso al lavoro di riproduzione delle straniere, misconosciuto e sottopagato pur se nell’ambito di progetti coraggiosi di costruzione di una prospettiva di esistenza migliore per sé e le proprie famiglie, quando non di diretta sopravvivenza. L'autonomia - autonomia politica, autonomia economica e l'autodeterminazione - delle une e delle altre è il frutto di un'assunzione di responsabilità a favore della libertà e della dignità umana, di una visione del mondo ancorata a esistenze solidali, che si situa agli antipodi rispetto all'irresponsabilità sociale promossa dalla classe padronale italiana e dal suo governo, con il ricatto di Marchionne e con gli attacchi ripetuti di questo governo ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e all'art. 41 della Costituzione che pone alla libertà d'impresa il limite del perseguimento dell'utilità sociale e della salvaguardia della sicurezza, della libertà e della dignità umana.



Ci saremo perché ci riconosciamo nella critica al patriarcato che nega la sessualità clitoridea, imponendo come naturale il modello culturale dell’orgasmo vaginale, che rende la donna dipendente dall’uomo sul piano affettivo ed erotico prima ancora che sul piano economico e sociale. Rivendichiamo il diritto ad una sessualità libera che non coincide necessariamente con l’eterosessualità, il matrimonio, la maternità. Pensiamo che vada riattualizzato il dibattito che ha accompagnato la legge promossa dalla senatrice Merlin, che condanna l’istigazione e lo sfruttamento della prostituzione e non criminalizza le prostitute: c’è un legame diretto fra il contenuto della disciplina della prostituzione e lo stigma sociale che accompagna chi si prostituisce, indipendentemente dalla sua raffigurazione come vittima o come adulta (o adulto) più o meno consapevole e consenziente. Del resto la costruzione di una norma patriarcale e monocratica cui uniformare istituzioni, corpi intermedi, e società civile è il terreno su cui Silvio Berlusconi dilaga, nello stile di vita come nelle scelte di governo. E ci preoccupa la possibilità che persista, oltre il governo Berlusconi, il danno della confusione indebita tra la morale e la legge e tra la morale e la morale cattolica. Abbiamo contrastato la legge 40 sulla fecondazione assistita, contrastiamo il pessimo disegno di legge sul cosiddetto “testamento biologico” e la proposta di legge Tarzia sui consultori del Lazio. Contrastiamo, da qualunque parte provenga, l’intenzione politica di attribuire alla legge una funzione espressiva, di imporre alla società italiana la conformità biografica a una norma e di costruire uno stigma sociale nei confronti di chi a questa uniformità si sottrae.



Ci saremo perché sentiamo forte l’esigenza di arrestare la “berlusconizzazione” del nostro paese, il declino culturale in cui siamo precipitati in questi anni di governo delle destre.



Ci saremo per mostrare volti e storie, di donne e di uomini, esclusi dal sistema informativo - di cui il Presidente del Consiglio è diretto impresario - che da vent’anni a questa parte ci impone modelli femminili e maschili svilenti.



Saremo in piazza a Roma domenica perché la posta in gioco è la dignità delle operaie metalmeccaniche, di giovani e meno giovani in movimento e sommovimento nella scuola e nelle Università, nel pubblico impiego, sui tetti e sulle gru, nella precarietà di lavori e di vite che si vogliono espropriare della partecipazione alle scelte sul come, cosa, perché, per chi produrre e in primo luogo sul come riprodurre le condizioni stesse del nostro stare al mondo come specie umanamente riconoscibile.



Saremo in piazza a Roma domenica perché siamo ovunque ci sono donne che lottano per la propria dignità, per la propria libertà, per la propria cittadinanza in un paese e in un futuro migliore!

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®