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100 minuti. Un ascensore scomodo

100 minuti. Un ascensore scomodo

4 donne imprigionate in un ascensore vivono 100 minuti di paura, angoscia e rabbia in un crescendo di forte impatto emotivo che culmina in un epilogo del tutto inaspettato.

Venerdi, 22/02/2013 - Un ascensore, quattro donne, e una vicenda che si svolge nell’arco temporale di cento minuti. A prima vista una storia intimista tutta al femminile, scandita inesorabilmente dalle lancette dell’orologio e inserita fra le pareti claustrofobiche di un ascensore.

Ma con lo scorrere delle prime pagine l’autrice, attraverso il ritmo incalzante del dialogo, delinea la personalità delle protagoniste, mentre il suo sguardo impietoso mette a nudo le loro paure e fragilità emotive.

Un sottile filo sembra congiungere le quattro donne, pur nella loro diversità: Marta, la più fragile, Lara, ironica e spregiudicata, Giulia, impulsiva e insoddisfatta, Paola matura e riflessiva.

L’autrice le dipinge con scansioni pressanti e introspettive, tratteggiando nel contempo la storia di quattro generazioni, le loro frustrazioni, i loro scontri, i loro vissuti.

Le lancette corrono, quasi più in fretta del tempo reale – i fatidici cento minuti – perché l’abilità dell’autrice sta proprio nel far sì che il lettore, una volta coinvolto, non si stacchi dalle pagine del libro.

Con il passare dei minuti si assiste non solo all’evolversi della storia, ma alla presa di coscienza dei singoli personaggi, che, a loro volta, trascinano il lettore in una catarsi che si rivela salutare e sorprendente.

Uno stile narrativo asciutto ed essenziale accompagna la trama e la suspense che ne scaturisce tocca a tratti momenti di grande impatto emotivo.

La vicenda si conclude negli ultimissimi minuti in un epilogo che è un vero e proprio colpo di scena.

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