Venerdi, 16/07/2021 - È morta Emilia Lotti, una di quelle donne italiane che hanno fatto la storia del dopoguerra con la capacità di mutare la condizione privata e la vita pubblica, lasciando segni tangibili di una grandezza ancora tutta da raccontare.
Nata nel 1930, Emilia si era iscritta nel 1947 al PCI crescendo come attivista in quel partito che è stato crogiuolo di politica e speranza, cultura, impegno sociale e innovativa competenza amministrativa.
Pochi anni dopo troverà nell’UDI il luogo di un’appartenenza in cui sperimentare e far crescere la qualità politica di un’autonomia femminile ancora impedita dalle leggi e fortemente osteggiata dalla mentalità corrente.
Il suo impegno nell’UDI, che continuerà ininterrotto anche quando sarà chiamata ad impegni istituzionali e amministrativi, comincia proprio a ridosso del V Congresso, che nel 1959 propone un documento sulla divisione dei ruoli tra donne e uomini nella famiglia e nella società, aprendo il dibattito sulla società maschilista.
Indimenticabile compagna e amica per molte di noi, con la sua capacità di curare e costruire collettività politica femminile è stata determinante per la svolta dell'Udi nella preparazione e realizzazione del XII Congresso.
Acuta, lungimirante, attenta e accogliente ha saputo utilizzare insieme il coraggio e la prudenza, la determinazione e la disponibilità alla mediazione.
Discreta fino alla modestia sapeva leggere il mondo con ironia sottile e bonaria, forte delle sue più profonde convinzioni e della concretezza che la rendeva puntuale nell'agire.
Con Lidia Menapace è stata Responsabile della sede nazionale dell’UDI e protagonista di una delle stagioni di più feconda creatività politica dell’associazione, promuovendo la presenza di nuove generazioni di donne e favorendo la sedimentazione della lunga storia di cui conosceva pienamente il valore.
Emilia era orgogliosamente una donna dal fattivo pensiero, quello che diventa concretezza di azione e costruisce possibilità di mutamento reale perché incide e si consolida dentro le relazioni politiche tra donne prima di tutto.
Di questo abbiamo fatto esperienza in molte con lei, che ci è stata maestra nell’assunzione di responsabilità e riconoscimento tra noi: riconoscenti ricordandola continueremo il cammino.
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