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È giusto avere ambizione nel lavoro?

È giusto avere ambizione nel lavoro?

Strategie private -

Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2006

Sono Francesca, ho 27 anni e mi sono laureata in Economia con 100/110. Il mio sogno fin da piccola è sempre stato fare la pubblicitaria, però su consiglio dei miei genitori ho frequentato un corso di Scienze della Comunicazione per avere una preparazione più solida. Da qualche mese lavoro in un’Agenzia di Comunicazione e Pubblicità. Noto che l’ambiente è molto competitivo e mi sento a disagio rispetto ad una serie di valori di democrazia e uguaglianza che ho interiorizzato nel corso dei miei studi. Parlando con i miei amici mi accorgo che la competizione nelle aziende, anche se di piccole dimensioni, è molto forte! Soprattutto in relazione all’opportunità di sviluppo professionale che le donne come me ambiscono. Questa constatazione è costantemente riportata anche sui giornali che leggo e che settimanalmente pubblicano statistiche sulla sperequazione di trattamento retributivo e di carriera fra uomini e donne. Mi domando quindi se è corretto che io cambi il mio atteggiamento mentale e consideri “l’ambizione” un valore corretto per poter crescere nel mondo del lavoro.



Francesca Sirtori (Cesano Boscone - Mi)



Cara Francesca,



quello che dici è di attualità e anche condivisibile ed è sicuramente molto frustrante vedere le proprie aspirazioni soffocate dal “soffitto di cristallo” consolidato da tempo, soprattutto in Italia. Il lavoro è comunque una bella gara nella vita e come tutti gli “sport” ha delle precise “regole del gioco”. Mi permetto di consigliarti alcune regole che è utile tenere a mente nella finestra di tempo che ti si apre (la tua vita professionale da trentenne a quarantenne): ti dico questo non per incoraggiarti ad agire come un uomo, ma se conosci le regole che guidano le azioni degli uomini nel lavoro sarai aiutata a capire il loro gioco, ad anticiparlo e ad avere più chanches nella tua competizione professionale. Dimostra di essere competente senza millantare successi inesistenti ma senza negare o sminuire le tue buone imprese. Comportati da persona forte, cerca l’autonomia e prenditela perché nessuno te la offre su un vassoio.

Sii professionale e non lo stereotipo della donna in carriera perché il senso dell’umorismo ti aiuterà molto di più che fare la dura nelle situazioni spinose. È stupendo potersi divertire lavorando, ma non è questo lo scopo e non è sempre possibile: il vero piacere sta nel senso di realizzazione del lavoro ben fatto. Non apparire emotiva perché se un uomo alza la voce tutti pensano che è arrabbiato, se lo fa una donna pensano che è isterica… così se è noto che sai controllarti, la volta che esplodi tutti ti prenderanno molto seriamente. Continua ostinatamente a cercare la strada della tua realizzazione professionale. In fondo cos’è il lavoro? Moltissimo! Quando c’è e quando manca, quando non è soddisfacente e quando scandisce il ritmo della tua vita.

Cristina Melchiorri



(15 ottobre 2006)

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