È davvero lei il titolare?

Melchiorri Cristina Lunedi, 17/12/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2012

Sono Vittoria, ho trentacinque anni e faccio l’imprenditrice di servizi di comunicazione per le aziende. Come gli altri artigiani faccio di tutto per sopravvivere a questo momento di crisi. Aggiungo che ho sempre cercato di gestire al meglio i miei 10 collaboratori, cercando la loro partecipazione alle decisioni importanti, preoccupandomi del clima che si respira in ufficio e ho un’attenzione particolare alle esigenze famigliari delle donne che lavorano con me. Insomma il mio stile è manageriale, ma soprattutto umano. Sa cosa mi irrita? Capita che clienti e anche fornitori con i quali mi rapporto, non so se per l’età o perché sono una donna, mi chiedano “ma è davvero lei il titolare?”

Vittoria Salemi, Sesto S.Giovanni (Mi)



Cara Vittoria, forse per entrambe le ragioni. Già è “grave” che comandi una donna, figuriamoci se è giovane, manageriale e umana! Nonostante la crisi, che dovrebbe riportarci all’essenziale, a ciò che conta veramente nel rapporto fra le persone anche sul lavoro, non muoiono i vecchi stereotipi eil maschilismo nel business. Da una recente ricerca fatta dall’Università Cattolica di Milano emerge che le aziende guidate da donne sono più solide, hanno tenuto in termini di fatturato e dipendenti anche nel periodo 2007-2011, quando gli imprenditori hanno ristrutturato pesantemente, utilizzando la crisi talvolta anche come pretesto. La gestione femminile, al di là dei luoghi comuni che vorrebbero le donne a capo di un’azienda simulare i modelli di comportamento maschili, ha dimostrato di avere una marcia in più: la flessibilità e la partecipazione, con una maggiore forza derivante dal modello collaborativo fra le persone che lavorano, anziché riproporre il modello gerarchico top down tipico della leadership maschile dell’impresa artigiana. A quando un approccio realmente partecipativo, da parte di mariti e figli, anche nella organizzazione della famiglia?