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Soverato / Le donne che leggono sono pericolose

Da giovedì 20 a domenica 23 luglio 2023 il programma di iniziative della Biblioteca delle Donne di Soverato

La Biblioteca delle Donne di Soverato, attiva da circa trent’anni nella comunità di Soverato e del comprensorio è un’associazione femminista che si occupa di politiche di genere e di promuovere la lettura come valore inestimabile nel percorso individuale. Ha fondato anche una biblioteca specialistica situata in due sale del Palazzo di Città e possiede circa 8000 testi di autrici, riviste, dvd di registe e  ogni anno si avvale dell’apporto di nuovi titoli.

Durante il periodo estivo, oltre a dare spazio ai libri, core business dell’associazione, organizzerà un contest presso l’ex Comac a Soverato da giovedì 20 a domenica 23 luglio 2023. Il progetto è nato dall’idea di una mostra fotografica dal titolo provocatorio “Le donne che leggono sono pericolose” che simbolicamente vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che sta succedendo in Iran e le ingiustizie che hanno subito le donne nel corso della storia:

“A.D. 2023: A Qom, una delle principali città sante iraniane, secondo quanto dichiarato da un’autorità sanitaria, sono state avvelenate centinaia di bambine di 10 anni nel tentativo di provocare la chiusura delle scuole femminili.Oltre a Qom, anche la città di Borujerd, nel centro del Paese, è stata teatro di episodi simili: oltre 90 studentesse delle scuole superiori si sono recate in ospedale con sintomi di avvelenamento… “

Non possiamo rimanere insensibili a questa tragedia né a quello che è successo nel corso della storia a scapito delle donne, perché come ha ribadito Ruth BaderGinsburg, la seconda donna a entrare a far parte della Corte d’appello degli Stati Uniti “Se rimani neutrale in una situazione d’ingiustizia, non significa che sei equidistante, ma che stai dalla parte degli oppressori”.

La lettura avvicina alle vite altrui, fa viaggiare, sognare, divertire, conoscere e tanto altro. Dalla lettura scaturisce la fiducia in sé, da questa sboccia il coraggio di pensare autonomamente, perché chi legge riflette e si fa una propria opinione. Una società equa deve dare questa possibilità a tutte e tutti”.

Durante le giornate della mostra il programma sarà arricchito da interventi, musica e da uno spettacolo teatrale.

Giovedì 20 luglio
Dopo l’inaugurazione della mostra alla presenza del sindaco e i saluti della presidente Paola Nucciarelli e l’intervento di Maria Luisa Corapi, architetta e fotografa, ci sarà in serata la proiezione del film di animazione “Persepolis” di Marjiane Satrapi. La storia, un romanzo di formazione, inizia poco prima della Rivoluzione iraniana, mostrando attraverso gli occhi di Marjane, che inizialmente ha nove anni, come le speranze di cambiamento della gente furono infrante lentamente quando presero il potere i fondamentalisti islamici, obbligando le donne a coprirsi la testa, riducendo ulteriormente le libertà della popolazione e imprigionando migliaia di persone. La storia si conclude con Marjane, ormai ventiduenne, che espatria.

Il film ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes 2007.

Venerdì 21 luglio
Ci sarà l’intervento della report di guerra e analista Giusy Criscuolo dal titolo “Le donne e l’Islam: situazione in Iran”.

A seguire alle 21,30 ci sarà lo spettacolo teatrale “TUTTO QUELLO CHE VOLEVO - Storia di una sentenza”di e con Cinzia Spanò, attrice e presidente dell’ass. Amleta.

“Fece molto scalpore, qualche anno fa, la storia di due ragazzine di 14 e 15 anni, frequentanti uno dei licei migliori della capitale, che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco mediatica anche per via dei clienti che frequentavano le due ragazze; tutti appartenenti alla cosiddetta “Roma-bene”, professionisti affermati e benestanti, di livello culturale medio-alto, insospettabili padri di famiglia.

La storia che raccontiamo inizia quando la strada della più piccola delle due ragazze - che noi chiameremo Laura - incrocia quella della Giudice Paola Di Nicola, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane, un professionista romano di circa 35 anni. La Giudice, che deve esprimersi anche sul risarcimento del danno alla giovane oltre che sulla condanna alla reclusione e alla multa dell’imputato, stabilisce che nessuna cifra potrà mai restituire alla ragazza quello che le è stato tolto. Inoltre: “Com’è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? Se io adesso dispongo di risarcirla in questo modo non farei che ripetere la stessa modalità di relazione stabilita dall’imputato con la vittima, rafforzando in lei l’idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità. E come può inoltre il denaro proveniente dall’imputato, il mezzo cioè con cui lui l’ha resa una merce, rappresentare per quella stessa condotta il risarcimento del danno?” UNA SENTENZA CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO .“La diffusa descrizione delle circostanze di fatto e degli effetti del commesso reato su Laura consentono di pervenire alla difficile decisione individuando l’unico strumento capace di restituire dignità̀ e libertà, ossia la Conoscenza. (...) E’ nei libri delle donne e sulle donne che l’hanno preceduta e che hanno dovuto faticosamente guadagnare la loro libertà di scelta e la loro autonomia intellettuale, che la giovanissima potrà̀ trovare, se lo vorrà̀, strumenti di conoscenza, modelli e una tra le tante opportunità̀ per comprendere la sua storia (...) aprendo così la propria vita ad un’esperienza di libertà consapevole che solo la conoscenza le può permettere.” Lo spettacolo è dedicato alla giudice Paola di Nicola e alla sua coraggiosa e sorprendente sentenza. La sua esperienza e il suo sguardo ci guidano verso la scoperta di una realtà̀ diversa da quella che avevamo immaginato. All’epoca, infatti, attraverso una narrazione facente leva prevalentemente sugli stereotipi, i media hanno fortemente inquinato la lettura collettiva della vicenda; lo stigma è caduto soprattutto sulle giovani, che proprio in virtù del fatto di non essere percepite come vittime sono divenute vittime una seconda volta.”

Sabato 22 luglio
Barbara Leda Kenny, caporedattrice di In Genere, fondatrice della libreria Tuba di Roma e Ideatrice e curatrice di InQuiete festival delle scrittrici a Roma farà un intervento “ Ilvalore della lettura e della sua diffusione legata alle politiche di genere”.



Domenica 23 luglio

È prevista nel tardo pomeriggio la premiazione delle migliori tre fotografie (giuria qualificata e popolare) sarà allietata dalla Dj Lucy Teti di Radio Valentina con musiche mirate.

La serata si concluderà con la visione del film “La casa dei libri” di Isabel Coixet sempre per ribadire l’importanza del libro e della sua diffusione.

Nello spazio dell’Ex Comac saranno messi a disposizione dalla Biblioteca delle Donnei libri del BookCrossing e saranno presenti le due librerie di Soverato, InContro e Non ci resta che leggere con una loro selezione di libri in vendita.

La libreria Non ci resta che leggere sarà presente anche con un gruppo di piccoli lettori/lettrici.

Verrà anche messo un banchetto per la raccolta fondi a favore di Jinealoji, l’associazione curda per lo studio della storia delle donne e che vuole fondare una biblioteca in Kurdistan. Questo di seguito il loro appelloper il sostegno della Biblioteca, Archivio e Centro di ricerca delle donne curde a Sulaymaniyah:

“Le donne sono sempre state al centro dei movimenti di liberazione e di difesa di una vita libera nelle comunità oppresse. Il ruolo delle donne nella società si è spesso basato sui valori del collettivismo, dell'amore e della libertà. Questa conoscenza è stata centrale per la resistenza contro il dominio, ed è una memoria che è stata deliberatamente presa di mira dai poteri dominanti del mondo. È essenziale continuare a ricercare il ruolo delle donne nei movimenti politici e nella vita comunitaria, per mantenere viva questa memoria nella nostra lotta continua. Se non sappiamo chi siamo e da dove viene la nostra storia, diventa più difficile lottare per la liberazione. Ecco perché è necessario scavare nella memoria nostra e dei nostri popoli. Questo è stato il compito che la nostra cara amica NagihanAkarsel, membro dell'Accademia di Jineolojî, ha sviluppato per molti anni. Il 4 ottobre è stata assassinata nella stessa città in cui sta sorgendo la nostra Biblioteca. Rappresenta la volontà e la forza delle donne, la mente libera che lotta per conoscere ed espandere la conoscenza per la libertà delle donne e dei popoli, per rompere il dominio di un sistema totalitario. NagihanAkarsel ha messo la sua anima nella costruzione di questa biblioteca e centro di ricerca. Jineolojî, la scienza delle donne e della vita, è nata e si è sviluppata dai semi della resistenza delle donne in Kurdistan. Si tratta di indagare le nostre radici, i nostri popoli e le nostre culture, ma anche di imparare da altri territori. Negli ultimi anni, Jineolojî ha lavorato per superare i confini geografici e raggiungere tutte le parti del Kurdistan e del Medio Oriente. I risultati della nostra ricerca collettiva sono stati condivisi con l'obiettivo di approfondire la conoscenza e la comprensione comune. Questo lavoro è stato portato avanti con la consapevolezza che abbiamo bisogno di una scienza che appartenga alla storia della resistenza delle donne. La Biblioteca delle donne curde è stata costruita con l'obiettivo di avere un luogo in cui le donne possano continuare a ricercare e condividere le conoscenze. L'obiettivo è quello di essere un ponte per tutte le donne e di unire le diverse lotte. Vogliamo anche costruire una piattaforma in cui le donne si riuniscano per sviluppare le loro ricerche, condividere esperienze e avere dibattiti. Vogliamo imparare dalle esperienze delle donne del Medio Oriente e seguire le orme delle donne del Kurdistan. La Biblioteca si propone di sviluppare un archivio visivo e orale, di raccogliere libri e riviste su temi quali la cultura, la letteratura, la scienza. L'apertura della Biblioteca è un grande passo per espandere la lotta delle donne in Kurdistan, e ora stiamo aprendo le porte a tutte le donne del mondo. Stiamo lanciando questo appello per la partecipazione al progetto della Biblioteca delle donne curde. È importante dare vita alla biblioteca, difendere e imparare dalla storia della resistenza e del sapere delle donne. La Biblioteca delle donne curde è un luogo dove scrittrici, artiste, accademiche, attiviste, storiche e donne che lottano in diverse parti del mondo possono trovare un luogo comune per continuare a difendere, creare e condividere la loro cultura, le loro esperienze e le loro conoscenze. “


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