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GENOVA / Inchiostro di miele e cannella

Venerdì 15 dicembre alla Passeggiata Librocaffè Irene Schiavetti e Valentina Martini presentano "Inchiostro di miele e cannella"

Venerdì 15 dicembre alle 18 alla Passeggiata Librocaffè di piazza Santa Croce a Genova

Irene Schiavetti e Valentina Martini presentano il loro carteggio

Inchiostro di miele e cannella
Io e te, colleghe. Quando l’e-mail ritorna lettera
Erga Edizioni

Presenta la scrittrice Deborah Riccelli

È possibile che due colleghe di lavoro decidano di scrivere un libro?
È possibile che due inguaribili imbrattacarte trovino il modo per dare vita al loro sogno letterario?
A Irene e Valentina è accaduto: tra cenni autobiografici e fantasia nascono Nina e Caterina.
Nina: timida, sognatrice, fiabesca e mamma innamorata, che si barcamena nella quotidianità e nella sua “Amorelandia”.
Caterina: complicata, tormentata, intensa. Un passato a cui arrendersi. Un presente da gestire, diminuendo l’alcol e aumentando la fiducia.
Lettere. Pezzi di anime. Consigli e ricordi. Risate e pianti. E le rispettive famiglie. Tradizionale quella di Nina: con marito, amato e compagno da sempre, e figli. Speciale quella di Caterina: un ex marito che le scorre nelle vene, un nuovo compagno-angelo e un piccolo zoo in casa.
Ma è il destino che riga su riga si racconta. Sino alla lettera azzurra che scompagina il loro carteggio, cambiando ogni cosa...

Inchiostro di miele e cannella - Erga edizioni - 144 pagine - 12 euro - Distrib. naz CDA Bologna

Dalla Prefazione di Deborah Riccelli (Scrittice, esperta in violenza di genere):
Le autrici ci raccontano uno scambio epistolare tra due amiche. Due donne che vivono ai tempi di Facebook e WhatsApp, ma che scelgono di raccontarsi scrivendo, a mano, delle lunghe lettere. Useranno la tecnologia per i messaggi urgenti, ma affideranno a carta e penna vita e sentimenti. Una promessa solenne fatta alla loro amicizia. Riscopriranno l’attesa di una lettera e la gioia di avere un foglio che qualcuno ha scritto apposta per loro, tra le dita. Pensate a quanta bellezza. Una lettera la puoi leggere e rileggere ancora. Puoi conservarla nella scatola delle tue scarpe preferite come se fosse rinchiusa in uno scrigno segreto e prezioso.
Le due protagoniste, raccontandosi, ci parlano di noi. Delle donne che siamo, che siamo state, che vorremmo diventare o di quelle che ci camminano accanto. Donne identiche a loro le possiamo incontrare in ufficio, in palestra o al supermercato. Perché loro ci sono. Io le ho conosciute. Cat e Nina esistono e ci trasportano nel loro mondo, alternando momenti di lucida coerenza ad altri di folle visionarietà. Lo fanno moltiplicando le immagini del femminile che ogni donna racchiude dentro di sé.
Cosa potrei dire ancora, senza togliervi il gusto della lettura? Vi dico solo che questo libro mi ha fatto vedere la forza dell’amore. L’amore per un genitore, perché si può anche non provare mai la gioia di diventare madri, ma il vuoto di non sentirsi più totalmente figlie crea una voragine che allontana ogni certezza. L’amore per l’uomo che hai sempre sognato e poi scelto. L’amore per l’uomo che hai sempre sognato e poi scelto, ma che disattende ogni tua aspettativa. L’amore per chi hai messo al mondo. L’amore per chi ti si racconta, ti ascolta e non ti giudica. Perché è esattamente questo quello che dovremmo pretendere dall'amicizia.
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Dalla Postfazione di Luca Trabucco (Psicoanalista):
Questo romanzo, opera prima di Valentina Martini e Irene Schiavetti, si situa in un contesto importante degli stili letterari moderni: il romanzo epistolare.

Nei classici … il carattere precipuo del racconto è dato dalla “pubblicazione” della trama della storia attraverso il racconto, per l’appunto epistolare, da parte del protagonista. In pratica quello che voglio sottolineare, è che la qualità epistolare dello stile è solo uno stratagemma di scrittura, così come in altri casi si è ricorso allo stratagemma stilistico dell’antico manoscritto di autore ignoto, come per “I promessi sposi” di Manzoni, o, ancor più esplicitamente, per “Il manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki. In pratica in questi “classici” l’interlocutore epistolare rimane nascosto, apparentemente irrilevante allo svilupparsi della vicenda.

Nell’opera delle nostre due scrittrici invece, il dialogo (a quattro - due autrici con i loro rispettivi due personaggi) è essenziale all’esistere della storia stessa. Mi sembra straordinariamente interessante questa ripetuta duplicità, delle autrici e delle protagoniste, per delle ragioni che andrò a sviluppare.

… il filo del racconto che le lettere tra Cat e Nina vengono a dipanare e al contempo a intrecciare tra due vite diverse, a tratti quasi opposte, in una garbata opposizione, ovvero in una empatica condivisione, a me sembrano venire a costituire la trama di un sogno, in cui diversi livelli e per­sonaggi della mente vengono a interagire. Nell’ambito di un sogno, si sa, ogni personaggio non è che parte di un disegno complesso e in divenire, la cui trama non è data a priori, ma rappresenta una potenzialità narrativa con infinite possibili­tà di sviluppo.

… La mente è un fenomeno relativamente recente nel processo evolutivo della specie umana, e spesso si “arrangia” alla meno peggio di fronte a degli accadimenti emotivi che travalicano le capacità della mente stessa di poterli elaborare...

Penso così a Valentina e Irene come a quel Pietro che concepisco come personaggio che mette in scena la capacità della mente di sognare, cioè di non lasciar cadere i fili sospesi di emozioni indicibili per poter tessere tali fili nella rete sicura della trama di un racconto capace di dare senso anche alle angosce più profonde dell’anima, di nutrirsi della Verità.


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Dall’Introduzione - Le Autrici
- Un carteggio improvvisato, inatteso. Dove non arrivava la voce è venuto in soccorso l’inchiostro, mentre nello stesso modo nasceva la nostra amicizia, vero Vally?
- Sì, un giorno, due colleghe, parlando del più e del meno in ascen­sore, scoprono di avere entrambe la passione per la scrittura e... iniziano a scriversi...
- Senza vergogna, senza tabù e con un pizzico di coraggio ci siamo raccontate, ci siamo inventate, è stato bello!
- Contate che fino a quel momento, ci limitavamo a un cortese rap­porto lavorativo, nemmeno dei più stretti, visto che operiamo in settori ben distinti...
- Credo siano state Nina e Cat a farci avvicinare.
- In un certo verso penso di sì, sai? E sono state grandiose. Noi le creavamo e, di rimando, loro tessevano la nostra unione. Poetico, direi.
- Giorno dopo giorno, senza mai metterci d’accordo sulla trama, abbiamo scritto la storia di due donne, due amiche, due realtà...





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