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Riflessioni sulla maestra sospesa per aver fatto pregare gli alunni, le uccisioni al grido di “Allah

Riflessioni sulla maestra sospesa per aver fatto pregare gli alunni, le uccisioni al grido di “Allah

L’Islam, con circa 1,8 miliardi di fedeli (ossia il 23% della popolazione mondiale), è la seconda religione del mondo per consistenza numerica (dopo il cristianesimo, almeno per ora) e vanta un tasso di crescita particolarmente significativo, considera

Giovedi, 20/04/2023 - Un tempo si rischiava di finire nel Colosseo, mangiati dai leoni, per avere professato apertamente di essere cristiano, oggi, invece, almeno in Italia, rischi soltanto di venire licenziata... siamo migliorati.
Ironia a parte, il mondo di Facebook, in questi giorni ha diviso l’attenzione tra l’orsa che rischia di essere uccisa e la difesa (o l’attacco), all’insegnante che ha fatto pregare gli allievi in classe.
Occorre dire che - per essere amici - gli amici di Facebook si mostrano spesso tra loro piuttosto agguerriti nella difesa del proprio pensiero, forse proprio perché “amici”, tra di loro, molti non lo sono affatto. Tornando all’accaduto: la maestra, rispettando il fatto che l'Italia è una Repubblica laica e aconfessionale, priva quindi di una religione ufficiale, avrebbe dovuto ricordare che l’insegnamento della religione cattolica in Italia (istituzione del concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica), è prevista in tutte le scuole italiane come lezioni settimanali facoltative. Lei, che insegna matematica, scienze, tecnologia ed educazione fisica, non aveva il diritto/ dovere, di far pregare i suoi allievi. Anche gli insegnanti in pensione conoscono quali sono i compiti che sono loro affidati, compresi i limiti: il docente ha libertà di scelta sul piano metodologico - didattico; risponde dell’indirizzo educativo - didattico del proprio insegnamento.
Il suo errore è stato che, dovendo mantenere per un tempo x, allievi per una supplenza, li ha fatti pregare, in un’Italia, dove non esiste una religione di stato. Chissà cosa sarebbe accaduto se fosse stata una credente di Maometto, fondatore della religione islamica (La Mecca 570 circa - Medina 632) a professare la propria religione nelle ore di insegnamento. Maometto: colui che è considerato dai musulmani il sigillo dei profeti, cioè colui che ha concluso il ciclo della rivelazione iniziata da Adamo. Colui che, a differenza del Gesù in cui credono i cristiani (uomo di pace morto in croce), ha guidato eserciti, causato uccisioni e conquistato città (la Mecca è stata conquistata non dalla predicazione, ma dalla spada). L’Islam, con circa 1,8 miliardi di fedeli (ossia il 23% della popolazione mondiale), è la seconda religione del mondo per consistenza numerica (dopo il cristianesimo, almeno per ora) e vanta un tasso di crescita particolarmente significativo, considerata com’é la religione col tasso di crescita più alto. In merito al dovere di diffondere la loro fede non hanno dubbi: “Generico obbligo è anche quello di "ordinare il bene e vietare il male" (al-amr bi-l-maʿrūf wa nahy ʿan al-munkar) ovunque essi si presentino, ricorrendo a ogni mezzo lecito e necessario, laddove il bene e il male sono determinati esplicitamente da Dio nel Corano, dovendosi intendere come Bene la sua volontà e Male il disobbedirgli”.
Ci sarebbe dunque da credere che una maestra che alla Mecca, avesse professato in classe la sua fede, non sarebbe accaduto nulla. Ma, dimenticavo: Ai non musulmani è vietato entrare in città.
Personalmente ritengo, che la nostra religione sia quella che lascia anche agli altri le proprie scelte. Non è quella per cui si muore e si uccide gridando: “Allah akbar” o “Allahu akbar”. (L’espressione “Allahu akbar” – che è contenuta anche in un verso del Corano in cui si dice di magnificare Dio – viene anche chiamata takbīr ed è una forma abbreviata della frase “Akbar min kulli shay” che vuol dire “Allah è più grande di ogni cosa”). La "nostra religione" non è (più) quella che sottomette le donne, privandole della libertà di pensiero. Viviamo in un’Italia, dove la libertà di religione e il diritto delle comunità religiose di creare le proprie istituzioni sono tutelati dalla Costituzione. Dove le moschee ufficiali sono dodici, nel senso di costruzioni fatte ad hoc, cinque complete di minareto (Segrate Milano, Roma, Ravenna, Colle Val D'Elsa, Forlí in ordine d’inaugurazione); mentre i luoghi di culto islamico sono più di 1.000. Esistono (anche), chiese cattoliche in tutti i Paesi musulmani della costa meridionale del Mediterraneo e in alcuni di essi vi sono diocesi vescovili e nunzi o legati apostolici. Per quanto occorra dire che: la trentesima edizione della World Watch List, il report dei primi cinquanta Paesi dove i cristiani sono più perseguitati di Porte Aperte Onlus, rivela che nell’ultimo anno sono stati uccisi 5621 aderenti al cristianesimo, 4542 arrestati e 5259 rapiti. Difatti ai cristiani oggetto di violenze a causa della loro fede ha rivolto il suo pensiero più volte anche il Papa. Ricordiamo che a gennaio 2023 in Nigeria, un gruppo di banditi ha attaccato, prima dell’alba, la residenza parrocchiale della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, nella regione di Paikoro e diocesi di Minna, uccidendo il parroco padre Isaac Achi e ferendo alle spalle il suo collaboratore padre Collins, mentre tentava di scappare. La Nigeria è la nazione dove si uccidono più cristiani, ben 5.014, secondo la WWList. Il Paese con il più elevato numero di cristiani perseguitati è la Corea del Nord, dove l’aumento degli arresti e la chiusura di un maggior numero di chiese si deve, anche, alla nuova ondata di persecuzione promossa dalla “Legge contro il pensiero reazionario” che, tra l’altro, considera reato la pubblicazione di qualsiasi materiale di origine straniera, inclusa la Bibbia. Se scoperti dalle autorità, i credenti sono mandati nei campi di lavoro - in cui le condizioni sono atroci- come prigionieri politici, o uccisi sul posto. Accade lo stesso alle loro famiglie. I cristiani non sono liberi di professare la loro fede, non possono riunirsi o incontrarsi per pregare se non nella massima segretezza e con enormi rischi. Essere cristiani o possedere una Bibbia costituisce un crimine grave, punito severamente.
Seguono Somalia, Yemen, Eritrea, Libia. Nazioni, in gran parte, fortemente islamiche e più intolleranti verso i cristiani, dove le persecuzioni sono dovute a società islamiche tribali radicalizzate, all’estremismo operoso e all’instabilità endemica. In questi territori la fede cristiana non è gratuita, purtroppo è vissuta nel segreto perché, se scoperti (specie se ex-musulmani) si rischia anche la morte. In Italia siamo liberali sulle scelte di fede, mentre esistono per i cristiani nel mondo luoghi pericolosi come la Nigeria il Pakistan - dove c’è più violenza anticristiana -, l’Iran - Paese in cui i cristiani e le chiese sono avvertiti come minacce al regime islamico e i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi-, e ancora l’Afghanistan e il Sudan. In Myanmar (in passato noto come Birmania), invece, sono oltre 100mila le persone costrette ad abbandonare le proprie case, nascondersi o fuggire dal Paese. Sono oltre mille il numero di case, negozi e proprietà di cristiani distrutti o attaccati e questo evidenzia la svolta autoritaria della giunta militare per cui alcune minoranze sono percepite come disturbatrici per il semplice fatto di professare la fede cristiana.
La Corea del Nord il Paese con più cristiani perseguitati.
In Italia non mi risulta che perseguitiamo qualcuno per la loro fede.
Sappiamo bene che la religione Cristiana Cattolica Apostolica Romana, non è, la religione ufficiale della nostra Repubblica, tuttavia potremmo ritenere che ci rappresenti. Siamo disponibili (dico siamo in forma lata), anche ad accettare le religioni differenti, però forse faremmo bene a difendere la nostra come fatto sociale, sentimento laico/religioso (mi si perdoni l'ossimoro), che ci qualifica come "diretti al bene", al perdono, alla uguaglianza uomo/donna, alla fratellanza dei popoli, al soccorso degli ammalati e di chi si trova in difficoltà (compreso, per quanto mi riguarda, l'accoglienza).
Intanto, a proposito della Docente che ha recitato in classe Ave Maria e Padre Nostro con gli alunni, la presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio Cristina Costarelli non sembra avere dubbi: “L’azione della maestra è stata inadeguata, la scuola è laica non deve portare gli alunni a professare nessuna religione, quella cattolica, ebraica, musulmana o quale che sia: c’è il rispetto della laicità della scuola e la recita delle preghiere è un’azione non opportuna”. La preside della scuola primaria di San Vero Milis (Oristano), dove sono accaduti “i fatti”, com’è noto, ha sospeso l’insegnante per venti giorni con annessa riduzione dello stipendio.
L’insegnante, nel corso d’interviste, ha sostenuto di essersi sentita ispirata d Dio. È profondamente credente per cui non sente di avere commesso alcuna cosa negativa visto che: “Tutti gli alunni delle mie classi sono cattolici, non c’è nessun musulmano. Non pensavo di avere mancato di rispetto né ferito coscienze o sensibilità“.
Intanto la maestra di Oristano, Marisa Francescangeli è tornata a scuola a San Vero Milis nella mattina di lunedì 17 aprile.
Bianca Fasano

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