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L' Ucraina dei miti- Tauride in fiamme

L' Ucraina dei miti- Tauride in fiamme

in questi tempi di orrori di guerra , il corpo delle donne è oggetto di stupri e morte atroce. Così la poesia evoca il presente appellandosi al mito eterno della Grecia più arcaica.

Domenica, 10/04/2022 - L’ Ucraina dei miti


L’ Ucraina dei miti, oggi
più che mai Terra lacerata
di una nuova Medea,
ancor più violata, si racconta,
agli occhi atterriti del mondo,
cantando la morte sui social.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

Resta secca la gola del Tempo.
Anche i miti ci hanno bruciato.
Nella Colchide oggi sono entrati,
come nuovi barbari, biondi giovani
coi tanks, sparando alla cieca,
nelle case hanno spento la luce.

Hanno scambiato pane e salame
per qualche ragazza, o giovane madre.
Godono e uccidono, così hanno disperso
eterno il seme delle maledizioni!

***


Anche le farfalle, hanno bruciato.
Solo la primavera resta tronco spezzato
sulla via. Una testa verde sola
tra le foglie, senza più lingua.

Anche Dioniso ha smesso di ubriacarsi
tra grappoli d’uva bianca e impiccati.
È un vecchio lacero e solo, che piange
l’ombra della gioia, ma stralunato
il suo cuore esce a combattere furioso.
Poi se ne va, il dio morente, a guardare
il tramonto tra i girasoli. Giallo e blu.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

E sulla darsena, è portalettere
di fuoco, il mare, nero
di rabbia e di storia, di amore
e tragedie… Epico e primitivo,
anche il vento è insepolto.





















Nella Tauride in fiamme


Tutto hanno bruciato.
Anche l’aria, è arsa viva
all’aurora.

Più non respira
Ifigenia oggi,
nella Tauride in fiamme.

Anche gli Dei sono cenere.

S’è sciolta atrocemente
la neve dei miti.














L’ Ucraina dei miti


L’ Ucraina dei miti, oggi
più che mai Terra lacerata
di una nuova Medea,
ancor più violata, si racconta,
agli occhi atterriti del mondo,
cantando la morte sui social.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

Resta secca la gola del Tempo.
Anche i miti ci hanno bruciato.
Nella Colchide oggi sono entrati,
come nuovi barbari, biondi giovani
coi tanks, sparando alla cieca,
nelle case hanno spento la luce.

Hanno scambiato pane e salame
per qualche ragazza, o giovane madre.
Godono e uccidono, così hanno disperso
eterno il seme delle maledizioni!

***


Anche le farfalle, hanno bruciato.
Solo la primavera resta tronco spezzato
sulla via. Una testa verde sola
tra le foglie, senza più lingua.

Anche Dioniso ha smesso di ubriacarsi
tra grappoli d’uva bianca e impiccati.
È un vecchio lacero e solo, che piange
l’ombra della gioia, ma stralunato
il suo cuore esce a combattere furioso.
Poi se ne va, il dio morente, a guardare
il tramonto tra i girasoli. Giallo e blu.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

E sulla darsena, è portalettere
di fuoco, il mare, nero
di rabbia e di storia, di amore
e tragedie… Epico e primitivo,
anche il vento è insepolto.





















Nella Tauride in fiamme


Tutto hanno bruciato.
Anche l’aria, è arsa viva
all’aurora.

Più non respira
Ifigenia oggi,
nella Tauride in fiamme.

Anche gli Dei sono cenere.

S’è sciolta atrocemente
la neve dei miti.













L’ Ucraina dei miti


L’ Ucraina dei miti, oggi
più che mai Terra lacerata
di una nuova Medea,
ancor più violata, si racconta,
agli occhi atterriti del mondo,
cantando la morte sui social.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

Resta secca la gola del Tempo.
Anche i miti ci hanno bruciato.
Nella Colchide oggi sono entrati,
come nuovi barbari, biondi giovani
coi tanks, sparando alla cieca,
nelle case hanno spento la luce.

Hanno scambiato pane e salame
per qualche ragazza, o giovane madre.
Godono e uccidono, così hanno disperso
eterno il seme delle maledizioni!

***


Anche le farfalle, hanno bruciato.
Solo la primavera resta tronco spezzato
sulla via. Una testa verde sola
tra le foglie, senza più lingua.

Anche Dioniso ha smesso di ubriacarsi
tra grappoli d’uva bianca e impiccati.
È un vecchio lacero e solo, che piange
l’ombra della gioia, ma stralunato
il suo cuore esce a combattere furioso.
Poi se ne va, il dio morente, a guardare
il tramonto tra i girasoli. Giallo e blu.

Dalle viscere, ecco, risale
un Mar Nero di pianto.

E sulla darsena, è portalettere
di fuoco, il mare, nero
di rabbia e di storia, di amore
e tragedie… Epico e primitivo,
anche il vento è insepolto.





















Nella Tauride in fiamme


Tutto hanno bruciato.
Anche l’aria, è arsa viva
all’aurora.

Più non respira
Ifigenia oggi,
nella Tauride in fiamme.

Anche gli Dei sono cenere.

S’è sciolta atrocemente
la neve dei miti.

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