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INPS: i tempi della vergogna!

INPS: i tempi della vergogna!

Inps: una cittadina italiana attende una risposta dal Comitato di Vigilanza Inps dal 19 febbraio 2013 24 anni di attesa per una risposta 600 giorni per avere una risposta

Venerdi, 28/02/2014 - Lo comunica lo stesso Inps a questo link: "la Pubblica Amministrazione ha il dovere di rispondere al cittadino in tempi certi, utilizzando a sua volta esclusivamente la PEC" e aggiunge nell'opuscolo dedicato ai cittadini: "Se non è possibile risolvere il reclamo immediatamente, l’Inps garantisce una risposta entro 20 giorni lavorativi."

Una cittadina italiana è in attesa di una risposta del Comitato di Vigilanza INPS dal 19 febbraio 2013. Siamo certamente in anticipo coi tempi della vergogna, c'è stato di peggio, basta fare una ricerca su Google:

• Inps, 600 giorni per avere una risposta

• 24 anni di attesa per una risposta

Pubblichiamo l'email PEC inviata il 15 febbraio scorso all'Inps.

Ricevuta di avvenuta consegna

Il giorno 15/02/2014 alle ore 09:24:13 (+0100) il messaggio "Articolo: Colpo di spugna autotutela l'Inps" proveniente da "gmicali@..." ed indirizzato alle seguenti emails di posta certificata INPS

ufficiosegreteria.direttoregenerale@...

ufficio.stampa@...

GestioneRicorsi.Messina@...

dprovmessina@...

francescaromana.cagnoli@...

vincenzo.floccari@...

è stato consegnato nella casella di destinazione.

Contenuto del messaggio inviato

La presente per comunicare la pubblicazione di un articolo che riguarda l'Inps: "Colpo di spugna autotutela l'Inps", pubblicato, per il momento, nei seguenti siti web: Asis news, youreporter.it, parlaitalia.it.

Chiedo, a nome e per conto dei cittadini Italiani, chiarimenti su un presunto messaggio 11 febbraio 2014, n. 2467, pubblicato nel web da diverse testate.

I cittadini desiderano, inoltre, notizie sui ricorsi e sull'attività del Comitato di Vigilanza, che aveva cessato le funzioni a causa della soppressione dell'INPDAP e che è stato ricostituito il 20 dicembre scorso.

Certo di una risposta immediata, ringrazio.

Cordialmente, professor Giuseppe Micali, giornalista vicedirettore Asis news

Dal sito Altalex.com

"Chiunque ha diritto di scrivere a un’amministrazione pubblica e di ricevere risposta cortese, univoca e in tempi certi.

L’omessa risposta rappresenta una violazione dei doveri d’ufficio ed è sanzionabile penalmente (art. 328 codice penale, così come modificato dall’art. 16 della legge 26 aprile 1990, n. 86, e ribadito dalla giurisprudenza, ex multis, dalla Cassazione penale, sez. VI, 4 ottobre 2001, n. 41645)."

"Un messaggio di PEC deve essere considerato, a tutti gli effetti di legge, un documento informatico e, come tale, ai sensi dell’art. 53, comma 5, del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, deve essere obbligatoriamente protocollato, con le eccezioni previste dal medesimo comma."

A nome e per conto dei cittadini italiani, fino a quando non riceveremo una risposta, continueremo ad informare l'opinione pubblica anche con la diffusione di queste sgradevoli notizie su altre testate.

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