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In scena lo spettacolo Deer Puff - frammenti cantati di corpi internati

In scena lo spettacolo Deer Puff - frammenti cantati di corpi internati

Resistenza lesbica contro il nazismo

Sabato, 05/01/2013 - Ultima replica domenica 6 gennaio per lo spettacolo “Der puff - frammenti cantati di corpi internati”, di Francesca Falchi. Il teatro che lo ospita è il piccolo Teatro Due Roma con la sua bellissima rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile, a cura di Ambra Postiglione e Annalisa Siciliano. Questa piece, presentata a Roma in prima nazionale, si concentra sulla resistenza di migliaia di lesbiche al nazismo in Germania, costrette in molti casi all’esilio, e in molti altri alla prigionia e alla morte nei campi di concentramento.

Fino al 1933 la Germania, e in particolare Berlino, rappresentava per gli omosessuali un contesto aperto e vivace, in cui artisti e artiste formarono circoli, organizzarono incontri, promossero una riflessione goliardica su quelle che oggi definiamo “tematiche di genere”. Stella indiscussa di questa stagione artistica, Marlene Dietrich, eternamente nota per i suoi completi maschili e per il suo rigoroso ammiccare in un gioco interpretativo, tra maschile e femminile, moderno e ricercato. Insieme a lei altre artiste meno note oggi, ma grandi in quell’epoca come Claire Waldoff, Margo Lion, Erika Mann e Therese Giehse. Con l’imporsi del nazismo tutto mutò e gli omosessuali rientrarono a pieno titolo nel piano di distruzione degli esseri umani non allineati. A prova di ciò, nella simbologia triangolare utile per contrassegnare visivamente i deportati, gli omosessuali venivano bollati con un triangolo rosa e le lesbiche, che rientravano nella categoria degli “asociali” ricevevano un triangolo nero. Quello che lo spettacolo si propone di raccontare, utilizzando la forma del cabaret, sono le storie di queste donne: le canzoni “lesbiche” dell’epoca si intrecciano con brevi monologhi e dialoghi che esaltano la grevità dell’argomento, stemperata dalla levità dell’intrattenimento goliardico. Le donne di cui si racconta non sono solo artiste: molte le omosessuali che hanno lottato contro la bestialità del regime e contro la sorte a cui esso voleva condurle, portando addosso, in alcuni casi, uno stigma triplice in quanto ebree, donne e lesbiche, schiacciate da un regime che ne condannava l’origine, il genere e la condotta “morale”. La persecuzione degli omosessuali e la messa al bando del movimento lesbico sono parte della macro-storia della deportazione, ma il senso di uno spettacolo come questo è da ricercare nel sempre utile e ammirevole tentativo di togliere la polvere e far affiorare le storie che non arrivano ad essere raccontate e studiate da tutti. Un’occasione insomma per ricordare il vissuto degli omosessuali in un momento tragico per la loro esistenza e per quella dell’umanità intera.



Tutte le informazioni, il video-promo e gli orari dello spettacolo sono consultabili sul sito della rassegna Sguardi Svelati.

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