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Gli obiettivi strategici di Pechino 1995 valgono ancora per Pechino + 20?

Gli obiettivi strategici di Pechino 1995 valgono ancora per Pechino + 20?

Creare o rafforzare i meccanismi nazionali e gli altri organismi governativi: obiettivo strategico di Pechino 20 anni fa ha ancora un valore? Ed in Italia a che punto siamo?

Giovedi, 04/06/2015 -
Nei recenti Stati Regionali delle Donne del Lazio dello scorso mese di maggio si sono posti vari interrogativi e riflessioni per capire dove si stia collocando la “questione delle donne” nel nostro Paese a 20 anni dalla Conferenza Mondiale delle Donne di Pechino. E a me, è sembrato di particolare interesse riflettere sullo stato dell'arte rispetto ai “meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne”

Dove siamo mi sembra evidente. L'assenza di un Ministero per le Pari Opportunità, la presenza solo sulla carta della Commissione Nazionale di parità presso la Presidenza del consiglio dei Ministri, il ruolo delle Consigliere di Parità sempre più svilito e depotenziato in presenza di nuovi compiti sono il quadro desolante nel quale ci troviamo a muovere. La nomina di una Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di P.O infatti, al di là dei meriti personali, non rappresenta in maniera efficace gli obiettivi ben più ambiziosi che ci siamo date fin da 20 anni fa a Pechino.



Eppure, in Italia siamo anche in presenza fin dal 2010 di una legge, quale quella che ha introdotto le modifiche al Codice delle pari opportunità che recita al 4o comma dell'articolo 1: “L'obiettivo della parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere tenuto presente nella formulazione e attuazione, a tutti i livelli e ad opera di tutti gli attori, di leggi, regolamenti, atti amministrativi, politiche e attività”, ma tale dettato non solo è lettera morta, ma sconosciuto ai più.



Lo stesso concetto di gender mainstreaming (e qui non mi dilungo sull'uso dell'inglese)1 pur citato da più parti appare ancora un concetto di difficile comprensione. Eppure si tratta semplicemente della valutazione in ottica di genere, o detto in altre parole di osservare il mondo con uno sguardo di donna. Con questa legge si è reso obbligatorio riconoscere il principio di cittadinanza di genere in tutte le politiche regionali e il carattere trasversale delle politiche di genere rispetto all’insieme delle politiche pubbliche regionali e nazionali.



Ma questo sguardo di donna, questa valutazione dell'impatto di genere, in ogni atto e a tutti i livelli, e ad opera di tutti gli attori ha bisogno di un intervento e di una proposta organizzativa specifica. Si è proposto per questo negli Stati Regionali del Lazio la creazione di un'apposita Commissione Consigliare Permanente, che valuti l'impatto di genere nelle norme regionali. E, non può sfuggire che ciò comporta una valutazione anche sociale degli effetti dei provvedimenti legislativi che verranno adottati di volta in volta, con il beneficio per tutti.



Lo stesso è stato proposto venga attuato a livello nazionale, istituendo in Parlamento una apposita Commissione Permanente per la valutazione dell'impatto di genere. Del resto, risulta evidente che senza l'implementazione di una seria azione di valutazione dell'impatto di genere anche le azioni di valutazione dell'impatto di genere sui bilanci il cosi detto gender budgeting (anch'esso già previsto in più d'una legge si pensi solo al Dlgs 112/2008) rischia rimanere, al di là delle buone intenzioni, lettera morta o mero esercizio che non è in grado di influire realmente sulle decisioni politiche.



Pechino+ 20 può essere l'occasione almeno per chiedere l'applicazione delle leggi che abbiamo?

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1 . Cfr la petizione lanciata da Annamria Testa: dillo in italiano https://www.change.org/p/un-intervento-per-la-lingua-italiana-dilloinitaliano

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