Domenica, 03/11/2013 - La mostra fotografica di Antonella Di Girolamo, visitabile gratuitamente fino al 14 dicembre a Roma presso la sede dell'Upter, ci offre lo spunto per dialogare con una interessante professionista 'dello scatto'.
IL TITOLO DELLA MOSTRA 'QUANTE VITE PER UN MILIONE DI EURO' NON è ESPLICITO. PERCHE' QUESTA SCELTA UN POCO CRIPTICA?
Quant’è un milione di euro? Quante vite bisogna lavorare per raggiungere un milione di euro? Inizialmente il titolo di questa mostra doveva essere “un Milione” ricordando il Signor Bonaventura del Corriere dei piccoli, ma per il titolo definitivo “APPARENT MILLION AGE” devo ringraziare il prof. Carlo Bernardini (docente di metodi matematici in fisica Università di Roma “La Sapienza” ) che nell'introduzione al libro ha coniato l'acronimo AMA – Apparent Milion Age.
VALORE ALTERNATIVO DEL DENARO? CHE VUOL DIRE E, SOPRATTUTTO, PERCHE' DIRLO CON DELLE IMMAGINI?
C’è stato un momento in cui sembravamo circondati dai milioni di euro. Il premio del superenalotto, il prezzo per l’acquisto di un giocatore di calcio, il crack di un’azienda, l’evasione fiscale…tutto questo si misurava con i milioni di euro. Siamo circondati da messaggi che ci illudono che 1 milione di euro è facilmente raggiungibile per chiunque. Ho provato a chiedere agli amici e alla gente comune, la maggior parte aveva la percezione che, tutto sommato, in 20/30 anni di lavoro avrebbero visto passare 1 milione nelle loro mani. Raramente ho avuto la consapevole risposta “…non basta una vita…” Abbiamo solo ignoranza matematica? incapacità di calcolo ?
Questo progetto fotografico nasce allora, circa 5/6 anni fa, ma solo negli ultimi mesi ho deciso di concretizzarlo e farlo diventare una mostra fotografica.
DA SEMPRE TI ESPRIMI ATTRAVERSO LA FOTOGRAFIA, CHE E' IL TUO LAVORO. COME E' CAMBIATO IL LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI NEL TEMPO DELLA COMUNICAZIONE VISIVA?
Non so se il linguaggio è cambiato, sicuramente si è ampliato grazie alle nuove tecnologie digitali, internet e i social network abbiamo più possibilità e opportunità. Il linguaggio è un mezzo, non ha vita propria, deve essere usato per generare il messaggio, siamo noi che attiviamo la comunicazione. Forse stiamo cambiando noi. A volte c’è l’uso bulimico della fotografia, fare molte foto, guardare molte foto, mostrare molte foto. Io, adesso, mi sono riappropriata della libertà di rallentare
Sede della mostra: UPTER, Università Popolare di Roma, Palazzo Englefield, via IV novembre n° 157 Roma.
Tel. 06 6920431
Orario: dal Lunedì al Sabato 9-19; chiuso la domenica;
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