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Ester Rizzo a New York per la commemorazione delle operaie della Triangle Waist

Ester Rizzo a New York per la commemorazione delle operaie della Triangle Waist

La cerimonia è stata promossa dall’Italian Cultural Institute di Park Avenue, per il quale la Rizzo, con 'Camicette Bianche', ha il merito di avere contribuito al recupero della memoria sulla tragedia

Giovedi, 26/03/2015 -
Il 25 e 26 marzo, in occasione del 104esimo anniversario dell’incendio della Triangle Waist, Ester Rizzo, l'autrice di “Camicette bianche-Oltre l’8 marzo”, è intervenuta a New York, alla cerimonia di commemorazione, promossa dallItalian Cultural Institute di Park Avenue. Insieme alla Rizzo, hanno preso parte alla commemorazione, Suzanne Pred Bass, Cassandra Casella, Paola Corso, Edvige Giunta e Mary Anne Trasciatti. A moderare, Donatella Baldini, dell’Italian Cultural Institute, NY.

Ester Rizzo è stata invitata, per il grande contributo dato in termini di recupero della memoria e di informazione sulla tragedia in Italia, grazie al suo libro, che rappresenta la prima pubblicazione italiana sul rogo della Triangle Waist di New York. Ricordiamo che furono identificate ben 32 vittime italiane, a cui la Rizzo ha ridato un nome, un cognome, un luogo di nascita e una storia da raccontare. Inoltre, a nove mesi dall’uscita del libro, grazie al lavoro dell’autrice e alla petizione, promossa dal Gruppo Toponomastica, e dalla casa editrice Navarra, che esortava i sindaci dei paesi natali delle vittime a ricordarle pubblicamente, attraverso l'intitolazione di una strada o di una piazza. oggi sono ben quindici i comuni italiani che hanno predisposto l’intitolazione di una via a una delle nostre connazionali scomparse. Questi i comuni: Casamassima, Sciacca, Erice, Cerda, Casteldaccia, Marineo, Capaci, Bisacquino, Priolo, Giardini Naxos, Cerami, Gangi, Letojanni, Noto, Sambuca di Sicilia. Un modo concreto per restituire alle vittime non una memoria indistinta e generica che si perde nei lustrini dell’8 marzo, ma un ricordo tangibile, che abbia la qualità di essere personale e nominale, per riconsegnare alle donne- “ultime fra gli ultimi, vittime di quotidiana violenza e discriminazione”, come scrive l’autrice in una nota al testo-, il posto che meritano nella storia del nostro Paese.

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