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Banca Etica in rosa

Banca Etica in rosa

Sette donne su tredici ai vertici di Banca Etica, una banca diversa davvero

Lunedi, 20/05/2013 - La Banca Popolare Etica, oltre ad essere la prima e finora unica banca che può dirsi ed essere veramente etica ha oggi un altro primato. È la banca con più donne ai vertici: l’assemblea che si è tenuta il 18 maggio a Firenze ha eletto ben 7 donne su 13 componenti nel suo Consiglio di amministrazione. Aveva messo nel regolamento una norma che vincolava ad una quota rosa del 33% ma i soci e le socie della Banca l’hanno voluta superare di molto la quota, dando la maggioranza del Consiglio di amministrazione alle donne. Donne oltretutto impegnate non solo a portare avanti una idea di finanza alternativa, ma anche con storie ed esperienze legate a un impegno civile e sociale, di solidarietà internazionale, di passione per la legalità, di amore per il pianeta.

Ecco i nomi e qualche informazione: Nicoletta Dentico, impegnata da anni nella cooperazione internazionale, Francesca Rispoli, impegnata nell’Associazione Libera. Rita De Padova impegnata nell’associazionismo sociale nel Mezzogiorno, Anna Fasano impegnata nell’housing sociale , Cristina Pulvirenti economista e esperta di finanza nonché attiva nei GAS, Maria Teresa Ruggeri, impegnata in Banca Etica fin dalle sue origini, Sabina Siniscalchi, impegnata nella cooperazione internazionale. Un grande successo, forse un po’sorprendente per alcuni (sopratutto uomini che si sono candidati), ma salutato con una grande applauso dalle 2000 persone che hanno partecipato all’Assemblea.

Un successo nel successo: Banca Etica pur in un periodo di difficoltà e di crisi economica del paese e a fronte della riduzione del credito da parte delle banche ha potuto presentare dei bei risultati: crescita di raccolta ma anche di impieghi, cioè prestiti che sono andati a persone e strutture che ne avevano bisogno; aumento dei soci e dei conti correnti attivati e una novità, l’apertura di filiali in Spagna, attraverso un accordo con una rete di finanza etica spagnola. E poi tanti progetti per espandere la cultura (Fondazione culturale) e gli strumenti per una finanza trasparente (il Fondo ETICA Sqr ), dalla parte delle persone e dei territori, per una economia rispettosa dell’ambiente, alla ricerca di innovazioni sociali. E soprattutto tanto sviluppo di partecipazione, attraverso la rete delle circoscrizioni territoriali attraverso le quali i soci si impegnano, dicono la loro, designano gli amministratori. E poi anche una crescita degli occupati, che segue lo sviluppo della banca sul territorio. Occupati, molti dei quali giovani, che operano attraverso una forma di autogestione interna che si interfaccia con la struttura bancaria, sviluppando senso di partecipazione e responsabilità rispetto al progetto Banca Etica.

Insomma l’utopia di una Banca che si muove in alternativa dalle logiche tradizionali della finanza, che si fonda sulla partecipazione e i valori di solidarietà, iniziata oltre 18 anni fa ha dimostrato di funzionare e anche bene. E questo è un bel segno in un periodo di crisi in cui la finanza ha dato così brutta prova di sé.

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