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XI Festa del Cinema di Roma: tutte le eroine, reali e virtuali

XI Festa del Cinema di Roma: tutte le eroine, reali e virtuali

Anche quest’anno, all’Auditorium Parco della Musica e al MAXXI, ampio spazio al ‘genere’ e ai ‘generi’ nelle opere selezionate

Giovedi, 20/10/2016 -
La prima parte della Festa del Cinema di Roma (che ha perso l’appellativo di internazionale, almeno per il momento), giunta quest’anno alla sua XI edizione è stata caratterizzata da tanti eventi, incontri, personaggi ma, soprattutto, dalla notevole qualità delle pellicole selezionate, in concorso e nelle sezioni parallele, molte delle quali raccontano storie di ragazze, giovani donne o mature ed anziane signore accomunate da grandi passioni, per la vita, per una causa o un’ idealità, per amore di qualcosa o qualcuno. Eroine del quotidiano e della vita pubblica, italiane o di Paesi d’oltremare, povere o benestanti, ma sempre magnifiche, dolenti e resistenti eroine.



Cominciamo dal film “Denial – La verità negata”, diretto da Mick Jackson, che adatta al grande schermo la storia di Deborah E. Lipstadt, professoressa ebrea americana esperta in storia dell’Ebraismo e dell’Olocausto, e della battaglia legale da lei sostenuta contro il revisionista David Irving (Timothy Spall). Irving, che negava l'Olocausto e mistificava i dati storici a proprio uso e consumo, attaccato dalla Lipstadt con solide argomentazioni nel celebre volume “Denial: Holocaust History on Trial”, citò in giudizio la scrittrice per diffamazione. Il processo e la difesa legale della Lipstadt e del suo staff di avvocati guidato da Richard Rampton (nel ruolo Tom Wilkinson), ebbero tanta risonanza perché sembrò rimessa in discussione l’autenticità dell'Olocausto, uno degli eventi più gravi e significativi del XIX secolo. Il ruolo dell’eroina, realmente esistita, è qui affidato all’appassionata attrice premio Oscar Rachel Weisz. Il film presentato in anteprima alla Festa, sarà in sala dal 17 novembre.



Altro film di notevole interesse, che racconta la feroce battaglia sostenuta da una donna in tempi e luoghi più vicini a noi, contro una multinazionale del farmaco, è “La fille de Brest” di Emmanuelle Bercot, direttamente ispirato alla vita del medico Irène Frachon la quale, operando in un ospedale di Brest, riesce a stabilire, con il supporto di ricercatori del suo Istituto, un legame diretto tra alcune morti sospette e il consumo di Mediator, un farmaco presente sul mercato da trenta anni. La forza della dottoressa Frachon, una solida donna bretone decisa a battersi ad ogni costo per la salute dei pazienti e per il ritiro del farmaco incriminato, si scontra con i cinici interessi delle lobby farmaceutiche e con la loro potente influenza economica sulle commissioni di valutazione, che non mostrano alcun rispetto per la vita né tantomeno per la deontologia professionale. Iniziata sottovoce, poi travolta dalla frenesia dei media, la vicenda culminerà con una vittoria della verità. Indomita nel ruolo della Frachon, la brava attrice danese Sidse Babett Knudsen.



Fra le eroine della Festa del Cinema ce n’è anche una ‘de noantri’ ed è la protagonista femminile del film “Sole cuore amore”, diretto dal bravo ed impegnato regista Daniele Vicari, ed ambientato in una periferia romana. Eli ha quattro figli, un lavoro sottopagato a due ore da casa ed un marito premuroso e disoccupato: nonostante le fatiche quotidiane, la stanchezza cronica e le scarse prospettive, Eli, interpretata da una Isabella Aragonese in crescita attoriale, vive la vita con equilibrio e senza vittimismi, tra gioie, amarezze e ritardi quotidiani causati dai mezzi pubblici. Il padrone del bar dove lavora, vittima di una moglie esigente ed egoista, non concede ferie né riposi per malattia, prendere o lasciare. Il film, asciutto e sofferente, parla di amore, amicizia e danza. La migliore amica di Eli, infatti, è una danzatrice ex-cubista, Vale (la brava Eva Grieco), che trasforma in simbolo il susseguirsi degli eventi e condivide con l’amica le fatiche di ogni giorno, compiti dei figli compresi. Un tragico epilogo demarca la linea della narrazione, sottolineando modalità esistenziali che schiacciano gli esseri umani, e per prime le donne i cui carichi di responsabilità sono, in molti casi, ai limiti del tollerabile. Ma la poetica della realtà risuona forte e chiara.



La grande Vanessa Redgrave - ottant’anni nel gennaio prossimo - interpreta il ruolo dell’anziana Rose, protagonista del film in concorso “The Secret Scripture” diretto da Jim Sheridan (Il mio piede sinistro, Nel nome del padre) e già presentato al Toronto Film Festival. La pellicola, ispirata al libro “Il segreto (The Secret Scripture)” di Sebastian Barry, racconta un periodo di forti tensione per l’Irlanda nella cornice della seconda guerra mondiale: nella contea di Sligo si dipana la storia di Rose, affascinante ed innamorata di un pilota inglese, rinchiusa in manicomio per circa 50 anni a causa del presunto omicidio del figlio neonato. Finchè un giorno uno psichiatra, chiamato a riesaminare il caso, scopre indicibili verità ed ingiustizie commesse ai danni di Rose che coinvolgono un prete ossessivo e immaturo, ed una comunità non ancora pronta all’emancipazone femminile. Il film è una storia di resistenza e fedeltà alle proprie scelte. Il ruolo di Rose da giovane è interpretato da Rooney Mara (Carol).



Da ricordare infine due opere italiane dedicate a percorsi, linguaggi ed ispirazioni al femminile presentate in questi giorni alla Festa del Cinema di Roma.



La prima, presentata nella sezione Riflessi, è il documentario 'Le Romane – storie di donne e di quartieri', scritto e diretto dalla regista e documentarista Giovanna Gagliardo, prodotto da GA&A Productions con RAI Cinema, in collaborazione con RAI Teche e con il sostegno del MIBACT Direzione Generale per il Cinema. Alcuni quartieri di Roma vengono raccontati attraverso testimoni femminili di rilievo (alla Cinecittà di Anna Magnani alla Testaccio di Gabriella Ferri) che lì sono nate, ci vivono o ci hanno vissuto. Non viene raccontata la Roma monumentale ma quella quel quotidiano, dei vicoli e delle panchine, delle ricette tramandate e delle presenze femminili.



Seconda opera che rende omaggio alla città di Roma, con i suoi pregi e difetti, è il film Maria per Roma, primo lungometraggio diretto e interpretato da Karen Di Porto. Il film, presentato nella selezione ufficiale “Le voci del domani”, racconta la giornata tipo di Maria, aspirante attrice costretta per necessità ad affittare di tanto in tanto la casa ai turisti: dalla mattina fino alla notte Karen/Maria gira per Roma, fra mille imprevisti in un viaggio fatto di personaggi buffi e meschini, combattenti e arresi, che cercano il loro spazio sulla terra. “L’idea del film è nata alcuni anni fa quando, al termine di una giornata estenuante, ho pensato di raccontare Roma attraverso la giornata di un solo personaggio - ha raccontato la regista - attingendo alla mia storia personale ho provato a restituire le spinte contrastanti della città tra umori e conflitti, bellezza e fatica, antichità e senso di vuoto, caparbietà e approssimazione”.



Una bella storia di caparbietà femminile è quella raccontata nel film “The Eagle Huntress”, nella selezione ufficiale, ispirato a una storia vera. Sullo sfondo dei monti Altai, nel nord della Mongolia, la parte più remota del paese, il regista Otto Bell narra la vicenda di una tredicenne mongola con il sogno di diventare la prima cacciatrice di aquile donna, arrivando a competere all’annuale Golden Eagle Festival. “Quello che mi auguro è che The Eagle Huntress possa portare lo spettatore in quel mondo lontano, di cui si sa poco, ma che è pieno di temi universali – ha spiegato Otto Bell – e che chi guarda possa realizzare, come ho fatto io, che c’è spazio per l’emancipazione femminile anche ai confini del mondo”.



Fra i film presentati alla Festa nei giorni scorsi, “Noces” di Stephan Streker, ambientato in Belgio, e liberamente ispirato al “caso Saida”, avvenuto nel 2007: Zahira, 18 anni, è molto legata alla sua famiglia, fino a quando i genitori non le chiedono di seguire la tradizione pakistana e scegliersi un marito. Combattuta tra le tradizioni familiari e lo stile di vita occidentale, Zahira cerca aiuto nel fratello Amir, suo confidente.



Ma la Festa non è solo una scorpacciata di pellicole, bensì anche un’occasione di incontrare artisti di fama mondiale: c’è grande attesa, infatti, per l'incontro del pubblico con l’attrice Meryl Streep (peccato che su 14 incontri programmati con registi, attori e personaggi del mondo dello spettacolo, solo uno sia stato dedicato ad una donna, per l’appunto la grande Meryl!) la quale, oltre che del suo lavoro, parlerà delle grandi attrici italiane che l'hanno ispirata, come ad esempio Silvana Mangano.

Da non perdere la mostra fotografica dedicata a Claudia Cardinale ed ai suoi film più celebri, nel foyer della Sala Sinopoli.

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