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 VORREI DIRE AI GIOVANI …  Gina Borellini, un’eredità di tutti

VORREI DIRE AI GIOVANI … Gina Borellini, un’eredità di tutti

Sabato 25 aprile il film sulla partigiana modenese eletta nel primo parlamento repubblicano nel 1948

Mercoledi, 22/04/2020 -  "VORREI DIRE AI GIOVANI … Gina Borellini, un’eredità di tutti": il film sulla partigiana modenese in programmazione sabato 25 aprile.

Arriva su TRC sabato alle ore 21 il film su Gina Borellini, partigiana modenese eletta nel primo parlamento repubblicano nel 1948. un omaggio a questa straordinaria figura della storia italiana, per 30 anni dirigente dell’Unione Donne in Italia, dell’Anpi e dell’Associazione Nazionale Mutilati e invalidi di guerra di Modena. La gamba sinistra le fu amputata per le ferite nella resistenza: aveva solo 26 anni. Il film è prodotto dal Buk Festival, Progettrate e Centro Documentazione Donna, per la regia di Francesco Zarzana e scritto insieme a Caterina Liotti, protagonista l’attrice Claudia Campagnola.

Un film per colmare una lacuna: quella legata alla vita e all’impegno di una personalità fra le più emblematiche e autorevoli non solo della Resistenza italiana, ma anche e soprattutto della Ricostruzione del Paese all’indomani del secondo conflitto mondiale.
Gina Borellini, straordinaria figura di cittadina, partigiana, parlamentare (fra le pochissime elette nel primo Parlamento italiano democratico del 1948) ma anche divulgatrice e sentinella attenta e sensibile del suo e del nostro tempo: con un occhio speciale rivolto alle giovani generazioni che avrebbero ereditato il suo, il nostro Paese.
Sarà TRC (canale 11 del digitale terrestre) a trasmetterlo sabato alle ore 21, proprio nella giornata della Liberazione. “E’ stato emozionante raccontare la storia di Gina Borellini – dichiara il regista Francesco Zarzana – e di quanto era straordinaria. Una donna che sulla sua pelle, persino con la mutilazione della gamba, ha certificato l’impegno inesausto per la Liberazione e la Ricostruzione del Paese. E che per tutta la vita ha affrontato il suo ruolo di riferimento istituzionale quale deputata nel segno non dell’odio e del rancore, ma del rispetto e della sensibilizzazione verso i valori della tolleranza e della armoniosa convivenza civile”. “La stesura dei testi – aggiunge Caterina Liotti - è stata possibile grazie alla ricerca biografica che avevo realizzato anni fa e al ricchissimo archivio personale di Gina Borellini che, donato dalla famiglia al Centro documentazione donna, ha supportato la narrazione con foto, documenti, lettere che ci restituiscono le parole e le emozioni della protagonista”.
Il docu-film è una produzione Progettarte, Buk Festival e Centro Documentazione Donna ed è stato realizzato con il contributo di Bper Banca, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, UDI, ANPI e progetto “Cittadine. I segni nelle comunità e sulle città”. (CDD e Istituto Storico, Comune di Modena, con contributo Fondazione Cassa di Risparmio di Modena).
Il docu-film, diretto da Francesco Zarzana e scritto insieme a Caterina Liotti, è interpretato da Claudia Campagnola nel ruolo di Gina Borellini: l’attrice impersona la figura di questa straordinaria donna, mostrandone la sua risolutezza e la sua grande sensibilità. Tante nel documentario le testimonianze, di chi l’ha conosciuta, di chi è stata al suo fianco.
La voce narrante è affidata all’attrice Elena Polic Greco.
Quella di Gina è una storia unica, come unica è stata la sua vita sempre al servizio degli altri. Il documentario rende così omaggio alla cittadina modenese che fu tra le prime donne ad entrare nella Camera dei Deputati nel 1948 e fra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane. Staffetta partigiana nella Brigata “Remo” insieme al marito, nel febbraio 1944 fu catturata e torturata, più volte portata davanti al plotone di esecuzione senza mai mostrare il minimo cedimento. Per 30 anni ha ricoperto la carica di presidente della sezione modenese dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Tanti gli episodi che la connotano, dagli screzi con il Governo e con il Ministro degli Interni Scelba in particolare. E dopo l’uccisione di sei giovani operai avvenuta a Modena il 9 gennaio 1950 durante uno sciopero generale, in quello che fu chiamato l’eccidio delle Fonderie, si misura il termometro dell’esasperazione dello stato sociale al quale la giovane Repubblica deve far fronte con tutta la sua drammaticità. E Gina non manca di far sentire la sua voce alla Camera dei Deputati, scendendo dal suo scranno con grande difficoltà, arrivando sui banchi del Governo e lanciando le foto degli operai morti contro il Presidente del Consiglio De Gasperi.

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