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Violenza di genere e femminicidio: la discussione in Parlamento e il Codice Rosso del Governo

Violenza di genere e femminicidio: la discussione in Parlamento e il Codice Rosso del Governo

Dopo il 25 novembre il Senato ha discusso alcune mozioni dei gruppi parlamentari. Fondi e attenzione al tema: tutto da verificare

Venerdi, 30/11/2018 - Anche il Parlamento ha solennizzato la giornata del 25 Novembre, ma i tempi parlamentari sono diversi e solo dopo 4 giorni l'Aula del Senato è stata convocata per parlare di lotta al femminicidio e alla violenza sulle donne, in qualsiasi forma si proponga: stalking, mobbing, maltrattamenti, percosse, molestie, sfruttamento, discriminazione, menomazione, differenze salariali, femminicidio.
Sette le mozioni presentate per impegnare il Governo a lottare per sconfiggere questa piaga, tutti i gruppi parlamentari hanno messo ai voti un loro documento e tutte le mozioni hanno avuto il parere favorevole del Governo e sono state approvate. Un segnale positivo anche se poi occorre che alle belle intenzioni seguano davvero i fatti.
La prima delle mozioni è di Fratelli d'Italia e in Aula ha preso la parola la senatrice Santanchè per sottolineare come non si tenga nella dovuta considerazione un dato: quello che la popolazione straniera in Italia conta l'8 % degli abitanti, ma nel 42% dei casi la violenza viene fatta da parte di stranieri. L'immigrazione incontrollata andrebbe quindi affrontata anche considerando questo dato, dice Santanchè.
La seconda mozione è stata proposta dal PD e la senatrice Valente ha avvertito il Governo: il problema della violenza sulle donne non va affrontato con mentalità forcaiola, l'aumento delle pene è una scorciatoia che spesso viene imboccata anche perché è a costo zero, ma da implementare è la prevenzione del fenomeno e allora occorrono fondi per la formazione, fondi per l'accoglienza, fondi per il sostegno a vari livelli delle donne vittime dei loro compagni o della cultura sociale.
La terza mozione è di Forza Italia, ha preso la parola la Senatrice Gallone che ha proposto due dati agghiaccianti: il 95% delle donne vittime di violenza non denuncia il colpevole e il 36% degli abusi sulle donne è su donne disabili e spesso il colpevole è tra chi dovrebbe prendersene cura.
La mozione dei 5 Stelle ha la senatrice Maiorino come prima firmataria. La prima cosa da fare è la sensibilizzazione culturale, dice, perche si sono sfilacciate le immagini tradizionali e alla donna non viene neanche più attribuito quel ruolo di angelo del focolare che le assegnavano le tradizioni patriarcali. A suo avviso centri antiviolenza andrebbero istituiti anche per rieducare gli uomini e nelle scuole corsi di educazione civica dovrebbero aiutare a far nascere e crescere il rispetto di genere.
Per la Lega ha parlato anche un uomo, il senatore Rufa, per il quale c'è violenza sulle donne anche quando si approfitta della loro povertà per affittarne l'utero per una gravidanza.
Per Liberi e Uguali la senatrice De Petris non ha dubbi: il vero problema sta nella paura e nella vergogna che provano le donne vittime a denunciare il loro aggressore, ecco quindi che occorrerebbe un percorso formativo degli operatori nei pronto soccorso e nelle forze dell'ordine per aiutarle a denunciare e occorre un potenziamento delle strutture esistenti affinché la vittima non si trovi poi in balia del denunciato aggressore.
L'ultima mozione è del gruppo delle Autonomie con la Senatrice Unterberger che evidenzia come la maggior parte dei femminicidi avvenga nella fase di separazione dei coniugi e che quindi occorrerebbe rafforzare la posizione delle donne e non indebolirla come accade con il ddl Pillon. Questi alcuni degli spunti emersi nel dibattito parlamentare.
E il Governo come ha risposto?
Il viceministro Emanuela Del Re
ha rassicurato sulla questione delle risorse: il Governo non ha diminuito i fondi destinati a contrastare la violenza sulle donne e allo studio sono due nuovi fondi, uno affinché le vittime ricevano subito un effettivo sostegno economico dopo la violenza subita e uno per l'istituzione di strutture di accoglienza per ospitare le vittime nel periodo intercorrente tra la denuncia e la loro presa in carico da parte dei centri antiviolenza.
Un primo segnale dell'interessamento convinto del Governo a questo problema è stato dato con l'approvazione del cosiddetto Codice Rosso per la denuncia dei maltrattamenti sulle donne, dice il sottosegretario Del Re, che garantisce che l'impegno del Governo su questo problema sarà convinto e concreto come non è mai stato.
Per una verifica...non resta che attendere.

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