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Videointervista a Iole Mancini, 104 anni, staffetta partigiana di ieri e per sempre

Videointervista a Iole Mancini, 104 anni, staffetta partigiana di ieri e per sempre

La testimonianza nel libro 'Un amore partigiano' scritto insieme a Concetto Vecchio: l'incontro con Ernesto Borghesi e la Resistenza nei GAP, l'arresto, Via Tasso e Priebke. La Storia dalla sua viva voce

Sabato, 20/04/2024 -

Giovane staffetta partigiana, Iole Mancini a Roma partecipa alla Resistenza nei mesi dell’occupazione nazifascista. Racconta quei mesi drammatici nel libro scritto insieme a Concetto Vecchio “Un amore partigiano“ (Feltrinelli, 2022), intrecciando i ricordi privati con le scelte politiche. A partire dall’incontro sulla spiaggia di Anzio con Ernesto Borghesi, “un giovane abbronzato, con il fisico da corazziere”. I due si sposano dopo l’8 settembre e Ernesto, che ha aderito ai Gap, la coinvolge nella Lotta di Liberazione. Sia Ernesto che Iole sono imprigionati e lui, detenuto a Regina Coeli, è liberato grazie ad un documento falso e riesce ad evitare un secondo arresto con una fuga rocambolesca. Invece Iole è portata a Via Tasso e subisce le torture delle SS di Erik Priebke. Ma resiste e non dice dove Ernesto si nasconde. È tra i prigionieri che i nazisti fanno escire dalle celle di Via Tasso per essere caricati sui camion per fucilarli alla Storta.
“In strada ci attendevano due camion. Riempirono il primo all’inverosimile. Io venni fatta salire sul secondo …. il camion davanti al nostro partì. Alcuni di noi cedettero ai singhiozzi. È finita, pensai anch’io. Era il mezzo che portò i prigionieri a La Storta, sulla Cassia, dove furono trucidati a raffiche di mitra. ….ora toccava a noi. L’autista provò a mettere in moto ma non ci riusciva, il motore era come strozzato. Riprovò. Lo sentivo imprecare. L’ufficiale lo guardò interrogativo, quello allargò le braccia. ‘Dovete scendere’ ci disse dopo un po’. Los, marsch’ . Scendemmo. Ci riportarono nelle celle. Le cannonate ora si udivano fortissimo. La cella tremava. Albeggiò. Nell’edificio si era fatto un gran silenzio. I tedeschi erano scappati. D’un tratto si levarono delle voci, sempre più fitte. Sempre più concitate. Era come un sogno. Nel palazzo era entrata la gente del quartiere.Spalancarono le porte: siete liberi urlavano.È finita, è finita… Scoppiai a piangere…”.

Iole mancini è nata a Nemi il 19 febbraio 1920 e la videointervista l’abbiamo raccolta, grazie alla collaborazione di Paola Ortensi, alla vigilia del suo 104mo compleanno.


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