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TRE GIORNATE: il secondo appuntamento

TRE GIORNATE: il secondo appuntamento

Si è tenuto sabato 26 settembre alla Casa Internazionale delle Donne di Roma (video)

Domenica, 27/09/2020 - Un pomeriggio intenso, con immagini e parole che lasciano, nella testa e nel cuore, tracce indelebili. Perchè le sofferenze inflitte alle donne durante le guerre raccontano degenerazioni che possono essere spiegate solo con la volontà di oltraggiare, in modo studiato, i corpi e alla dignità delle donne. E' una guerra parallela che non finisce e che si ripropone sempre e ovunque.
L'obiettivo di questo ciclo di incontri è proprio questo: raccontare, mostrare il rituale delle violenze sessuali, gli stupri etnici pianificati per seminare un odio che nella volontà di chi lo programma e lo perpetra è destinato a riprodursi.
Nella prima giornata, il 22 febbraio 2020, sono state ascoltate le testimonianze delle donne della Bosnia Erzegovina, che hanno parlato attraverso Fatima Neimarlija, della Comunità della Bosnia ed Erzegovina a Roma “Bosnia nel cuore”, e con il documentario “Bosnia, la pace fredda” (produzione di ISCOS Emilia Romagna in collaborazione con Infinito edizioni, regia di Marcella Menozzi).
Immensa nella sua intervista, Staša Zajović, delle Donne in nero di Belgrado, che rivendica giustizia per le donne vittime di stupri etnici.
Il dramma dei figli degli stupri è stato condiviso attraverso il documentario “Bosnia, i figli della vergogna” (Arte tv).
Con il suo monologo "Perché io ho vinto" tratto dal libro di Andric, il fil rouge che accompagna le tre giornate, l'attrice Nela Lucic ha dato parola ad una donna che narra la ferocia dello stupro inflittole da un vicino di casa, un uoma che la salutava nella 'normalità di prima' e che, dopo, continuerà ad incontrare. In una inaccetabile, eppure reale, quotidianità ad una passo da noi e che ha permesso gli scempi della guerra etnica.
Il programma di sabato 26 settembre, sempre alla Casa Internazionale delle Donne di Roma (video integrale) e introdotto dalla Presidente Maura Cossutta e da Isabella Peretti, si è concentrato sul riscatto che le donne violate hanno conquistato o stanno perseguendo. Così l'esperienza del Kosovo è mirabilmente narrata dal docu-film “Pensando a te” (trailer) alla cui realizzazione ha colalborato Anna Di Lellio, che illustra la campagna che ha preceduto l’installazione dell’artista Alketa Xhafa Mripa realizzata nel giugno del 2015 e dedicata alle donne vittime di violenza durante la guerra del 1998-99 in Kosovo: 5.000 abiti di donna stesi in un campo di calcio a simboleggiare la volontà di non tacere, di darsi forza tra loro, di continuare a sensibilizzare il paese sullo scempio degli stupri etnici. Un potente richiamo a non dimenticare, a sostenere le donne che portano ancora la guerra dentro e a non farle sentire sole o dimenticate.
L’Ambasciatrice della Repubblica del Kosovo, Lendita Haxhitasim, si è fatta formale interprete di questa volontà intervenendo all'incontro. 
Nella seconda parte del pomeriggio le testimonianze di Léonie Uwanyrigira e del Progetto Ruanda illustrato da Patrizia  Salierno, hanno preceduto il film della regista Sabrina Varani “Ruanda, il paese delle donne” (Alma Terra, Progetto Ruanda onlus) (video su youtube) che intreccia sapientemente nel racconto le atrocità vissute dalle donne durante il genocidio del 1994 (in un paese che ha circa 7 milioni di abitanti in 100 giorni sono state uccise oltre 2 milioni di persone, 500mila donne dono state violentate, 2 milioni di persone sono fuggite), la loro capacità di reagire positivamente, l'intelligenza con cui stanno ricostruendo il paese e le relazioni umane. A partire dall'aiuto tra donne anche per risollevare l'economia del loro paese.

Qui si può vedere il dettaglio del Programma.

Nel periodico Mosaico di Pace è pubblicato uno dossier con gli interventi di alcune delle organizzatrici del ciclo 'TRE GIORNATE. Dal Ruanda ai Balcani ai campi libici greci e turchi di detenzione delle migranti la tragica attualità degli stupri di guerra e la soggettività delle donne".


Il prossimo, e ultimo, appuntamento è previsto alla Casa Internazionale delle Donne per:
Sabato17 ottobre ore 16 - I CORPI DELLE MIGRANTI (Bozza)
GLI STUPRI E LE VIOLENZE SUBITE DALLE MIGRANTI

o Lella Palladino, Coop.sociale E.V.A., DiRe, Donne in Rete contro la violenza, “La ricerca del Progetto Samira, per un’accoglienza competente e tempestiva di donne straniere vittime di violenza e tratta”
o Ilaria Boiano, avvocata, Differenza Donna, “Nuove forme di protezione internazionale per le migranti vittime di violenze”
o Oria Gargano, Cooperativa sociale BeFree, “L’esperienza nei centri antiviolenza e nel CPR di Ponte Galeria”
o Chiara Quagliariello, antropologa, “Salute riproduttiva, genere e migrazioni. Il continuum di violenze nei vissuti di donne e madri "dalla pelle nera"

RICONOSCIMENTI E RISARCIMENTI PER LE DONNE VITTIME DI STUPRI DI GUERRA E PER LE FIGLIE E FIGLI DEGLI STUPRI
o Gabriella Rossetti, Associazione Lesconfinate, “L’esperienza dei Tribunali delle donne”
o Vittoria Tola, Udi Nazionale, “I primi risarcimenti alle vittime delle “marocchinate”

PRESENTAZIONE DEGLI OBIETTIVIE DELLE PROPOSTE DEL DOCUMENTO CONCLUSIVO
a cura di SIMONA LA ROCCA, curatrice del volume ‘Stupri di guerra e violenze di genere’, collana sessismoerazzismo, Ediesse (2016)
Ne discutono:
o Maria Grazia Giammarinaro, relatrice speciale dell’Onu sulla tratta a scopo di sfruttamento sessuale
o Laura Boldrini, Camera dei Deputati
o Pina Picierno, Comitato Diritti delle Donne, Parlamento europeo



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