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L'Italia sia il primo Paese in Europa a concludere l’iter di ratifica della Convenzione OIL

L'Italia sia il primo Paese in Europa a concludere l’iter di ratifica della Convenzione OIL

Appello di Flavia Ginevri, consigliera di parità di Roma Capitale, e di CGIL, CISL, UIL e UGL

Martedi, 24/11/2020 - Riceviamo e pubblichiamo
Violenza e molestie nel mondo del lavoro

La Consigliera di Parità di Roma Capitale e i sindacati:
«Italia sia il primo Paese in Europa a concludere l’iter di ratifica della Convenzione OIL».

Appello di Flavia Ginevri e di CGIL, CISL, UIL e UGL: «La pandemia ha esacerbato criticità già esistenti, si devono compiere passi importanti. In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sollecitiamo con forza il proseguimento dell’iter di ratifica della Convenzione n. 190 dell’OIL, e della Raccomandazione n. 206, sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro. Vogliamo lanciare un vero e proprio appello, affinché l’Italia sia il primo Paese europeo a concludere la ratifica, facendo da apripista per gli altri Stati: si tratterebbe di un passo fondamentale verso il contrasto alla violenza di genere, che purtroppo è tutt’altro che superata».
È quanto si legge in una nota congiunta della Consigliera di Parità della Città metropolitana di Roma Capitale Flavia Ginevri e delle Organizzazioni Sindacali territoriali CGIL, CISL, UIL, UGL, in cui si aggiunge che «la votazione unanime del 23 settembre scorso alla Camera dei Deputati a favore della ratifica ha rappresentato un traguardo molto importante, che auspichiamo prosegua in Senato. A tutt’oggi, le donne non devono far fronte soltanto a maggiori lavori di cura, a una conciliazione vita-lavoro più complessa, e a un gap retributivo con gli uomini che la pandemia ha contribuito ad acuire, ma sono soggette a più frequenti violenze e molestie basate sul genere. È dunque importante che, parallelamente a un cambio di passo culturale ed educativo, che veda una reale condivisione tra i generi del lavoro di cura, venga adottato uno strumento di protezione ampio e inclusivo: la convenzione non riconosce come molestia solamente l’abuso fisico, ma anche lo stalking, il mobbing, la violenza verbale, ed estende le tutele a lavoratrici e lavoratori con qualsiasi tipo di contratto, arrivando ad includere anche i datori di lavoro. Inoltre, la Convenzione guarda con lungimiranza alla natura mutevole del mercato del lavoro, andando oltre il luogo fisico: le tutele si estendono dunque a tutti i settori economici e alle circostanze in cui possono verificarsi fattispecie di violenza e molestie, anche attraverso l’utilizzo di strumenti telematici». «Il 2020 non è stato un anno facile per le donne – si prosegue nella nota - anche perché la pandemia ha aggravato criticità già esistenti: sarebbe importante se il recepimento dei tre pilastri della Convenzione (protezione e prevenzione, meccanismi di ricorso e di risarcimento, e formazione e sensibilizzazione) riuscisse a estendere l’efficacia delle iniziative già in corso in Italia, incoraggiando lavoratrici e lavoratori a denunciare ogni caso di violenza e molestie. La dignità del lavoro parte dal rispetto di ogni essere umano, a trecentosessanta gradi».
Roma, 24 novembre 2020


CS_UNI_consiglieraRoma25112020_def_u.pdf

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