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«Succede che sia una donna»

«Succede che sia una donna»

Il mondo sarà nostro a breve, speriamo di saperlo governare. L’unica è provarci ovunque noi siamo, anche nella nostra Chiesa.

Venerdi, 30/09/2016 - «Succede che sia una donna»

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



E’ importante quanto mai in questo momento storico, che anche la nostra Chiesa si interroghi sul ruolo delle donne al suo interno.



Il Simposio che si è tenuto nei giorni scorsi, alla Pontificia Università Urbaniana, aperto dal cardinale Gerhard Mueller e al quale hanno partecipato una cinquantina di teologhe, storiche e canoniste, religiose e laiche, provenienti da tutti i continenti va in questa direzione.



La presenza delle donne nella Storia della Chiesa, la differenza sessuale, la vocazione femminile, il contributo teologico delle donne nell'interpretazione delle Sacre Scritture, la Chiesa e il diritto canonico. Questi tra i diversi argomenti discussi.



"Il tema è stato affrontato grazie all'intreccio di due punti di vista: quello dell'approfondimento e della definizione della vocazione femminile nella tradizione cattolica e quello dei ruoli concreti che le donne hanno ricoperto e possono ricoprire all'interno della Chiesa", riferisce una nota della Congregazione per la dottrina della Fede, che ha curato il Simposio.



La nostra comunità, mi riferisco con particolare attenzione all’occidente, sempre più prende atto dell’importanza dello stare insieme donne e uomini di buona volontà. Di riconoscere la mulieres dignitatem, e la antica questione femminile è culturalmente meno negata.



C’è stato un gran lavoro in questi ultimi 70 anni, dal voto alle donne ad oggi , in cui molte di noi, suore e laiche, e al livello globale donne di tutte le nazionalità ci siamo fortemente impegnate per una società più equa e attenta ai diritti umani.



Ora sempre più andiamo ad occupare posti di rilievo.



Anche, se ancora non ci siamo, questa che viviamo, con tutte le sue contradizioni, è una fase del nostro stare al mondo, quasi perfetta.



Non è ininfluente in tutto questo che accade, la sempre più cospicua nomina di donne, come la Sindaco di Roma, quella di Tokio, le capo di stato in vari paesi, ma la scesa in campo di Hillary Clinton, e ora al suo fianco, la scesa della first lady, Michelle Obama, è il massimo.



Di fronte ad una platea di studentesse/i della Mason University di Fairfax, in Virginia.: Michelle ha detto forte e chiaro: «Hillary Clinton è la più qualificata in assoluto. E sì, è pure donna»



«Mi ispira –ha aggiunto - perché per otto anni ho avuto il privilegio di vedere cosa vuol dire fare questo lavoro»



Dopo aver elencato i risultati, le credenziali della candidata democratica, Michelle ha ribadito: «E succede che Hillary sia una donna». Chiedo un voto per la sua competenza, non per una questione di simpatia o per una solidarietà di genere.



«Credetemi, ho visto da vicino quanto sia difficile, stressante il lavoro da presidente. E lo ha visto anche Hillary. A volte mi chiedo perché insiste a volerlo. E mi rispondo perché è consapevole di avere il talento e la capacità per farlo, al servizio della nazione».

Si da il caso che quella nazione siano gli Stati Uniti d’America, uno dei paesi più potenti del mondo.



Il mondo sarà nostro a breve, speriamo di saperlo governare. L’unica è provarci ovunque noi siamo, anche nella nostra Chiesa.

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