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Stupri di guerra: TRE GIORNATE

Stupri di guerra: TRE GIORNATE

Sabato 22 febbraio il primo incontro a Roma (Casa Internazionale delle Donne) su Bosnia ed Erzegovina: proiezioni, reading, interventi

Giovedi, 30/01/2020 - TRE GIORNATE
Dal Ruanda ai Balcani, ai campi di detenzione libici, greci e turchi,
la tragica attualità degli stupri di guerra e la soggettività delle donne

22 febbraio, 14 marzo, 4 aprile 2020
presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma - Via della Lungara, 19 (ore 16-20)


Tre giornate
In queste tre giornate raccontiamo le conseguenze di guerre recenti, le storie della Bosnia ed Erzegovina, dove ancora la pace è fredda, le separazioni etniche una realtà pesante; del Kosovo, dove gli stupri della guerra riemergono nella coscienza collettiva superando i silenzi e le vergogne individuali; e la storia del Ruanda, il Paese delle donne, che dopo il genocidio dei Tutsi hanno ricostruito il loro paese. A raccontare queste storie nelle prime due giornate saranno le voci dei film e dei documentari, le testimoni, le associazioni delle donne coinvolte, nei Balcani come in Ruanda.
Turchia, Kurdistan, Nigeria, Darfur, Cile.. . sono tanti i teatri di guerra e di stupri di guerra aperti, che affronteremo con altre iniziative, ma non potevamo non affrontare da subito le violenze che subiscono le donne migranti, nel “viaggio”, nei campi di concentramento libici, turchi e greci, nei centri di detenzione europei.
Infine un documento conclusivo con alcune richieste molto chiare: protezione internazionale per le migranti vittime di stupro e violenze; risarcimenti alle donne vittime degli stupri di guerra, riconoscimento delle problematiche e dei diritti delle figlie e dei figli degli stupri. Saranno interpellati i singoli Stati e gli organismi internazionali ed europei.

Il contesto storico
La guerra

Stupri di guerra, stupri etnici, contro le donne, ma non solo, violenze sulla popolazione civile, fino al genocidio: avvengono in tutte le guerre in diverse forme di brutalità, ieri e oggi. Non si possono comprendere gli eventi bellici senza cogliere la dimensione sessuale che li fonda e li attraversa.

La storia
Fin dagli antichi tempi lo stupro era considerato come normale bottino di guerra e successivamente come danno collaterale delle guerre, con la conseguenza dell’impunità – nessuno dei due tribunali istituiti a Tokyo e a Norimberga dai Paesi alleati sui crimini di guerra ha riconosciuto il reato di stupro. Nelle Convenzioni di Ginevra (1949) lo stupro di guerra fu considerato un attacco “all’onore” (di fatto dell’uomo); fu invece considerato crimine di guerra dalla giurisprudenza dei due Tribunali internazionali, per ex Jugoslavia e per il Ruanda, istituiti rispettivamente nel 1993 e nel 1994; fino al riconoscimento dello stupro di guerra come crimine contro l’umanità nello Statuto della Corte penale internazionale:1998.

Una violazione dell’anima e del corpo
I corpi delle donne violentati, lo stupro come arma di guerra contro il nemico attraverso le donne del nemico, per distruggere il futuro, per rendere impossibile ogni convivenza, per fare pulizia (etnica). Una violazione dell’anima e del corpo. I sentimenti delle donne hanno nomi precisi: pudore, vergogna, silenzio, sofferenza, depressione, solitudine. Le comunità spesso trasformano le vittime in colpevoli del disonore, così le donne sono violentate due volte.

Il riscatto
Le ferite non si rimarginano se la convivenza multietnica è ormai solo un ricordo e una nostalgia, se chi ti ha stuprata è stato il tuo vicino di casa, se gli autori restano impuniti a circolare nelle stesse strade dei loro crimini; ma lì dove si è intrapresa la strada di una rielaborazione collettiva delle tragedie avvenute, della giustizia e non della vendetta, si ricostruisce una società e le donne ne sono protagoniste, cercando di riprendere in mano la loro vita e le relazioni.

Programma (quasi definitivo)

Sabato 22 febbraio, ore 16 - BOSNIA ED ERZEGOVINA. VICINE DI CASA
• Presentazione delle tre giornate: Isabella Peretti, Associazione Lesconfinate
• Introduzione: Fatima Neimarlija, Comunità della Bosnia ed Erzegovina a Roma “Bosnia nel cuore”
• Proiezione del documentario “Bosnia, la pace fredda” (produzione di ISCOS Emilia Romagna in collaborazione con Infinito edizioni, regia di Marcella Menozzi)
• Monologo "Perché io ho vinto" dell’attrice Nela Lucic (Comunità della Bosnia ed Erzegovina a Roma “Bosnia nel cuore”)
• Proiezione di “Bosnia, i figli della vergogna” (Arte tv)
• Intervento di Chiara Valentini (coautrice di “L'arma dello stupro. Voci di donne della Bosnia”, La luna ed, 1993)
• È previsto l’intervento di Staša Zajović (Donne in nero di Belgrado)

Sabato 14 marzo ore 16 - KOSOVO. RUANDA. IL RISCATTO
Prima parte: KOSOVO
• Introduzione di Simona La Rocca (curatrice del volume “Stupri di guerra e violenze di genere”, Ediesse, 2016)
• Proiezione del film “Pensando a te. Attualità della vicenda Kosovo contro la violenza alle donne nelle guerre e nelle migrazioni” (produzione Shortcut, sceneggiatura di Anna Di Lellio e Fitim Shala, regia di Fitim Shala)
• Intervengono l’Ambasciatrice della Repubblica del Kosovo Lendita Haxhitasim e l’artista Alketa Xhafa Mripa
• Monologo "Perché io ho vinto" dell’attrice Nela Lucic
Seconda parte: RUANDA
• Testimonianza di Léonie Uwanyrigira, Progetto Ruanda
• Presentazione del film sul Ruanda: Sabrina Varani (regista)
• Proiezione del film: “Ruanda, il paese delle donne” (Alma Terra, Progetto Ruanda, regia di Sabrina Varani)

Sabato 4 aprile ore 16 - I CORPI DELLE MIGRANTI
• Sono previsti gli interventi delle giornaliste Annalisa Camilli e Francesca Mannocchi sugli stupri e le violenze subiti dalle migranti, sui campi in Libia, Grecia, Turchia, su quanto accade ai confini della Bosnia e delle Croazia
• Registrazioni audio dai campi di detenzione, Andrea Billau, Radio Radicale
• Monologo "Perché io ho vinto" dell’attrice Nela Lucic
• Presentazione degli obiettivi e delle proposte del documento conclusivo: Simona La Rocca
• Interlocuzione con rappresentanti istituzionali (in attesa di conferme)


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