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Storia d’amore e di violenza raccontato  alla masseria “La Corte dei Vescovi” a Manduria. E il teatr

Storia d’amore e di violenza raccontato alla masseria “La Corte dei Vescovi” a Manduria. E il teatr

Una storia di amore e violenza, “Storia di un amore dimenticato nel buio delle stelle” di Elena Manigrasso e Azzurra Convertino è stata raccontata, cantata, suonata alla Masseria “Corte dei Vescovi” a Manduria (Ta) il 27 Novembre 2016. Le

Mercoledi, 30/11/2016 - Il pubblico si è trovato di fronte un allestimento teatrale scarno, essenziale in una delle grandi sale con volta a botte e muretti a vista. Al centro della scena il pianoforte a coda, elegante e raffinato col suo colore nero lucido, quasi vestito in frac. Il maestro Conte gli ha dato voce interpretando, sulle note delle storiche canzoni pop e jazz, la storia di Vittoria, donna del Sud amata e nello stesso tempo abusata dal compagno: principessa e donnaccia per la sua altra metà del cielo. Il suono melanconico del bandoneòn ha filtrato la passione di un amore malato, ha cercato di accompagnare il pubblico per mano, rassicurandolo con la dolcezza dell’aria che si faceva musica, proteggendolo da parole affilate come coltelli, quasi ad evitare che colpissero violentemente il cuore. Se Orfeo avesse suonato queste note nell’Ade, forse Euridice sarebbe ancora in vita, gli dei si sarebbero commossi a tal punto da contraddire ogni promessa fatta.

Un racconto basato su TROPPE storie vere. La violenza di genere è silenziosa, si annida nei piccoli gesti quotidiani, in un sorriso deformato, in un tono di voce più alto, in uno scatto di rabbia che sfugge al controllo. La violenza di genere è nascosta. Raccontarla é stato il primo passo per stanarla. E questo hanno fatto tre donne: Azzurra, Elena, Tiziana in un misto di rabbia e passione. Il maestro Conte in alcuni momenti del dramma ha accompagnato Elena Manigrasso in brani come: The man a love, Guarda che luna, Non Andare via, Dream a little dream of me, Get me so money too.

È così che la storia di una donna si rivela a teatro grazie anche all’aiuto di un uomo, un pianista che ci ha accompagnato con dolcezza e dolore nel mondo delle donne. Conte ce lo racconta così:

“Se questa musica potesse esprimere a parole ciò che pensa dell’amore, ci direbbe, cari amici uomini, che l’amore è un’altra cosa: l’amore è paziente, l’amore promuove, libera, esalta, rende liberi, eterni.

Ci direbbe anche che le donne sono il riflesso di un sentimento di chi ha avuto pietà della nostra solitudine e ci ha donato il dialogo altro, non certamente basato sulla violenza, sul possesso ma sul dono di sé, sul coraggio di chi si impegna a custodire chi custodisce la vita.

La musica ci direbbe che le donne non devono cercare modelli alternativi o cedere alla tentazione di somigliare a chi le fa vittime. L’amore di chi ha patito per amore è già scritto nel buio delle stelle: se solo puntassimo gli occhi al cielo avremmo speranza di cambiare”.

Elena Manigrasso

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