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Settembre 2020 a scuola: contratto sociale di una prof

Settembre 2020 a scuola: contratto sociale di una prof

Non dimentico la mia mission, quella di far suonare alla classe strumenti diversi.

Domenica, 06/09/2020 - Fra poco tornerò tra i banchi di scuola. Con la mascherina passerò tra i banchi a controllare i compiti delle vacanze: “Sì, questo va bene, attenzione qui manca l'accento”. Senza il batti cinque, senza contatti. Tempi di coronavirus.
Ma non dimentico la mia mission, quella di far suonare alla classe strumenti diversi. Ognuno è se stesso e parte di tutto. La classe non suona lo stesso strumento, l'importante che suoni la sinfonia, e che la suoni insieme.
E se non ascoltano la maestra, mi dice la voce interiore, fatti sentire. Inizia la tua ora che identificano con te, fai una cosa tua personale: alzarti con loro, fai un minuto di silenzio, la colazione insieme.
Ascolterò questa mia voce che mi orienta.
Conosci gli interessi che fanno i tuoi alunni e alunne al di fuori della scuola, scoprirai un mondo: Sfera e basta, cantanti melodici, danza, calcio, amori, libri da leggere bellissimi, consigliati proprio da loro; “lo legga prof, è bellissimo”. E andando a sbirciare questi libri, in effetti hanno trame e pensieri bellissimi. E la vocina ancora. Raccontati e salutali sempre. Sei in carne e ossa. Non sei un'aliena. La cortesia è sempre gradita. Anche gli alunni la desiderano. Non è un'esclusiva per noi insegnanti.
E soprattutto...non scoraggiarti nel caos. Quell'alunno/a ha una dolcezza che non hai scoperto ancora. Bisogna solo sapere aspettare, avere pazienza.
Sii affidabile e coerente, arriva puntuale; giustifica il tuo ritardo come fanno gli alunni e alunne con te.
Mantieni le promesse, utilizza tcnologie, concedi attenzione. Usa l'inatteso quando cala l'attenzione. E per i voti? Un cattivo voto va sempre spiegato. Non sei un giudice, ma sei una prof che incoraggia, ricordalo sempre.
I giudizi fanno bene anche a te.
E ritornando al caos in classe? A bottigliette lanciate, all'acqua a terra. Agli scivoloni, spinte, palle di carta e calci sottobanco? Non esiste la bacchetta magica, non spariranno in un minuto. C'è da pianificare prima che succeda. Prepara i contenuti e i materiali, usa anche materiali alternativi, ricette, lieviti, farine e adatta tutto secondo le ore no.
E poi ricorda questa che è potente: anche se diventi la loro popstar preferita potresti non avere la loro attenzione.
Adatta sempre la lezione e aula, anche secondo le tue energie. Abbi sempre il piano B o una lezione più leggera. Magari con gli albi illustrati.
Usa i gesti con enfasi, guarderanno le tue mani, si fideranno delle tue mani. Non chiuderti dietro la cattedra. Anche il corpo parla.
Con lo studente aggressivo? Lavora molto, lavora di più, questo è il segreto. Non rinunciare a sanzionare. Le regole vanno assimilate, non fare finta di niente: è un male per te e per lui o lei.
Dai il buon esempio, il tono e la linea relazionale parte da te. Alle tensioni non si mette benzina sul fuoco, anche per tutelare le tue colleghe e colleghi nelle ore successive. Le tensioni e trasgressioni continuano nelle altre ore se non le hai spente.
Mai parlare negativamente sul ragazzo/a, ma sulle azioni compiute.
Le tensioni si possono gestire. Coinvolgi colleghi e e genitori.
Mantieni la cortesia del “lei” non per autorevolezza ma per il ruolo che svolgi. Chiaramente senza arrivare alla freddezza. Le relazioni sono difficili ma ce la puoi fare.
Questa la promessa della mia vocina interiore. Questo il contratto sociale con i miei alunni e alunne che sottoscrivo. E le promesse si mantengono.
Elena Manigrasso

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