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Scontro interno al PD: il grande silenzio delle donne

Scontro interno al PD: il grande silenzio delle donne

Troppo mediatrici e concrete per entrare nelle liti dei superuomini?

Venerdi, 24/02/2017 - Da un po' di giorni i giornali ospitano articoli sull'assenza di voci femminili nel dibattito litigioso che è in atto da tempo nel PD (articolo Paola Ortensi). Liliana Cavani ha scritto una lettera al Direttore del Corriere della Sera sostenendo che il PD sembra un partito di soli uomini, con aspiranti leader solo uomini e con donne che sembrano assistere in silenzio al suicidio di un partito che avrebbe bisogno di intelligenze sincere.

In risposta è scesa Livia Turco sostenendo che le modalità del dibattito politico in corso, dove domina l'ipertrofia dell'io e l'indifferenza totale alle relazioni umane, sono assolutamente respingenti per le donne. Ma Livia Turco non si ferma qui, dice "donne, buttatevi! Diventate autonome e alleatevi tra voi, ce la potete fare!".

Ora un piccolo passo dalle donne è stato fatto. "Prendiamoci cura del partito democratico" dice un appello di cui è prima firmataria Annamaria Parente, capogruppo del PD nella Commissione Lavoro del Senato "rilanciamo lo spirito costitutivo del partito democratico, le divisioni interne hanno sempre portato allo smarrimento dei nostri valori e a pesanti sconfitte, al contrario, i risultati migliori sono arrivati quando abbiamo trovato la forza di dare vita a grandi aggregazioni in grado di mostrare al paese e agli elettori la nostra forza propositiva per la società italiana."

Hanno firmato questo appello 70 parlamentari e 1400 donne militanti, amministratrici locali, iscritte e simpatizzanti del PD.

Un piccolo passo, a cui ne è seguito un altro: le 70 parlamentari firmatarie dell'appello si sono riunite convinte che bisogna ribaltare l'ottica di partito e ricostruire la casa del PD indebolita dalle logiche correntizie, fatta di numeri, tessere e soldatini obbedienti.

Da questo incontro è scaturita una iniziativa ulteriore e un impegno, ci dice Annamaria Parente, si è costituito un gruppo di lavoro e la prossima settimana sarà proposta la traccia di un documento politico. Un documento che potrà diventare una piattaforma congressuale sulla quale si batteranno le donne? " intanto proviamo a dimostrarci unite nel chiedere democrazia interna, legge elettorale omogenea per Camera e Senato, l'attuazione di leggi importanti su lavoro e famiglia che sono state varate ma mai attuate, una buona scuola e politiche attive per il lavoro, poi....vedremo!"

Tra le domande di questi giorni anche quella di perchè non si vagheggi neanche una candidatura femminile alla segreteria. Questa piattaforma delle donne potrebbe diventare il programma delle donne per tale candidatura? La senatrice Parente sorride e dice "vedremo, non è mai successo che le donne proponessero una loro candidatura alla segreteria" e c'è anche chi, come la senatrice Monica Cirinnà dice " non credo proprio che qualcuna tra noi voglia e sia pronta a buttarsi in un'avventura senza futuro come candidarsi alla segreteria del PD. Purtroppo."

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