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Quale otto marzo nel 2016?

Quale otto marzo nel 2016?

- Terrorismo internazionale inarrestabile, finanza impazzita, Unione europea in crisi, emigrazioni di massa. E le donne, come sempre, sono doppiamente vittime

Giancarla Codrignani Lunedi, 14/03/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2016

Forse è bene informare le lettrici che scriviamo i nostri pezzi circa un mese e mezzo prima che il numero arrivi alla loro casa: anche se siamo brave con le previsioni, non è detto che - quest'anno - ci azzecchiamo. Infatti Il 2016 è un anno in cui ogni giorno può succedere di tutto. Proprio per questo è importante tenere d'occhio le connessioni fra i fatti a partire da oggi, 20 gennaio: sono tutte questioni che continueranno ad avere conseguenze. Quali? Il bello (?) è che ancora non lo sa nessuno.

Infatti ieri Junker, il presidente della Commissione europea - senti chi parla, visto che il suo Lussemburgo ospita gli evasori - si è azzuffato con Renzi, ma oggi definisce i toni alti cose da maschi virili (notate il duplicato di testosterone). Vedremo se non è che ce l'aveva indirettamente con Draghi; nel qual caso ne vedremo di peggio, dato che la finanza internazionale balla ogni giorno di più.

Veniamo dunque all'economia. Dall'inizio dell'anno i saliscendi nelle Borse del mondo sembrano disastrosi: duecento miliardi bruciati solo ieri…. La Cina mantiene i suoi segreti, ma ha sicuramente esaurito il ciclo ascendente e deve tener d'occhio malcontento e scioperi. Il petrolio costa sempre meno e l'instabilità dei produttori non è simpatica, visto che si tratta di paesi arabi la cui seconda ricchezza sono beni ammassati in quantità esorbitante e pericolosi: le armi. In Italia abbiamo 5 miliardi di "derivati" inesigibili e dovremo fare qualcosa per tornare a finanziare imprese che diano lavoro. L'Europa ci rinfaccia i 2.212 miliardi di debito. Forse ha ragione, ma gli antieuropeisti ci ‘marciano’ e gli italiani non capiscono che senza l'Europa quel debito diventa un macigno che schiaccerà noi per primi.

Ogni giorno la stampa riporta notizie di attentati dell'Isis e affiliati. I media si sono fatti sempre più ansiogeni e producono paure; eppure, se è vero che il contesto internazionale non migliora, varrebbe la pena di notare che gli attentati non avvengono solo in Europa: sono già sono accaduti, accadono (e accadranno) in Turchia, Nigeria, Somalia, Egitto, Tunisia, Malì, Indonesia, Pakistan, Libia….

Intanto una nobile gara è stabilire chi nel mondo è più corrotto: l'Italia è in pole position. Il film di Checco Zalone (Quo vado?, ndr) diverte, ma dimostra che, dal basso verso l'alto, il circuito è inesorabile. Forse davvero, come i cittadini chiedono l'espulsione dei politici corrotti, bisognerà educare gli italiani licenziando, come non si è fatto nemmeno a Sanremo, i furbetti assenteisti. Per lo meno qualcuno imparerà che occorre provare le accuse prima di lanciare le pietre.

E le donne? Anche questo contesto che aggrava le condizioni di tutti, come sempre, le colpisce doppiamente. Non è una novità: ancora una volta il sistema regge perché lo teniamo in piedi noi, senza però poterlo cambiare.

Non dovremmo lasciar perdere il seguito del San Silvestro di Colonia, altrimenti finirà che è stata colpa nostra se ci vanno di mezzo gli immigrati e la Merkel perde consenso. La destra neonazionalista ha avuto buon gioco, ma di fatto la cultura dello sballo si è fatta degrado anche in Germania. Figuriamoci se le "molestie sessuali" non ne facevano parte e i mascalzoni arabi ne hanno approfittato, ma c'erano anche i tedeschi. L'argomento non dovrebbe cadere perché le leggi non educano i costumi e la polizia "non vede mai": l'abitudine di esser padroni del corpo delle donne induce i maschi a non avere rispetto del genere altrui perché il loro pensiero non considera il corpo fondamento della dignità umana. Poi chiediamo alle straniere che vivono in Italia (ma anche a noi stesse) se i maschi hanno smesso di strusciarsi loro addosso in autobus.

Non sappiamo come andrà a finire con i benpensanti e i cattolici, ma sono all'ordine del giorno norme sulle convivenze, comprese le adozioni dei bimbi delle coppie omosessuali. Temi delicati che in Italia si lasciano degenerare perché l'ipocrisia che, ancora una volta, non a torto si definisce cattolica, ci mette a rischio di inadempienza su diritti umani che l'Europa ci chiama a regolarizzare. La questione dell'utero in affitto fa scalpore e divide le femministe, anche se fino ad oggi è stato praticato dalle coppie non fertili. Ed è assolutamente vero che i corpi non si vendono perché non sono merce, ma bisognerà risolvere poi la contraddizione dell'indifferenza per la prostituzione: non è un mestiere come un altro ammettere a pagamento nell'intimità del proprio corpo l'organo di un uomo che paga per esercitare un potere (che in famiglia usa chiamare amore).

Sono tutti problemi - anche questi ultimi definiti etici (che si votano "secondo coscienza") o privati (ma quando mai?) - su cui bisognerà fare politica; politica di cervello e non di pancia o di tweet. Ci sentiamo al prossimo numero per vedere a che punto siamo.

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