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Prima Pagina Donne  (13 - 19 giugno 2016)

Prima Pagina Donne (13 - 19 giugno 2016)

La morte della giovane deputata inglese Jo Cox e le elezioni di due donne alla carica di sindaco a Roma e a Torino: qualche impressione immediata e una domanda ..

Lunedi, 20/06/2016 - Prima pagina Donne 14 (13-19 giugno 2016)



Dopo mesi, anzi direi qualche anno, ormai, in cui mi sono dedicata, come ho saputo, a scrivere di settimana in settimana circa il femminile dell’informazione e dopo alcune settimane in cui mi ero fermata (per ragioni del tutto soggettive),  dopo le elezioni di domenica scorsa che hanno visto 2 donne, fatto eccezionale, divenire Sindacche a Roma e a Torino, e ancora dopo l’uccisione della deputata inglese Jo Cox, seppur brevemente, è impossibile non scrivere. Non farlo mi sembrerebbe davvero improprio e non apprezzabile anche perché quasi tutte e tutti quelli che mi conoscono sanno o immaginano che io abbia votato per Roberto Giachetti, che ringrazio per il suo impegno, e questo non può significare ignorare un avvenimento dai connotati comunque straordinari, per le donne i come il risultato dei ballottaggi di Roma e Torino.

Inizio da Jo Cox, una donna giovane appassionata che solo ora,  dopo la sua morte, abbiamo imparato a conoscere. E parlando di lei, dopo avere espresso necessariamente il dolore e l’orrore per la sua morte, vorrei ringraziarla per le cose che abbiamo scoperto diceva per convincere gli inglesi che uscire dall’Unione europea fosse un errore e per come si spendeva per spiegare l’importanza di un'Unione e delle stesse ragioni per cui anche per l’Inghilterra, rimanervi, fosse la scelta giusta. Solo fra pochissimi giorni potremmo trovarci a leggere e a sentire, come già qualcuno accenna, che proprio la sua morte potrebbe invertire la tendenza del Regno Unito, ovvero far prevalere l’opinione di non uscire dall’Eu. Solo pensarlo fa venire i brividi. Una morte così spaventosa e ingiusta, che lascia tanto senso di impotenza di non averla saputa evitare, per far cambiare il pensiero di tante e tanti e portare a riflettere? Ne riparleremo a voto compiuto.

Venendo ora a noi vorrei limitarmi per queste poche righe a primissime riflessioni - ed emozioni direi  - sulle neo elette sindache di Torino e Roma, entrambe candidate per il Movimento 5 stelle, come è noto, ma che questa notte (fra domenica e lunedì) nelle loro dichiarazioni e nelle differenti storie dei voti delle città, protagoniste orgogliose e vincitrici, mi sono apparse profondamente diverse.

Ritengo, come ho spesso avuto modo di pensare, nulla è più interessante in politica delle prime dichiarazioni sia dei commentatori che dei vincitori, per chi voglia stare attento. Sull’onda dell’emozione o dell’aspettativa programmata si possono percepire verità o atteggiamenti che in molti casi non si ritroveranno più quando lavoro o alleanze inizieranno a imporsi nel misurare ogni parola o atteggiamento.

A Torino, dove la vittoria di Chiara Appendino apre profonde riflessioni politiche in una città, per ammissione ampia, governata bene dall’ex sindaco Piero Fassino e che quindi porta in sé un'esigenza di capire che c’è una profonda richiesta di rinnovamento e di rottura col passato politico e la sua consolidata struttura di alleanze di potere seppur legittimo. La nuova sindaca ha proposto un discorso interessante, apprezzabile, concreto, riconoscibile in contenuti e anche rispettoso dello stesso Fassino. L’impressione che mi è arrivata è stata quella di una donna forte e determinata con una personalità molto definita e autonoma, consapevole di aver ricevuto una responsabilità non semplice di cui intende raccogliere la sfida in nome di una città che lo merita anche per l’orgoglio della sua storia. Vorrei dire che ascoltandola,  pur molto dispiaciuta per Fassino, ho provato un attimo d’emozione per  la giovane Chiara Appendino e ho avvertito un ”tic tac” di solidarietà.

Aspettando Virginia Raggi a Roma, i sentimenti sono stati ben diversi. Intanto come temevo hanno a lungo preso più spazio mediatico le dichiarazioni di Di Battista e le immagini di Grillo che le parole della nuova sindaca. Quando alfine sono arrivate, come è stato per gran parte della campagna elettorale,  non hanno rimandato nulla davvero di concreto. Virginia Raggi spero sarà capace di dimostrarci una sua autonomia di pensiero - che per ora sembra molto lontana - e un vero programma oltre a una squadra credibile. E’ la prima donna che nella storia governa la Capitale d’Italia e soprattutto, lasciatemelo dire, una città in difficoltà grande ma pur sempre da amare. Una città unica e affascinante e dalle enormi risorse culturali e della sua gente. Una città che ha bisogno non di essere strumentalizzata dai pentastellati mettendo, come questa notte abbiamo già sentito, che se non si riuscirà a cambiare sarà colpa del lascito del passato. Virginia Raggi, quando finalmente ha parlato, mi ha rimandato l’impressione di essere più che stanca quasi impaurita dal suo ruolo. Ha garantito di essere la sindaca di tutte e tutti, di chi l’ha votata e di chi no. Ha pronunciato quasi con stupore che Roma ha un sindaco donna: lei!  L’augurio che io faccio a noi e alla città è che questa giovane donna sia capace di crescere, sospinta dal ruolo, e di capire dove è arrivata scoprendo l’orgoglio di non farsi strumento di nessuno. Non dico questo a caso ma sconfortata dalla notizia che già questo lunedì mattina, come primo atto, si è recata all’incontro con Grillo e Casaleggio. 

Finisco facendo gli auguri alle due sindache di Roma e Torino non solo perché è giusto e civile riconoscere chi vince ma perché è un modo di farli anche a noi tutte e tutti noi, nella speranza che i problemi vengano affrontati positivamente.

L’appuntamento è ai prossimi giorni per capire di più e avere idee più articolate anche su una domanda che poco ho sentito presente: ma Appendino e Raggi, considerando che molti dei loro voti sono stati richiesta di nuovo, sono “arrivati” anche perché la novità può identificarsi nelle donne ai vertici della politica?

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