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Presidio in Campidoglio contro la chiusura dei Centri Anti-violenza

Presidio in Campidoglio contro la chiusura dei Centri Anti-violenza

Tante donne oggi sotto l'ufficio della neo-sindaca per chiedere che non vengano interrotti i servizi a supporto delle vittime di violenza

Venerdi, 24/06/2016 -
Roma, 24 giugno 2016. Un caldo soffocante ha accompagnato oggi il presidio di quasi cinque ore che un nutrito numero di donne, su chiamata della rete Io decido, ha organizzato per chiedere alla Sindaca Raggi di scongiurare la chiusura imminente, prevista per lunedì mattina 27 giugno, dello sportello anti-violenza SOS Donna di Grotta Perfetta gestito dalla cooperativa sociale Be Free, servizio che ha seguito finora 1934 donne, sostenendole sul piano psico-sociale, psicologico, legale e formativo.



Un attacco ingiustificato quello che si sta consumando ai danni dei centri anti-violenza (anche a Palermo le attiviste del centro "Le Onde Onlus” che dal ’92 a oggi hanno aiutato oltre 10 mila donne hanno dovuto sospendere il servizio) nonostante i femminicidi siano all’ordine del giorno. Oggi purtroppo un'altra vittma a Piacenza. Ad uccidere la donna il marito che è poi suicidato. 



A Roma, ancora scossa per il terribile femminicidio di Sara di Pietrantonio, oltre a SOS Donna, rischiano la chiusura lo sportello Assolei e il Centro Donne Dalia. Per difendere questi spazi e altri come la Casa delle donne Lucha y Siesta e lo sportello Una stanza tutta per sè, in tante oggi si sono trovate per dire che le donne non si faranno portare via ciò che con fatica hanno conquistato e costruito sul territorio. 



Ed è proprio alla luce della pervasività del fenomeno della violenza maschile sulle donne che le attiviste hanno chiesto, oltre alla difesa degli spazi, che venga abbandonata la logica emergenziale con cui spesso in questi anni le istituzioni hanno risposto facendo della violenza una questione di sicurezza come prevede la contestata legge sul femminicidio del 2013  o l'introduzione del Codice Rosa che spinge le donne che si recano al pronto soccorso a denunciare immediatamente. Per invertire la tendenza, le attiviste chiedono che la politica si impegni a contrastare la violenza e la cultura sessista che è alla base, con interventi che vadano dall’educazione alle differenze nelle scuole alla creazione di occasioni di lavoro e di reddito per le donne (in Italia abbiamo un tasso di donne occupate fermo al 46%), oltre che al supporto tramite i servizi sul territorio.



Dopo alcune ore di presidio, in cui le donne hanno ingannato l'attesa con canti e cori, una piccola apertura al dialogo. Una delegazione di attiviste ha infatti potuto incontrare la neo-sindaca Virigina Raggi che si è mostrata, da quanto è emerso, cauta ma disponibile e consapevole che i centri anti-violenza non devono essere chiusi. Non ha però fornito alcuna certezza che si possa scongiurare l’imminente interruzione del servizio SOS Donna. 



Si vedrà dunque nelle prossime settimane se la Sindaca sarà realmente disponibile ad andare incontro alle richieste delle attiviste, che oltre alla proroga dei servizi sul territorio, chiedono l’apertura di un percorso pubblico che prenda in considerazione e riconosca tutte le esperienze e delle competenze maturate attraverso il lavoro instancabile, e spesso gratuito o scarsamente retribuito, che le donne che erano al Campidoglio oggi pomeriggio svolgono per le altre donne per combattere insieme la guerra fatta sui loro corpi. 



 

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