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Paola: pensieri e parole in libertà/ Luca, la mamma e la sua tesi di laurea

Paola: pensieri e parole in libertà/ Luca, la mamma e la sua tesi di laurea

Luca, un giovane appassionato di montagna, muore sul Cervino a pochi giorni dalla tesi di aurea. La mamma, per amore, accetta di discutere la tesi al suo posto .....

Martedi, 25/07/2017 - Paola : pensieri e parole in libertà

E’ l’8 luglio e Luca Borgoni, un giovane di Cuneo appassionato di montagna, partecipando ad una corsa sul Cervino muore precipitando in un crepaccio.

La tragedia avviene pochi giorni prima della data in cui Luca avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea in Scienze biologiche, che affronta gli effetti nutrizionali di cibi specifici e che, non casualmente, è ispirata dallo stile alimentare dei tibetani in alta quota.

La mamma di Luca che - racconta - ha seguito fianco a fianco il lavoro del suo ragazzo, accetta la proposta di stima e affetto della correlatrice della tesi di essere lei a discuterla, in memoria di Luca, come atto d’amore, riconoscimento e ricordo del giovane e della sua grande passione per la montagna di cui la stessa tesi è testimonianza.

L’insolito avvenimento rimbalza sui giornali, diviene una storia di come un dolore inimmaginabile può trovare ragione di essere “accettato” nel riconoscimento del valore di chi non c’è più. E nel caso specifico nel raccontare una grande passione, quella della montagna, che per assurdo mentre si è portata via Luca lo accompagna ed è capace di esaltare l’amore dei suoi cari.

La mamma Cristina racconta in una lunga intervista su Repubblica di come abbiano anche scoperto, dopo la morte del ragazzo, che aveva vinto un premio europeo ( Il Mountopia) per scalare il Dhaulagiri in Nepal e che metà dello stesso (quattromila euro) saranno comunque messi a disposizione perché si possa realizzare un sogno espresso da Luca, ossia che un bivacco di montagna possa un giorno portare il suo nome.

La mamma di Luca, intervistata su questa dolorosa ma anche affascinante vicenda di accompagnamento al dolore suo e della sua famiglia, afferma di non volere scandalizzare nessuno ma deve riconoscere come discutere la tesi al posto di suo figlio “sia stata una bellissima festa” ed esprime comprensibilmente la gioia di poter realizzare con le risorse del premio l’ultimo desiderio di Luca di dare il suo nome, appunto, ad un bivacco.

Penso che nessuno che abbia letto questa storia divenuta notizia non abbia provato solidarietà, vicinanza e ammirazione per una mamma e una famiglia che ha subito tale tragedia come la perdita di un figlio, che veniamo a “conoscere” così pieno di sogni concreti e di futuro, da divenire, appunto, protagonista di una storia e testimonianza di vita e vitalità che va oltre lui stesso.

Quello che mi domando, non riuscendo a sottrarmi all’idea che un quotidiano che lascia tanto spazio ad un avvenimento come questo, voglia offrire certo un racconto di cronaca, ma penso anche qualcosa di più; ossia dare un messaggio positivo e, nello specifico, un'indicazione che l’avvenimento porta in sé. Quale sia allora questo messaggio nel caso specifico, dove s’intrecciano - una passione, quella della montagna, che porta sempre con sé fascino e mistero, una madre e una famiglia che di questo figlio ha condiviso e sostenuto un'interesse così forte nonostante destasse preoccupazione e timore, senza ostacolarlo ma accompagnandolo fino a trarne motivo di conforto al momento della sua tragica fine - vale la pena di ricercarlo.

Quale, mi ripeto, “l’insegnamento“ da trarne? Quale l’idea da generalizzare che permetta a una famiglia di non spegnere mai il dolore per una perdita troppo grande per essere commentata e contemporaneamente far vibrare l’energia vitale, il valore intrinseco che quella giovane vita già esprimeva ed espandeva attorno a sé fino a dar coraggio, speranza e motivo di vita a chi rimane e forse a chi legge la sua storia?

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