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Oltre i confini con Ngozi Okonjo-Iweala

Oltre i confini con Ngozi Okonjo-Iweala

Un’economista africana è stata eletta a capo del WTO, l’organizzazione mondiale del commercio con sede a GINEVRA

Martedi, 16/02/2021 - Ngozi Okonjo-Iweala, questo il nome della donna, della Signora, dell’economia africana eletta il 15 febbraio a capo del WTO, ovvero dell’organizzazione mondiale del commercio, con sede a Ginevra, di cui è divenuta Direttrice generale dopo un lungo percorso di impegni di livello internazionale. 
Ngozi Okonjo-Iweala è nigeriana e naturalizzata americana dal 2019, il paese dove ha studiato, arrivando nel 1976, e dove si è laureata all'Università di Harvard col massimo dei voti. La sua tesi fu sulle politiche di credito, mercati finanziari e sviluppo agricolo della Nigeria. Del suo paese, nonostante la sua vita negli Stati Uniti, si è sempre occupata concretamente in prima persona. Infatti ne è stata per due volte Ministra: dal 2003-06 alle finanze e dal 2011-15 anche degli esteri. Ha ricoperto anche molti incarichi di livello internazionale: nella Banca Mondiale come amministratrice delegata; nel GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization); nel ARC (African Risk Capacity) e altro. Non a caso Forbes per 4 anni l’ha annoverata fra le 100 donne più influenti a livello globale.
La sua nomina al WTO era stata bloccata da Trump, che non credeva nell’importanza dell’organizzazione mondiale del commercio, lasciandola languire. E’ stata la volontà del nuovo presidente Biden a sbloccare la nomina, non a caso tra i primi atti importanti del suo mandato, dando così concretezza ad una opportunità davvero interessante.
E' una carica che si protrarrà fino al 2025, data di scadenza del mandato, e che per capire quanto sia selettiva, dato il vasto numero di candidature che erano state presentate, va ricordato come abbia bisogno del consenso di 164 paesi per essere approvata.
Il compito di Ngozi Okonjo-Iweala non sarà semplice, ma sicuramente così importante da motivarla fortemente e da mettere al servizio del commercio mondiale - la cui organizzazione dall’anno della sua nascita (1995) non è mai stato così debole - la sua riconosciuta capacità ed esperienza e quel piglio da leader che le viene riconosciuto da tutti coloro che hanno avuto rapporti di lavoro con lei. Riconoscimento che viene ripetutamente sottolineato nei numerosi auguri di buon lavoro che accompagnano la sua nomina.
Lei stessa nel suo primo discorso da direttrice ha detto che le sfide che il WTO deve affrontare sono numerose e impegnative, ma non insormontabili. Una personalità forte anche in termini di impegno sociale. E' nota infatti nei suoi incarichi politici nei Governi nigeriani in cui ha partecipato per la sua forte battaglia contro la corruzione politica nel suo paese, per cui ha corso anche pericoli rispetto la propria incolumità. Fra i molti “compiti“ a cui Ngozi Okonjo-Iweala dovrà dare il proprio contributo ci sarà quello, di particolare interesse per la nuova amministrazione americana, di tentare di contrastare e riequilibrare, anche attraverso il WTO ed una sua direzione adeguata e competente, la sempre crescente e dilagante presenza cinese in Africa, ulteriormente rafforzatasi nel corso della pandemia attraverso numerosi prestiti e impegni nella costruzione di infrastrutture nell’Africa subsahariana.
Il compito di questa donna è arduo ma supportato dalla provata competenza, oltre al suo diretto interesse per l’Africa, terra cui non ha mai smesso di essere legata.
La sua doppia cittadinanza nigeriana e americana rappresenta il complesso percorso di vita e lavoro che l’ha portata on questa direzione di grande prestigio e importanza e che ha, oggi, una valenza davvero speciale e superiore alla norma per l’importanza che ricoprono “i commerci”  tutte “le forniture“ che coinvolgono la lotta alla pandemia da Covid nel mondo. E' una vera sfida a cui Ngozi Okonjo-Iweala è chiamata ma che gode del sostegno e di una larghissima stima come si è potuto comprendere anche dagli auguri entusiasti dei massimi rappresentanti dell’Unione Europea fra cui  forse con un pizzico in più di emozione e complicità femminile, da parte di Ursula von der Leyen, Christine Lagarde e tante altre che con lei hanno anche partecipato alla scrittura del bestellers in uscita in questo periodo, e di cui è coautrice sulle donne oggi più in vista nel mondo per i loro incarichi politici, istituzionali, imprenditoriali e altro.
Questa nuova leadership femminile di valore mondiale assume, vale la pena di considerare   un significato ben aldilà del valore simbolico, mdice di quanto stia maturando il tempo per le donne, di tante donne non più mosche bianche, di portare se stesse in modo sempre più significativo in posizioni decisive della società mondiale e questo, non posso non sottolineare, nonostante le difficoltà che si possono riscontrare Continente per Continente, cultura per cultura, paese per paese,  compreso il nostro, saltando ogni confine e ogni frontiera .
Tornando a Ngozi Okonjo-Iweala, la sua biografia racconta, dietro gli impegni pubblici, di un marito neurochirurgo e di 4 figli, della sua discendenza da una importante famiglia reale nigeriana chiamata Obahai il cui il padre veniva definito Obi ovvero il Re in una traduzione desunta dall’informazione di questi giorni. Una famiglia che non a caso le permise giovanissima di andare a studiare in America dove ha trascorso, come abbiamo letto, gran parte della sua vita ma senza mai disinteressarsi e distaccarsi delle sue radici e dalla sua terra.
A dimostrare quanto tutto questo faccia parte della sua personalità non solo umana e personale, ma anche pubblica, è la disinvoltura con cui indossa i suoi magnifici abiti tradizionali che sembrano voler, non casualmente, parlare della sua identità e delle sue radici.
Ed è guardando proprio il suo stile d’abbigliamento che mi è venuta un'idea tanto semplice quanto meritevole per me di una riflessione . Questa donna, oggi così importante, impone la sua orgogliosa identità di donna africana attraverso il suo stile, in modo quasi provocatorio ed elegantissimo, senza essersi omologata ad altri abbigliamenti occidentali.
Non è forse leggibile in questo un indicazione, simbolica, per noi donne? E cioè che il posto paritario nella società va perseguito imponendo e lavorando per evidenziare le nostre diversità e originalità. Valorizzare le nostre peculiarità di donne senza cercare come spesso avviene di omologarci alle modalità maschili della rappresentanza e del potere magari avvolte in tristi ma mimetizzanti tailleur neri o al massimo bleu con un sottofondo di maglietta o scarpetta colorata .
Tornando al WTO, la sfida dei vaccini e tutto quanto riguarda la pandemia e in particolare nei paesi più in difficoltà, Africa in primis, sono presumibilmente solo il primo difficile ma importante suo orizzonte d’impegno. E allora Ngozi Okonjo-Iweala, visto che sei un po’ tutte noi, AUGURI e BUON LAVORO !
Paola ortensi 16 2 2021

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