Mozione no Gender a Potenza: la reazione di Pangea-Rete antiviolenza Reama
La condanna della mozione oscurantista e il presidio di protesta 'Potenza non è omofoba'
Mercoledi, 16/09/2020 - "Alle 19 presidio davanti alla Casa comunale di Potenza in Piazza Matteotti in opposizione alla deliberazione del Consiglio comunale contro il Ddl Zan". Questa la immediata reazione di Cristiana Coviello, avvocata del foro di Potenza del gruppo giuridico della rete Reama di Fondazione Pangea Onlus alla delibera approvata dalla maggioranza.
"La brutta pagina che si è consumata ieri nel consiglio comunale di Potenza, durante il quale è stata approvata una mozione di Fratelli d'Italia per 'preservare i bambini lucani dalla teoria del gender', è una delle più oscurantiste che sia mai stata scritta. E non solo per il contenuto della mozione votata da tutta la maggioranza di centro destra, finalizzata a 'impegnare il Sindaco e la Giunta a manifestare presso il Parlamento la propria più ferma opposizione all'approvazione di una legge liberticida' ma anche per il livello del dibattito e i contenuti utilizzati. I consiglieri, infatti, nelle loro dichiarazioni di voto a favore della mozione, invocando il concetto di libertà (di pensiero e di opinione), hanno sostenuto la centralità della famiglia naturale, composta da uomo e donna, mamma e papà e la ferma critica all'omosessualità come modello di vita. Il tutto affermando con profonda convinzione, che 'l'omosessualità è contro natura, perché contraddice la legge naturale della vita, il diritto naturale che è un diritto sacrosanto, la differenza tra i sessi e la riproduzione della specie'.
Parole indegne, soprattutto pronunciate in un contesto istituzionale, che riportano nel Medioevo e che non avremmo mai voluto ascoltare all'interno delle istituzioni. Quello che indigna ancor di più - continua Coviello - è che nessuno, durante il dibattito, abbia sentito il bisogno di prendere le distanze, interrompere, intervenire. Solo i consiglieri dell'opposizione si sono fatti sentire e hanno votato contro.
Tutto questo a pochi giorni dalla morte di Maria Paola, a Caivano, a pochi passi da noi. Invocano la libertà di espressione, indifferenti alle violenze e alle vessazioni che sono costretti a subire uomini e donne gay, lesbiche, trans e queers ogni giorno. Perché evidentemente la tanto decantata libertà di pensiero ed espressione non riguarda anche la libertà ed il diritto di ogni essere umano ad essere quello che è senza che nessuno si arroghi l'arbitrio di deridere, insultare, offendere, discriminare. A questo pensiero dobbiamo e vogliamo opporci e chiediamo l'immediato ritiro della mozione".
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