Monika Bulaj in esposizione a Palau con “Broken Songlines”
La fotografa, reporter e documentarista partecipa a 'Isole che parlano'. Dal 10 settembre propone un viaggio tra le minoranze religiose
Martedi, 01/09/2020 - Con Broken Songlines, in esposizione presso il Centro di Documentazione del Territorio a Palau (SS), la fotografa, reporter e documentarista Monika Bulaj propone un viaggio tra le minoranze religiose, una narrazione di come sopravvivano in alcune zone della Terra.
La mostra fotografica - realizzata con il contributo di FUJIFILM Italia e in collaborazione con Istituto Polacco di Roma - si tiene nell'ambito del Festival Internazionale Isole che Parlano, giunto allaXXIV edizione, e l'inaugurazione è prevista per giovedì 10 settembre ore 21:00 / 22:30 con ingresso gratuito; la mostra sarà visitabile fino all'8 ottobre 2020.
Le 51 immagini delle dimensioni 80x50 sono parte di un più ampio progetto sulle minoranze in fuga, i nomadi, i pellegrini: un vasto progetto - sostenuto dal Pulitzer Center on Crisis Reporting e da FUJIFILM Italia c- he ha già ottenuto un notevole successo di pubblico al Festival della Fotografia Etica 2019.
"In occasione della serata inaugurale, giovedì 10 settembre alle ore 22:30, avrà luogo un incontro speciale con la fotografa che sarà protagonista della performance multimediale Broken Songlines - Tre manoscritti - spiegano gli organizzatori -. Monika Bulaj terrà una narrazione estemporanea in cui, sul grande schermo, con luci e suoni che danno vita alla scenografia naturale del luogo, scorrono storie di amori e separazioni, resistenze e fughe, danze sacre e cammini, dei silenzi nei grandi spazi e masse che ondeggiano come alghe, accompagnati dal reportage in azione".
La Mostra “BROKEN SONGLINES”
Monika Bulaj sta costruendo un atlante delle minoranze a rischio e dei luoghi sacri condivisi, le ultime oasi d’incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi, luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. “Ho viaggiato tra i confini spirituali, nei crocevia dei regni dimenticati, dove scintillano le fedi e le tradizioni dei più deboli ed indifesi, con la loro resistenza fragile ed inerme, la loro capacità al dialogo e all’incontro. In cammino con i nomadi, minoranze in fuga, pellegrini, cercando il bello anche nei luoghi più tremendi. La solidarietà nella guerra. La coabitazione tra fedi laddove si mettono bombe. Le crepe nella teoria del cosiddetto scontro di civiltà, dove gli dei sembrano in guerra tra di loro, evocati da presidenti, terroristi e banditi. Al centro è il corpo. Chiave di volta e pomo della discordia nelle religioni. Iniziato e benedetto, svelato e coperto, temuto e represso, protetto e giudicato, intoccabile e impuro, intrappolato nella violenza che genera violenza, corpo-reliquia, corpo martire, corpo-trappola, corpo-bomba. Mi piace pensare il corpo come un tempio. Il corpo che contiene il segreto della memoria collettiva. Il corpo che non mente. Il sacro passa attraverso il corpo. Lo trafigge. Nell’arcaicità dei gesti, si legge la saggezza arcana del popolo, la ricerca della liberazione attraverso l’uso sapiente dei sensi.” – Monika Bulaj
Biografia MONIKA BULAJ
MONIKA BULAJ, fotografa, reporter, documentarista e performer, svolge la sua ricerca sui confini delle fedi tra minoranze etniche e religiose, popoli nomadi e fuggiaschi, in Europa, Asia, Africa e nei Caraibi. Ha studiato la filologia all’Università di Varsavia, seguito corsi di antropologia, filosofia, teologia. Abita a Trieste. Parla otto lingue, ha tre figli, pubblica con Granta Magazine, La Repubblica, Corriere della Sera, Revue XXI, Internazionale, GEO, National Geographic, the New York Times, e Guardian, etc. Autrice di libri di reportage letterario e fotografico con Alinari, Skira, Frassinelli, Electa, Feltrinelli, Bruno Mondadori, National Geographic, Contrasto. I suoi ultimi libri sono: “Where Gods Whisper” (Contrasto), “Genti di Dio. Viaggio nell’altra Europa” (Postcart), “Nur. Afghan Diaries” (National Geographic Poland), “Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan” (Electa, scelto da TIME come uno dei migliori libri fotografici del 2013). Tra i riconoscimenti ricevuti: Leonian award di W. Eugene Smith Memorial Fund; Premio Tomizza; Premio Lucchetta; TED Fellowship; Aftermath Project Grant; Bruce Chatwin Special Award for Photography “Absolute Eyes”; Grant in Visual Arts of European Association for Jewish Culture. Nel 2014 le è stato consegnato il Premio Nazionale “Nonviolenza”, per la prima volta assegnato ad una donna, con questa motivazione: “per la sua attività di fotografa, reporter e documentarista, capace di mettere in luce l’umanità esistente nei confini più nascosti eppure evidenti della terra, di far vedere la guerra attraverso le sue conseguenze, di indagare l’animo dell’Uomo, la sua ansia di religiosità, di tenerezza e di dignità. Monika Bulaj rende visibile l’invisibile, attraverso l’esplorazione dell’animo delle persone, creando con l’immagine, l’unità dell’umano.” Il suo lavoro in corso è sostenuto da Pulitzer Center on Crisis Reporting. www.monikabulaj.com
Fujifilm Corporation FUJIFILM Corporation è una delle maggiori aziende di FUJIFILM Holdings. Sin dalla fondazione nel 1934, l’azienda ha costruito un patrimonio di tecnologie avanzate nel campo dell’incisione fotografica e, con l’obiettivo di assumere una posizione leader nel campo medicale, applica oggi il suo know-how alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura di malattie, nei campi della medicina e delle scienze naturali. FUJIFILM sta inoltre espandendo il raggio d’azione all’area dei materiali ad alta funzionalità, quali i materiali per i display a schermo piatto, e al settore dei sistemi grafici e dei dispositivi ottici.
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