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Meno parti cesarei, più salute per le donne

Meno parti cesarei, più salute per le donne

A Castellammare di Stabia i tagli cesarei dal 57,2% al 16%: l'esperienza guidata dal prof. Guarino e la testimonianza della dr.ssa Maria Grazia Bartoli

Martedi, 07/10/2014 - La chiave strategica per limitare il ricorso ai parti cesarei è nella stretta collaborazione tra le strutture territoriali e gli ospedali con i punti nascita. In questo modo il numero dei parti cesarei è stato drasticamente ridotto, ad esempio, a Castellammare di Stabia, che ha ottenuto la palma in Italia della migliore unità operativa con l’organizzazione voluta dal prof. Ciro Guarino, che abbiamo incontrato a Cagliari in occasione di 'Isola Donna' (28 settembre - 1°ottobre 2014), appuntamento congressuale di molte sigle di ginecologi tra cui A.G.I.T.E.. “Il punto nascita può avere successo se offre alternative, ad esempio, con il parto in acqua. Grazie ad alcune attenzioni e alla collaborazione che abbiamo sviluppato con le strutture territoriali il ricorso al parto cesareo dal 57,2% si è ridotto al 16%. Va ricordato che il parto vaginale è più sicuro e che anche la donna lo preferisce”. Ma le ragioni che inducono oltre il 60% di donne in Campania a ricorrere al parto cesareo risiedono in una cultura distorta che si è affermata e la dr.ssa Maria Grazia Bartoli spiega che ciò avviene perché “le donne hanno paura e non credono più in se stesse, inoltre l’ambiente del parto soprattutto ospedaliero, ha modelli direttivi che tendono a schiacciare la volontà della partoriente. Ma tutto può cambiare se alla donna viene data la possibilità di essere sostenuta”

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