Mercoledi, 20/01/2021 - Si è concluso da poco il centenario di Nilde Iotti (1920-2020) madre della Repubblica, deputata comunista, presidente della Camera dei deputati per 13 anni e sua grande amica che subito ne inauguriamo un altro molto importante per celebrare un pezzo di storia vivente delle donne incarnato da Maria Lisa Cinciàri Rodano (meglio nota come Marisa Rodano). Celebrarla il 21 gennaio 2021 nel suo 100° compleanno significa ripercorrere, attraverso la sua vita, la Resistenza nella Capitale, la nascita dell’Udi di cui questo settimanale era il simbolo, la storia del Pci (anche lui proprio oggi centenario), la nascita del Parlamento europeo fino alla più recente costituzione dell’associazione Noi rete donne per la democrazia paritaria. Una vita spesa accanto e per le donne con lo scopo di emancipare le masse femminili, migliorarne le condizioni di vita e di lavoro e mobilitarle sui temi che le riguardano nella società civile ancora di grande attualità (parità salariale, maternità, mancanza di servizi di cura, carenza nelle istituzioni…).
Nata a Roma il 21 gennaio 1921 in una famiglia della buona borghesia romana sua madre era un’ebrea colta e raffinata (costretta a nascondersi in convento dopo le leggi razziali del ’38) e suo padre fu imprenditore e podestà di Civitavecchia. Il suo apprendistato politico inizia sui banchi di scuola grazie ad alcuni suoi professori del liceo classico Visconti che la spinsero a riflettere sui principi di libertà e democrazia come valori fondanti della collettività, impegno che proseguì anche negli anni universitarialla Facoltà di Lettere dell'Università “La Sapienza”. Viene arrestata il 18 maggio 1943 in una retata con Franco Rodano (suo compagno di scuola e futuro marito da cui avrà 5 figli, nonché intellettuale cattolico e autorevole protagonista del Pci nei decenni successivi) e altri per attività contro il fascismo e detenuta fino al 25 luglio nel carcere delle Mantellate; partecipa alla Resistenza romana nelle file del Movimento dei Cattolici Comunisti e nell’attività dei Gruppi di difesa della donna (GDD) che agiscono nel periodo della lotta di liberazione nazionale su molti fronti diversi.
“Secondo me senza le donne la Resistenza non si sarebbe fatta” e in un’intervista rilasciatami ad aprile 2020 prosegue con la sua esperienza: “Mi sovviene un’immagine di me e Adele Bei affacciate (durante la resistenza romana) al muraglione sul Tevere. Adele Bei era stata inviata a Roma, assieme a Egle Gualdi, per organizzare un movimento delle donne, che affiancasse i Gruppi di Difesa della donna, che operavano nell’Italia occupata per la liberazione del paese.
Affiggevamo manifesti di notte, seminavamo chiodi a tre punte lungo le strade percorse di mezzi tedeschi, cercavamo di organizzare nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole iniziative di protesta contro gli occupanti il sabotaggio della produzione di guerra, la liberazione degli arrestati e dei razziati, la cessazione dei bombardamenti, la distribuzione del pane, la dichiarazione di “Roma città aperta”, l’aiuto alle famiglie degli arrestati e dei razziati, i rapporti con il CLN, e altro”.
Dopo la liberazione di Roma e lo scioglimento nel ‘45 di Sinistra Cristiana, Marisa si iscrive al Partito Comunista Italiano (1946). Si impegna nel comitato pro-voto per il referendum tra monarchia e repubblica. Ricorda il 2 giugno ‘46 e il suo voto in una scuola dell’Esquilino così: “Mi ricordo che c’era una lunga coda fuori dai seggi…io naturalmente ho votato Repubblica”. Nell’ottobre 1945 i GDD confluirono nell’UDI costituitasi con il congresso di Firenze e Marisa ne è una tra le fondatrici. Il suo impegno nell’associazione, con vari incarichi come Presidente del Comitato Provinciale di Roma, Presidente nazionale tra il '56 e il '60 e componente del Comitato nazionale dalla fondazione fino al '70, si affiancò sempre al resto della sua attività politica.
Fu l’ideatrice l’8 marzo ‘46 dell’adozione della mimosa come simbolo della giornata internazionale della donna: “Rammento che passammo in rassegna diverse possibilità: scartato il garofano, già legato al Primo maggio, esclusi gli anemoni perché troppo costosi, la mimosa sembrava convincente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta senza costi sulle piante che crescevano selvatiche. Fu così — è questo il fotogramma che rivedo — che disegnai un approssimativo rametto di mimosa con l'apposito punteruolo che incideva la cera, sul cliché, con il quale sarebbe stata ciclostilata la circolare per i comitati provinciali”.
Nella nuova associazione trovano spazio le elaborazioni a più voci di una nuova identità femminile, che passava innanzitutto attraverso il riconoscimento del diritto di voto che le donne da tempo rivendicavano, ma lo scopo era quello di sviluppare il processo di emancipazione delle donne, con la conquista di tutte le libertà sia economiche che politiche e sociali. L’Udi si schierò in tante battaglie importanti come la legge sulla tutela della maternità, il divieto di licenziamento per le donne che si sposavano, la parità di salario e il referendum contro l’abrogazione della legge sul divorzio.
In parallelo all’attività femminile procede la sua carriera politica, che la vede impegnata su molti fronti istituzionali: diventa consigliera comunale di Roma dal 1946 al 1956, entra in Parlamento come deputata dal 1948 al 1968 e poi senatrice fino al 1972, consigliera provinciale di Roma dal 1972 al 1979. È la prima donna nella storia italiana a ricoprire la carica di Vicepresidente della Camera dei deputati (dal 1963 al 1968). Viene eletta (la prima volta del suffragio universale diretto) come parlamentare europea dal 1979 al 1989.È componente della Commissione sulla condizione delle donne del Parlamento Europeo fino al 1981, presidente e relatrice generale della Commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo sulla "Situazione della donna in Europa" (1981-1984); vicepresidente della Commissione dei diritti delle donne del Parlamento Europeo (1984-1989). Ha preso parte alle grandi manifestazioni della storia in cui al centro c’erano le donne: è stata rappresentante del Parlamento Europeo alla Conferenza del decennio della donna dell'ONU a Nairobi (1985). Ha fatto parte della delegazione italiana alla Conferenza mondiale della donna dell'ONU a Pechino (1995) e alla Commissione per lo Status della donna dell'ONU a New York dal 1996 al 2000. Ha partecipato nel giugno '99 per il governo italiano al Seminario sui problemi di genere dell'OSCE a Vienna. Ha fatto parte della Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio dove ha seguito, tra l'altro, le tematiche connesse con la dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo.
In anni più recenti ha proseguito il suo impegno per le donne: ha pubblicato il libro autobiografico “Memorie di una che c’era. Una storia dell’Udi” (Il Saggiatore, 2010), nel2011 è stata tra le promotrici, insieme a Daniela Carlà, dell’associazione “Noi rete donne” che si batte per la democrazia paritaria, l’8 marzo 2013 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione dall’ Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Nel dicembre 2015 è stata decorata dal presidente Mattarella Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2019 ha ricevuto la menzione speciale alla V edizione del premio Standout Woman Award.
Infine un mio personale e sentito ringraziamento a Marisa per aver espresso parole di apprezzamento nella sala Aldo Moro di Montecitorio nel novembre 2017 sulla pubblicazione del mio saggio storico che ripercorre la vita privata e politica di Nilde Iotti, sua amica e compagna di lotte. Un ricordo che conservo gelosamente nella mia memoria e un privilegio per me, giovane militante e attenta alle tematiche di genere, averla incontrata, quasi a creare un ponte tra la mia generazione (spesso senza madri da seguire) e le grandi donne del secolo scorso.
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PARI OPPORTUNITA': 100 ANNI DI MARISA RODANO, FU LEI A SCEGLIERE MIMOSA COME SIMBOLO 8 MARZO =
Una vita dalla parte delle donne, dalla Resistenza ai giorni nostri
Roma, 21 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Compie oggi 100 anni Maria Lisa
Cinciàri Rodano (meglio nota come Marisa Rodano), protagonista
importante della vita politica e sociale dell'Italia, dalla Resistenza
fino ai giorni nostri, che la vedono ancora impegnata sul fronte della
democrazia paritaria. Nata a Roma il 21 gennaio 1921 in una famiglia
della buona borghesia romana (la madre era un'ebrea colta e raffinata,
costretta a nascondersi in convento dopo le leggi razziali del '38, il
padre imprenditore e podestà di Civitavecchia), è tra le prime donne a
partecipare alla Resistenza romana nelle file del Movimento dei
Cattolici Comunisti e nell'attività dei Gruppi di difesa della donna
(GDD) che agiscono nel periodo della lotta di liberazione nazionale su
molti fronti diversi. Viene anche arrestata il 18 maggio 1943 in una
retata con Franco Rodano (suo compagno di scuola e futuro marito da
cui avrà 5 figli, nonché intellettuale cattolico e autorevole
protagonista del Pci nei decenni successivi) e altri, per attività
contro il fascismo e detenuta fino al 25 luglio nel carcere delle
Mantellate.
''Affiggevamo manifesti di notte, -ha raccontato in un'intervista a
Chiara Raganelli- seminavamo chiodi a tre punte lungo le strade
percorse di mezzi tedeschi, cercavamo di organizzare nelle fabbriche,
negli uffici, nelle scuole iniziative di protesta contro gli occupanti
il sabotaggio della produzione di guerra, la liberazione degli
arrestati e dei razziati, la cessazione dei bombardamenti, la
distribuzione del pane, la dichiarazione di ''Roma città aperta'',
l'aiuto alle famiglie degli arrestati e dei razziati, i rapporti con
il Cln e altro''.
Dopo la liberazione di Roma e lo scioglimento nel '45 di Sinistra
Cristiana, Marisa si iscrive al Partito Comunista Italiano (1946), ed
è tra le fondatrici dell'Udi, Unione Donne Italiane. Fu lei
l'ideatrice l'8 marzo '46 dell'adozione della mimosa come simbolo
della giornata internazionale della donna: ''Rammento che passammo in
rassegna diverse possibilità: scartato il garofano, già legato al
Primo maggio, esclusi gli anemoni perché troppNo costosi, la mimosa
sembrava convincente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva
abbondante e poteva esser raccolta senza costi sulle piante che crescevano selvatiche", ha detto.
(segue)
(Map/Adnkronos)
ISSN 2465 - 1222
21-GEN-21 09:54
ADN0178 7 CRO 0 DNA CRO NAZ
PARI OPPORTUNITA': 100 ANNI DI MARISA RODANO, FU LEI A SCEGLIERE MIMOSA COME SIMBOLO 8 MARZO (2) =
(Adnkronos/Labitalia) - Marisa Rodano è stata consigliera comunale di
Roma dal 1946 al 1956, deputata dal 1948 al 1968 e poi senatrice fino
al 1972, consigliera provinciale di Roma dal 1972 al 1979. È la prima
donna nella storia italiana a ricoprire la carica di Vicepresidente
della Camera dei deputati (dal 1963 al 1968).
In anni più recenti ha proseguito il suo impegno per le donne: ha
pubblicato il libro autobiografico ''Memorie di una che c'era. Una
storia dell'Udi'' (Il Saggiatore, 2010), nel 2011 è stata tra le
promotrici, insieme a Daniela Carlà, dell'associazione ''Noi rete
donne'' che si batte per la democrazia paritaria, l'8 marzo 2013 ha
ricevuto la Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione dall'
Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Nel
dicembre 2015 è stata decorata dal presidente Mattarella Cavaliere di
Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2019
ha ricevuto la menzione speciale alla V edizione del premio Standout
Woman Award.
Oggi alle 17,30 la Casa Internazionale delle donne di Roma festeggerà
i 100 anni di Marisa Rodano con Daniela Carlà, Luciana Castellina,
Maura Cossutta, Cecilia D'Elia, Monica di Sisto, Costanza Fanelli,
Marina Pierlorenzi, Bianca Pomeranzi, Linda Laura Sabbandini, Giorgia
Serughetti, Vittoria Tola, Livia Turco.
(Map/Adnkronos)
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21-GEN-21 09:54
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