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L'uovo, questo sconosciuto

L'uovo, questo sconosciuto

Spigolando tra terra, tavola e tradizioni - Alimento completo, poco costoso, da consumare in tanti modi. Le ricette....

Ortensi Paola Lunedi, 18/04/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2016

Alimento completo, poco costoso, da consumare in tanti modi o da amalgamare per infinite ricette dolci e salate. Sodo, fritto, in camicia, alla coque, strapazzato, sbattuto a zabaglione o a frittata, tanto per fare qualche esempio. Parlarne significa - nell’immaginario e nella crescente e dilagante cultura urbana - collegarlo alla gallina che poi tanti bambini non hanno mai vista viva. Ma non meno interessanti - per ricordare “altre” uova note nei libri di cucina - ecco quelle d’anatra, di oca (speciali per la pasta fatta in casa), quaglia, struzzo…, e ancora altre.

Poi, solo per memoria di chi legge, di chi non ci ha mai pensato e degli amanti della buona tavola, ricordiamoci che il prezioso caviale altro non è che uova di diversi tipi di storione (come il succedaneo di caviale, assai meno costoso, proviene da uova di salmone per esempio). C’è anche la più mediterranea bottarga, di cui identifichiamo la Sardegna come punto d’eccellenza nell’uso e promozione culinaria, che si compone con uova di tonno o muggine .

Tornando, per esigenze di sintesi e brevità, all’uovo più noto, ovvero quello di gallina, va detto che è identificato come un simbolo importante della cellula da cui nasce la vita: tuorlo, albume e guscio sono quel tutt’uno che quando si rompe nella sua evoluzione naturale regala un pulcino che esce delizioso e pronto alla vita.

Se questo avvenimento, oggi, per tante persone è solo un’immagine o un’informazione, avere avuto la fortuna di vederla dal vivo in campagna - magari in una azienda agricola che organizza scuola in fattoria - è un’esperienza emozionante. Molti bambini una gallina con le uova da covare forse l’hanno vista a Pasqua: l’una di cioccolata e le altre col guscio di zucchero, con albume di cioccolata e tuorlo sostituito da una sorpresa. E a proposito del verbo covare, a rifletterci ci accorgiamo che la parola, estremamente evocativa, è usata nel linguaggio abituale per significare che si è alla vigilia di un avvenimento, un’idea, o persino una malattia. Frequente l’interrogativo rivolto a qualcuno di cui non capiamo le intenzioni: “ma cosa sta covando ?”

In termini, poi, di parole e modi di dire, l’uovo ne ha ispirati parecchi. Alcuni sono di immediata comprensione, altri risultano più impegnativi da decifrare. Camminare sulle uova, cercare il pelo nell’uovo, rompere le uova nel paniere, meglio un uovo oggi che una gallina domani, la gallina dalle uova d’oro, testa d’uovo, l’uovo di Colombo e tanti altri tra cui quel “È nato prima l’uovo o la gallina?”, forse il più “filosofico” e citato interrogativo quasi… esistenziale.

Dai modi di dire a ricordare quella sacralità dell’uovo come simbolo di vita che troviamo protagonista anche in opere d’arte importanti come, per citarne una famosissima la “Madonna dell’uovo” di Piero della Francesca. Le riflessioni, le storie, le interpretazioni potrebbero continuare per tante pagine. Non avendo spazio speriamo nella vostra curiosità di saperne di più.



RICETTE

Uovo al tegamino. È un’arte preparare l’uovo al tegamino, sembra facile ma c’è bisogno del tegamino giusto, della pazienza di scaldare l’olio o il burro abbastanza da far si che l’uovo non s’attacchi e, a seconda dei gusti, la giusta cottura di tuorlo e albume.

Uova sode, tritate a pezzetti piccoli, con caviale.

Spaghetti alla bottarga. La bottarga va grattata in abbondanza sugli spaghetti come fosse parmigiano.

Bistecca alla Bismarck.

Uovo all’occhio di bue con il tartufo, per firmare l’eterno fascino del matrimonio tra semplicità e nobiltà.

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