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Lo spazio per se stesse

Lo spazio per se stesse

Life coaching (seconda puntata) - Molte donne, anche adulte, sentono l’esigenza di riprendersi in mano la propria vita

Iori Catia Lunedi, 17/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2014

Mi chiedo “È possibile smarrire se stesse?” Sì lo è, quando ci allontaniamo dalle nostre più intime esigenze realizzative. Sono molte le donne anche adulte, che all’improvviso sentono l’esigenza di riprendersi in mano la propria vita. Dopo anni di matrimonio o di maternità impegnata, ciascuna di noi un giorno sente un antico richiamo a ciò che era da ragazzina o ricorda magari un vecchio sogno di un’amicizia a cui non si è dato corso benché ci fossero tutti gli elementi per capire che sarebbe stato utile e importante al nostro benessere. Eppure i segnali da seguire ci sono tutti, basta coglierli con fiducia. Il piacere che si prova facendo certe attività, al punto che il tempo vola e la fatica non si sente, indica la presenza di un forte interesse. La facilità di svolgere determinate mansioni o azioni, corrisponde certamente a un’attitudine e se poi riesce particolarmente bene, siamo in presenza di un talento. Alcune attività risultano addirittura appaganti, saziano un bisogno intimo, realizzano un valore, qualcosa in cui crediamo profondamente.

Queste sono solo alcuni degli indicatori da tenere presente: interessi, attitudini, talenti e valori. Tutti li hanno, ma non tutti li fanno coincidere con le scelte personali e familiari, professionali e lavorative. Ci sono donne che vivono in apnea durante la settimana per poi dedicarsi con passione agli hobbies nei week-end (può trattarsi di una mostra o di un piacevole passatempo, di un figlio o di un film che risuona dentro e ci fa sentire vitali come non mai). Non è semplice né immediato arrivare al primo colpo a vivere allineati al proprio lavoro o alla propria dimensione familiare, ma vale sempre la pena, anzi la gioia, di trovare il proprio posto nel mondo. Come? Cercando di focalizzare una direzione che abbia un senso, che faccia vibrare le corde della felicità potenziale. Un primo semplice esercizio da fare è giocare a comporre un puzzle, rispondendo a poche domande: Che cosa mi appassiona davvero? In che cosa riesco meglio? In che cosa credo profondamente? Quale effetto vorrei che avesse il mio lavoro o la mia presenza sugli altri? In quale occasione ho provato un senso di piena soddisfazione? In quale contesto mi piacerebbe lavorare per stare bene? Sono esempi di domande, ma quel che conta è rendere loquace il silenzio interiore con delle buone risposte. Poi si tratterà di esplorare possibili vie d’azione, realistiche, assumendosi la responsabilità delle proprie decisioni. La fortuna è l’incontro tra la preparazione e l’opportunità e…pare che aiuti le donne determinate.

Il tema è questo:

• bisogna darsi il tempo di fermarsi e farsi delle domande

• occorre che le domande siano quelle giuste

• domande secche, perentorie, chiare e sintetiche

• darsi risposte vere, coraggiose e puntuali

Agire di conseguenza. Ad esempio, la buona relazione con se stessi dipende dal rapporto che abbiamo col nostro corpo e con la sua intrinseca vitalità. Occuparsi della propria salute, fare attività fisica, una sana alimentazione, pianificare una opportuna prevenzione periodica di esami clinici sono segnali di buon rapporto con se stesse.

Sei soddisfatta del tuo corpo? Ti senti bene nella tua pelle? Ti senti abbastanza tonica e allenata? Consideri giusto il tuo peso? Ti piace la tua immagine allo specchio? Qual è il tuo livello di energia? Ti senti stanca o riposata abbastanza per le tue attività quotidiane? Quando si è in un buon contatto con se stesse con un livello di soddisfazione basso, medio, o discreto se non alto riesci a identificare cosa fare per stare meglio.

E soprattutto scrivi. Scrivi sempre. Ciò che non si scrive si ingarbuglia nella mente e si va a intanare in qualche meandro recondito della nostra testa che frulla si in continuazione ma che spesso non produce un risultato che porti gioia. Elucubrare, pensare, ruminare di continuo sono doti o assilli tipicamente femminili ma che spesso lasciano solo ansietà e disagio personale.

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