Lingua Madre Duemilaventi. Racconti di donne straniere in Italia. Recensione di Michela Marocco
L’antologia è stata presentata insieme alla Premiazione della XV edizione del Concorso Lingua Madre, nell’ambito di Vita Nova, l’edizione straordinaria del Salone Internazionale del Libro di Torino
Giovedi, 17/12/2020 - Le voci delle autrici si confondono alle parole scritte, accompagnate dalla musica di Erik Satie. È questo il suggestivo svolgersi del booktrailer di Lingua Madre Duemilaventi. Racconti di donne straniere in Italia, edita da SEB27, l’antologia che raccoglie i racconti delle autrici vincitrici e delle selezionate alla XV edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre.
Il volume, disponibile in libreria e online, ritrae storie uniche ma universali. Vite agli opposti che si incontrano. Dialoghi tra generazioni. Immagini nitide e luminose della terra di origine che evocano madri reali e simboliche. Le radici si confondono con la modernità dei voli aerei.
Da quindici anni il Concorso Lingua Madre – progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone Internazionale di Torino, ideato da Daniela Finocchi nel 2005 – dà voce alle donne migranti in Italia che si vedono discriminate due volte, come donne e come migranti, e con il tempo è andato a costituire un vero e proprio archivio ricco e variegato di storie, emozioni, testimonianze. Un patrimonio della letteratura migrante femminile capace di restituire alle/i lettrici/ori uno spaccato della società in cui viviamo riportato con sguardo lucido, ricco di emozione e senza pregiudizi da cui traspare un’incrollabile fiducia nel futuro.
Una memoria collettiva in cui tutte e tutti possono ritrovarsi, un’occasione unica per scorgere qualcosa in più su se stesse/i e sul mondo che ci circonda. Caratteristiche queste che stanno al cuore di Lingua Madre Duemilaventi, un volume che va a costituire una significativa pietra miliare per il progetto, che festeggia l’importante anniversario raggiunto in tempi particolarmente critici.
Nonostante l’emergenza sanitaria che tutte e tutti stiamo vivendo, il Concorso Lingua Madre infatti non si è mai fermato, proclamando le vincitrici della XV edizione, pubblicando la nuova antologia e continuando a svolgere le proprie attività online, su un sito interamente rinnovato inaugurato proprio quest’anno. Non solo. L’antologia è stata presentata martedì 8 dicembre in un evento in streaming insieme alla Premiazione della XV edizione del Concorso Lingua Madre, nell’ambito di Vita Nova, l’edizione straordinaria del Salone Internazionale del Libro di Torino. Un segno questo di speranza e continuità per tutte le donne, e non solo, che seguono quotidianamente il progetto.
E proprio l’eccezionalità del momento in cui questo volume ha visto la luce carica le storie in esso contenute di valori tutti nuovi, nelle cui testimonianze preziose di un passato prossimo lettrici e lettori posso scoprire nuovi significati.
E così incontriamo Berivan, protagonista di una storia incandescente portata sulla pagina con intensità e priva di enfasi, che le autrici del racconto scritto a quattro mani hanno scelto efficacemente di teatralizzare. Una rara testimonianza curda di prima mano che viene così sviluppata attraverso due momenti, quello della memoria e quello scenico, che ben riescono ad evidenziare come la costruzione dell’identità non sia mai un processo lineare.
Incontriamo Lillibell che in una storia profonda ed equilibrata delinea un’identità di confine, multiforme, e un possibile dialogo tra generazioni e modi di vita diversi. Una vera e propria sinfonia di parole scritta su un pentagramma di emozioni e di travolgenti moti dell’anima, dove tradizione e modernità si fondono insieme fino al riconoscimento consapevole della propria omosessualità.
E incontriamo Maria Felicita che, fra tristezza, spaesata solitudine, speranza, azione taumaturgica dell’amore e osmosi catartica, delinea un percorso di radicamento in cui risulta fondamentale la costellazione di donne con la cui esistenza l’io narrante entra in relazione.
E poi ancora Tanya, Sayra e Amparo che riemergono dalla violenza per raccontarsi e in quel racconto c’è la cura, lenta ma efficace, alle ferite ancora visibili sui loro corpi.
I racconti della XV edizione del Concorso Lingua Madre seguono infiniti snodi narrativi sulle tracce di identità in continuo mutamento eppure estremamente solide, alla riscoperta dei sapori della tradizione materna, che può essere più potente delle parole e sostituire i baci mai ricevuti, della condivisione tra donne che proprio nella scrittura si scoprono e riscoprono, in relazione conse stesse e il mondo che abitano.
Con sguardo lucido e critico attraversano il dipanarsi di vite che non si rassegnano ai pregiudizi e alle discriminazioni. Nella leggerezza e trasparenza dello stile, sfiorano delicatamente i più vari aspetti: la maternità, l’emigrazione, le origini, la neutralità del linguaggio, le violenze. A vincere è la forza delle storie e delle donne che ne sono protagoniste.
Il booktrailer di Lingua Madre Duemilaventi. Racconti di donne straniere in Italia è disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=JnsPsSFoTGA
- - - - - - - - - - Biografia Michela Marocco
Michela Marocco (Moncalieri, 1987) vive a Chieri, in provincia di Torino. Dopo la laurea in Letterature Moderne Comparate presso l’Università degli Studi di Torino, si trasferisce a Edimburgo, dove studia e lavora per due anni. Ritorna in Italia per seguire un master in Storytelling&PerformingArts alla Scuola Holden di Torino, specializzandosi in Crossmedia. Ha seguito diversi progetti in ambito museale con importanti realtà torinesi come il Museo Egizio e Lavazza. Il suo racconto “Elisabeth e Margherita” è pubblicato nell’antologia Sedici ritratti per Torino, edita da Neos Edizioni nel 2019. Attualmente collabora con il Concorso letterario nazionale Lingua Madre come social media editor.
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