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Liliana Cavani  ed il suo ‘eterno ritorno’: 'Al di là del bene e del male'

Liliana Cavani ed il suo ‘eterno ritorno’: 'Al di là del bene e del male'

A Carpi, nella Sala dei Cervi di Palazzo dei Pio, una mostra imperdibile su “Al di là del bene e del male” di Liliana Cavani

Sabato, 17/09/2022 - Si è appena aperta a Carpi, la sua città natale, 'L'eterno ritorno. Al di là del bene e del male'. La mostra, dedicata a Liliana Cavani (in parete fino all’8 gennaio 2023 nella Sala dei Cervi di Palazzo dei Pio), intende narrare, a tutto tondo, la vicenda di nascita e realizzazione di quello che insieme con “Il portiere di notte”, del 1974, è il suo miglior film.
Si parla di "Al di là del bene e del male", del 1977, sull'esperienza estrema, sentimentale, amorosa, culturale, vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée.

L’iter espositivo è un vero e proprio viaggio nei meandri anche psicologici e psicanalitici – Lou fu amica anche di Freud ed è lei a ‘dettar le leggi’, non a caso, non solo del rapporto’ a trois’, ma pure degli altri che si intersecheranno nella vicenda del film e della sua vita stessa, poi - della storia, un’affabulazione che, partendo dal film (con l'ausilio di materiali di lavorazione, foto di scena, bozzetti, musiche, manifesti, articoli di stampa, ma anche significative installazioni ispirate a scene della pellicola), ad esso fa ritorno per restituire l'esperienza straordinaria di una storia ‘al di là’ di ogni schema divenuta grande cinema.

Di grande impatto anche visivo ( e visionario), il film (intitolato inizialmente, e sempre ‘nietzschianamente’, L'eterno ritorno), ispirato al pensiero ed all'opera del grande filosofo tedesco (ritenuta ai tempi ancora scomoda) rievoca l'esperimento della cosiddetta ‘trinità’: l’esperienza esplosiva di una relazione a tre in cui la donna è al vertice di una piramide intellettuale, psico-sensuale. Esperienza priva di retorica, appassionata, crudele e rischiosa che segna i protagonisti, obbligando i due uomini, Fritz e Paul, ad un ritorno sconvolgente agli inizi, mentre Lou ne esce pressoché indenne, aderendo ad un'idea di giustizia che esige per sé libertà, autonomia, appagamento di ogni desiderio. Libera da convenzioni, oltre le categorie epiche di bene e male, la donna, vero superuomo nietzschiano, lascia alle spalle l'Ottocento e i due uomini amati, entrando con curiosità ed energia nel nuovo Secol Breve: un tempo carico di aspettative (e tragedie) su cui densamente riverbera il pensiero di Nietzsche, quando nulla sarà mai più come prima.
Estremamente curato, anche dal punto di vista, ovvio dato il periodo rievocato, estetizzante: magnifica la scena, di una sensualità unica, dell’assolo di Amedeo Amodio danzante sulle musiche del valzer dal “Faust” di Gounod, insieme con altri musicisti del calibro di Mozart, Mahler, Schumann e Daniele Paris, suo assiduo collaboratore, autori dei pezzi componenti la glossa sonora del film della Cavani.

Info:
archivio.storico@comune.carpi.mo.it

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